Rivista Nato: quale futuro è in serbo per la Cina? Parla uno specialsita cinese, Jing Men

11 Agosto 2009

Fonte:  Rivista della Nato

La crisi finanziaria farà della Cina una superpotenza?

La crisi economica ha facilitato o ostacolato la crescita della Cina? E la porterà ad essere un più temibile concorrente degli Stati Uniti? Un esperto di relazioni Cina-USA, il professore Jing Men, cerca delle risposte.

Il commercio è stato il motore della Cina. Si bloccherà ora?

 

Il XX secolo è stato il secolo degli Stati Uniti. Il XXI secolo sarà quello della Cina?

 

La Cina sta crescendo. In seguito alla sua politica di riforme della fine degli anni ‘70, l’economia cinese è cresciuta ad un tasso medio annuo del 9%, divenendo la terza più grande economia mondiale. Ha superato gli Stati Uniti quale maggior partner commerciale del Giappone (2004); dell’India (2008); e del Brasile (2009). La Cina è il più grande importatore negli USA; di conseguenza, nel 2008, godeva di un surplus commerciale di 266,3 miliardi di dollari. Nello stesso anno, la Cina è divenuta il maggior possessore straniero di debito pubblico americano, sorpassando il Giappone.

La crisi finanziaria ha accresciuto ulteriormente l’importanza della Cina nell’economia mondiale. Si dice che abbia circa 2 trilioni di dollari di riserve in valuta estera

La crisi finanziaria ha accresciuto ulteriormente l’importanza della Cina nell’economia mondiale. Si dice che abbia circa 2 trilioni di dollari di riserve in valuta estera. A questa enorme riserva di valuta USA si contrappone nettamente la situazione USA, il cui deficit di bilancio è probabile che quest’anno ecceda i 2 trilioni di dollari.

 

Il governo cinese, con un pacchetto di incentivi di 586 miliardi di dollari, ha mostrato la propria determinazione nel tenere a bada la crisi. Il Primo ministro cinese Wen ha dichiarato, all’inizio del 2009, che, se necessario, la Cina avrebbe introdotto un secondo pacchetto di incentivi per sostenere la propria economia. Dal vertice del G20 è emerso che ci si attendeva che la Cina svolgesse un ruolo ancora maggiore nell’affrontare la crisi.

Reuters

Lo sviluppo della Cina rappresenta una questione che è difficile – e pericoloso – ignorare

I leader cinesi non cercano solo di trovare soluzioni ai problemi che si sono verificati, ma sono anche interessati a scoprire perché in primo luogo si siano verificati, così da evitare problemi analoghi in futuro.

 

Zhou Xiaochuan, il governatore della Banca popolare di Cina, ritiene che le disfunzioni nel sistema monetario internazionale potrebbero essere affrontate, in una certa misura, creando una nuova valuta mondiale di riserva. La sua controversa idea ha allarmato gli americani, ma è stata accolta tranquillamente da molti europei ed asiatici. Sebbene l’idea di Zhou non sia volta a sostituire la posizione dominante del dollaro nel prossimo futuro, può senz’altro provocare una rivoluzione nel sistema monetario internazionale.

Insieme al crescente potere economico, la Cina ha anche costantemente accresciuto la sua spesa militare, con una crescita annuale a due cifre. Sta costruendo la sua forza militare di pari passo al suo crescente potere economico; una forza che possa difendere, in particolare, il suo territorio dal cielo e dal mare. Dopo molti anni di discussione tra i suoi leader, nei prossimi anni la Cina avrà probabilmente la sua prima portaerei.

 

Quale conseguenza della sua crescita militare, la Cina ha gradualmente mostrato i muscoli, divenendo più attiva. Per la prima volta dalla dinastia Ming, la Cina ha inviato due cacciatorpediniere ed una nave appoggio al largo delle coste somale per proteggere le proprie navi. La Cina ha compiuto anche numerose esercitazioni militari con altri membri dell’Organizzazione per la cooperazione di Sciangai.

 

Dall’inizio del 2009, si sono verificati numerosi casi di navi cinesi intervenute contro sedicenti navi spia americane nel Mare della Cina meridionale. In giugno, un sottomarino cinese è entrato accidentalmente in collisione con un sonar sottomarino trainato da un cacciatorpediniere americano che partecipava ad un’esercitazione militare congiunta con i membri dell’ASEAN nel Mare della Cina meridionale.

Qualcuno ha ipotizzato che il ruolo degli Stati Uniti nell’economia mondiale sia in declino, e che la loro posizione di leader mondiale verrà assunta dalla Cina. La crisi finanziaria sembra rappresentare un’opportunità d’oro perché la Cina rafforzi tale evoluzione

Proprio di recente, i paesi del BRIC (Brasile, Russia, India, Cina) hanno tenuto la loro prima riunione al vertice. Valutando la crisi internazionale come un’opportunità per riequilibrare l’ordine economico e politico internazionale, i quattro paesi hanno espresso la loro ambizione e volontà di partecipare più attivamente agli affari internazionali. La Cina è indubbiamente la più influente tra i quattro, comunque la formula del BRIC può rappresentare una buona piattaforma per la Cina per confrontarsi con Stati Uniti ed Europa su tematiche come lo sviluppo sostenibile, il riscaldamento globale e la stabilità e la pace mondiali.

