Cascio: l’antisemtismo è (anche) di sinistra

27 Gennaio 2009

Mauro Cascio


Oggi l’antisemitismo è (anche) di sinistra

C’è una «indignazione» militante che brucia bandiere e che in piazza grida: «Vergogna»


Conviene esser chiari e giocare a carte scoperte. Diciamola tutta e diciamola subito: l’antisemitismo, oggi, non solo è vivo, ci vuole bene ed abita tra noi, ma è anche, in larghissima parte, di sinistra. Tra le bandiere rosse sventola soprattutto una torbida eccitazione anti-Israeliana che ha colpito Napolitano, che è stata colta da tempo persino dai giornali di sinistra (il manifesto e l’Unità), che è stata sottolineata qualche giorno fa dal vicedirettore del Corriere della Sera: «L’antisemitismo camuffato da antisionismo impone la sua presenza in ambiti mentali impensati, lontanissimi dall’odio antiebraico di conio più schiettamente nazista e neo-nazista». In questo scenario si disegnano per Gaza le letture manichee alla Santoro, in cui tutto il bene, il buono e il giusto sta da una parte e una soltanto, in cui esiste e si estende di forum in forum una vulgata complottista che declina, attualizza e mette in campo dogmi fasulli, come a suo tempo i “Protocolli dei Savi di Sion”. La chiamano controinformazione, a sinistra, e si indignano, gli indignati di professione, se non si dà spazio a letture che sono disinformate e non controinformate. Perché le letture della Storia, negli ambienti della sinistra radicale, sono come la Verità in un Forum. I membri dello staff si sentono autentici depositari del Verbo, solo perché abituati a darsi ragione a vicenda.
E allora, dicevo, tanto vale esser chiari. Io sto con Israele, perché è Israele la risposta a quella grande ferita dell’umanità che è stata la diaspora. È la diaspora, ancora prima della Shoà, il grande scandalo della nostra cultura. Io sto con Israele anche per questo: perché è una provocazione parlare di “questione palestinese” davanti all’evidenza di una tragedia e di un orrore millenario. Io sto con Israele perché Israele è l’avamposto della cultura occidentale, dei valori della democrazia in una cultura altra che ti uccide per un adulterio. Io sto con Israele perché non ce la faccio ad andare al cinema e a piangere le madri palestinesi, come se il dolore delle madri israeliane non esistesse, come se si morisse da una parte sola, come se a Gaza le cose andassero differentemente, io voglio piangere pure chi muore in un supermercato per volontà di un kamikaze che così avrà raggiunto il suo Paradiso e le sue vergini. La differenza è che la sinistra radicale i film sulle mamme dei soldati israeliani non li fa. E nemmeno sugli autobus che saltano in aria. È appunto manichea, questa sinistra. Ragiona a codice binario. O è zero o è uno. Come il 25 aprile. Per i compagni solo chi muore da una parte è degno di essere pianto. Bisogna avere culo pure per andarsene.
Giochiamo a carte scoperte: di manichei non abbiamo bisogno. È come la forfora sulle spalle. La tieni finché non dà fastidio. Come si vede troppo, va spazzolata via.


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