Ragno: sulla crisi finanziaria, sì ad Accame, Panebianco, Romano

Gino Ragno

16 Ottobre 2008, pubblicato in Pages

LA POLITICA ESTERA DEL GOVERNO SEGUE ATTENTAMENTE CON RESPONSABILITA’ la linea
del Premier che, tornando dagli USA, dopo l’abbraccio fraterno con il Presidente Bush, ha praticato un
percorso di amicizia e fratellanza  con l’America. Essa ha anche al tempo stesso riconfermato, dopo l’iniziativa per la questione della Georgia, una linea di stretti e amichevoli rapporti con l’altro amico fraterno dell’Est ,Vladimir  Putin.
Gli Usa, oggi sotto accusa per la scellerata politica finanziaria  di aggressione e di radicale alterazione degli equilibri finanziari mondiali che sta producendo una scivolante recessione globale, rimangono i tutori dell’ordine universale – della pax americana – grazie alla disponibilità dell’armamento militare nucleare e da “guerre stellari”. Ma rimangono non di meno finanziariamente i più instabili al confronto con tutti gli altri popoli, compresi noi italiani che siamo fra i tre Paesi più indebitati del “primo mondo”; Paesi che negli USA vedevano la garanzia di un libero mercato poggiato su
una democrazia valida e fondata sulla fiducia politica, sulla fiducia della trasparenza finanziaria e dell’efficienza delle agenzie del “rating”, della stabilità e dell’assenza del rischio di amare sorprese. Questo in sintesi è quanto scrive Giano Accame nel fondo di oggi 15 ottobre su “Il Secolo d’Italia” nella prospettiva che sia Panebianco che Sergio Romano avevano rappresentato dalle colonne del “Corriere della Sera” due giorni fa.Oggi è il momento dell’Europa, che deve parlare una sola lingua e deve estrinsecare una politica comune di autonoma e di convincente azione finanziaria.La nostra moneta, l’EURO, sostenuta dai grandi investimenti provenienti dalla Cina,dall’India e dal Giappone e da altri Paesi extraeuropei, ha superato la segreta battaglia con il Dollaro e rimane l’unico saldo baluardo a difesa del nostro sistema bancario. Non è più il tempo di opere nazionaliste, oggi è scattato il tempo del “tutti uniti” per la vittoria comune. L’Europa è scesa in campo, finalmente, ben preparata contro chi si è reso responsabile dello tzunami finanziario. Berlusconi, che egregiamente ha saputo mantenere ottimi rapporti con Putin, deve guidare la riscossa continentale per salvare tutti gli europei da ogni possibile e imprevedibile colpo di coda della crisi finanziaria scatenata dai terribili speculatori di Wall Street; e per realizzare lo status di co-responsabilità e della paritaria co-decisionalità nella condizione della politica planetaria con gli USA. Questa crisi deve perciò costituire la fine dell’egemonismo USA e la nascita di più solidi e amicali rapporti basati su nuova fiducia e su un rinnovato spirito di alleanza. 

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