 

Qualcuno ha ipotizzato che il ruolo degli Stati Uniti nell’economia mondiale sia in declino, e che la loro posizione di leader mondiale verrà assunta dalla Cina. La crisi finanziaria sembra rappresentare un’opportunità d’oro perché la Cina rafforzi tale evoluzione. Ma, se è innegabile che ci sia una tendenza a lungo termine di crescita per la Cina, l’attuale crisi finanziaria non la faciliterà in modo clamoroso a discapito degli interessi degli Stati Uniti.

Reuters

La priorità assoluta della Cina risiede nel proprio sviluppo economico come pure nella stabilità regionale

Perché no? Innanzitutto, la crisi finanziaria è una sfida per entrambi, gli Stati Uniti e la Cina. Il fatto che la Cina sia il maggiore possessore del debito USA serve solo a sottolineare che i due si trovano nella stessa barca. Entrambi devono accettare questa notevole interdipendenza e coordinarsi l’un con l’altro. E che le piaccia o no, la Cina sarà obbligata a continuare ad acquistare il debito americano.

 

Sebbene il Primo ministro cinese Wen abbia espresso la propria preoccupazione all’inizio di questo anno riguardo all’entità del debito americano, sa bene che se la Cina smettesse di acquistarlo, perderebbe di valore ancor più drasticamente. La Cina deve aiutare gli Stati Uniti per aiutare se stessa. D’altra parte, se la Cina è in cerca di altre valute quali obiettivi d’investimento, sembra che né gli euro né gli yen siano pronti a fungere da alternative.

Inoltre, lo sviluppo della Cina è guidato dalle esportazioni. La drastica riduzione della domanda da parte di Stati Uniti, Unione Europea e Giappone, dovuta alla crisi finanziaria, ha avuto un immediato impatto sul commercio estero cinese: nel maggio 2009 questo si era ridotto del 25,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Molte imprese orientate all’esportazione sono fallite e oltre 20 milioni di lavoratori sono rimasti disoccupati.

 

La crisi finanziaria ha creato degli interrogativi al governo cinese: come incentivare efficacemente i consumi nazionali? Come creare posti di lavoro per i lavoratori disoccupati? Come mantenere lo sviluppo sostenibile? Pechino deve far fronte ad una pressione enorme per mantenere all’8% il tasso di crescita del proprio PIL, perché un fallimento comporterebbe enormi problemi sociali. Anche se i problemi saranno risolti nel breve termine, il problema dello sviluppo sostenibile rimarrà nel lungo periodo una sfida per il governo cinese.

La Cina dovrà affrontare delle riforme politiche e sociali, che attendono da tempo, per mettere in piedi un sistema generale di stato sociale che offra al suo popolo una ragionevole sicurezza sociale. Solo soddisfacendo le aspettative del popolo cinese per quanto concerne istruzione, prestazioni sanitarie e pensioni si potranno efficacemente stimolare i consumi interni. Ma ciò non accadrà in una notte.

 

Infine, e cosa assai importante, la Cina non ha l’ambizione né la capacità per sfidare la leadership degli Stati Uniti. Rispetto alla superpotenza americana, la Cina è solo una potenza regionale. Tanto i costi che i rischi sono troppo alti perché Pechino si immischi, come gli Stati Uniti, in tante questioni internazionali: dall’Iraq all’Afghanistan, dall’Iran alla Corea del Nord.

Se gestiti bene, tanto l’hard power che il soft power della Cina cresceranno ulteriormente dopo la crisi finanziaria – ma gli USA non saranno ancora raggiunti

Più potere nel mondo vuol dire più responsabilità. Ma la Cina non è ancora pronta ad assumersi tanta responsabilità internazionale. La priorità fondamentale della Cina risiede nel suo sviluppo economico. Ciò che la Cina agogna maggiormente è la pace e la stabilità regionali. Nonostante il fatto che la Cina stia crescendo, non è in grado di svolgere il ruolo che gli Stati Uniti hanno avuto negli affari internazionali.

 

Di fatti, l’ordine economico e politico stabilito dagli Stati Uniti ha determinato un contesto favorevole per lo sviluppo della Cina. La Cina è saltata sul carro degli Stati Uniti ed ha beneficiato fortemente del sistema internazionale sostenuto dagli Stati Uniti. I benefici che Pechino riceve lo incoraggeranno a rimanere sotto la leadership di Washington.

 

Se gestiti bene, tanto l’hard power che il soft power della Cina cresceranno ulteriormente dopo la crisi finanziaria; ma gli USA non saranno ancora raggiunti. Ciò che la Cina deve chiarire agli Stati Uniti è che non sono concorrenti ma partner, e ciò non solo per i loro rispettivi interessi, ma anche per quelli del mondo.

 

 

 

Lascia un commento