Lega o non lega? Sì alla lotta alla corruzione e alla certezza e trasparenza delle entrate e delle uscite e delle pene… ma per tutto il resto? Secondo scambio di opinioni

27 Agosto 2009

Lega o non Lega? Secondo scambio di opinioni

 

15 Agosto
I candidati della lega Nord non sono stati tali tanto per averli..io per esempio sono stata scelta e messa nella lista di centro per le passate votazioni Europee solo ed esclusivamente dietro presentazione del mio Curriculum, non sto scherzando e lo sa perchè ho richiesto a questo partito tale candidatura? perchè mi sono informata sui deputati e senatori della Lega Nord e NON ci sono condannati indagati ecc ecc – vede, possono anche essere a volte un pò goliardici, ma è e sarà il solo partito che sarà sempre sopra la soglia di sbarramento del 4% e il solo a garantire e tenere testa al PdL al fine di garantire la democrazia della Nazione, a meno che il PD elegga a segretario Bersani, ecco questo è un’altro politico che sta vicino al popolo. Dopo che il federalismo fiscale è diventato legge lo spot propagandistico “Roma Ladrona” è stato archiviato, ma anche quando lo gridavano io non mi sono mai sentita offesa perchè non si riferivano ai Romani ma al luogo dove arrivavano tutti i soldi dei contribuenti, purtroppo anche i miei….. saluti Bruna Di Berardino www.brunadiberardino.it

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27 Agosto 2009
Che la Lega abbia candidato lei e candidi altre persone dalla personalità limpida e cristallina, non lo contesto e non che può che fare, e farmi, piacere, come nel caso delle persone mie amiche a cui mi sono già riferito. Ma questo non è tutto e non è neppure la cosa di maggiore rilevanza nella scelta delle candidature. Al tempo stesso, essa non è affatto scarsamente considerata, anzi è un segnale concreto di come la Lega desidera e voglia muoversi dall’Emlia alla Sicilia. I problemi sono di diverso ordine. Innanzitutto, quelli legati alla rudezza e alla volgarità del linguaggio di Bossi, il quale spesso va trattato per quello che è:  preso per la collottola per sbattergli ben bene il grugno al muro. E’ il solo linguaggio che è aduso a comprendere, nonostante le gratificanti e signorili espressioni di fraterna amicizia che gli manifesta e gli rinnova il premier. La squisitezza del linguaggio di Berlusconi, che definisce “carezze” le parole di Bossi rivolte al suo elettorato, è un chiaro segno del disagio estremo che quest’uomo provoca negli altri, abituato com’è a vivere per contrade selvagge, e aduso com’è ad adottare tanti parossismi in certi suoi sproloqui, sicuro com’è che più ferino è nelle espressioni più scalpore e giubilo provoca nelle plebi più scomposte e umorali che lo seguono. Dopo una salutare sbattuta del grugno, Bossi, con la coda tra le gambe, comincia a ragionare un pò di più,…gli ritorna un pò di bonaccia in testa e al cuore ma certo non si può sempre fare così ogni volta che blatera e sciorina espressioni indicibili, e soprattutto falsifica la storia e trasceglie, nella sua abissale ignoranza, uno degli inni di indiscusso patriottismo italiano. A nessuno di noi e men che mai a lui è consentito ululare e sbranare i simboli collettivi e i collanti più intoccabili e sacri di un popolo, delle sue storie e tradizioni: questo non si azzardarono a farlo neppure i brigatisti! Poi, ancora, vi sono i continui colpi di coda di suoi seguaci che propongono cose davvero amene, per metterla sul comico e non sul grottesco, come lo studio dei dialetti, che costituiscono anche parte del “retrò” postsessantottino e cgilellino. Infine, lo sciocchezzaio che ci costa suon di quattrini ogni giorno, come la moltiplicazione dei centri di spesa, da nazionali diventati regionali, e di tutta l’enorme processione e moltiplicazione burocratica che ne è seguita. Esercito, carabinieri, vigili del fuoco, istruzione, ministeri di tutti i tipi ed enti nazionali (…lasciamo stare lo sciacallesco smembramento regionale dell’Anas?) hanno dovuto ristrutturarsi tutti con la “periferizzazione” delle direzioni: una per ogni regione! Altro che economie di scala: emorragie leghiste! E’ qualcosa di pazzesco, che non porta nessuna trasparenza ma solo un aggravio enorme e incalcolabile dei costi. La Lega, se vuole fare il salto definitivo in grado di consentirle di svolgere un ruolo politico nazionale al di sopra dello sbarramento elettorale e dello scacchiere regionale, deve voltare pagina su tutto questo e su altro ancora, affrancandosi definitivamente dalla spoetizzata visione dell’abitante del villaggio. Deve abbandonare queste balle che ha abbandonato come quelle delle macroregioni. Ma il tempo corre in fretta. Essa ha molte carte da giocare in positivo, nell’interesse di tutti, ma deve abbandonare cliché ritriti e linguaggi vetusti e ribaldi. Non si tratta di dipingere qui il futuro di una Lega per come a me fa o farebbe comodo. Una forza politica dinamica, rinnovratrice, aggressiva contro il pantano nauseabondo della politica con tutto quello che esso impone di inefficienza clientalismo e corruzione, una forza politica siffatta è la benvenuta e non potrà che trovare adesioni e convincimenti razionali ben più radicati di quelli meramente istintuali (in tanti) e di passione civilie in altri. Certo a me non piace il linguaggio di un uomo buono per tutte le stagioni, per tutti i tradimenti e i rinnegamenti come il clerico-sionista Fini, con tutte le sue invenzione come quella del “patriottismo costituzionale” e la capacità di poter indicare ogni giorno una verità diversa; nemmeno Casini, un fanatico “moderato” ultraclericale… Nella Lega ci sono uomini, fermenti, delle idee che possono alfine trovare capacità di confronto, dibattito e agire da apripista per più larghe intese, per coalizioni di forze e di energie atte a rompere questo maledetto cerchio incantato e innovare davvero il Paese, ma per fare questo essa deve, dovrà fare nel prossimo futuro delle scelte improcastinabili, altrimenti i valichi dei passi verso il centro e il sud rimarranno non tanto dei miraggi quanto una mera estensione geografica ed elettorale di un movimento destinato a svuotarsi e a farsi definitivamente assorbire nella “prassi” della quotidianità politica. Ben vengano quindi le energie di nuovi militanti del nord, del centro e del sud e delle isole nella Lega, purché esse riescano però ad incidere in profondità nel movimento e ad aprire nuovi e fecondi sbocchi elettorali e politici, oltre e senza più le declamazioni di un fondarore sì, ma che rmane figura poco pittoresca e molto, molto ingombrante. Domenico Cambareri

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