Verità nascoste: come e perché l’Italia non fu rasa al suolo durante il 1943-1945

4 Marzo 2010

Fonte: IBS

L’Italia tra due fronti. Come e perché non fu distrutta

L’ intrigo di Berna. Diplomatici, generali, agenti segreti: la verità sulla fine della guerra in Italia

di Adrino Pino
 Dati: ediz. 2010, prezzo € 20,00,  351 p., ill., rilegato, Editore Mondadori (collana Le scie)

Negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale l’Italia è divisa in due dalla Linea gotica. Se gli alleati attaccheranno, Hitler risponderà con una ritirata strategica facendo “terra bruciata”. Verranno rase al suolo tutte le industrie e le infrastrutture del Nord Italia, comprese le centrali elettriche delle Alpi, mentre le armate della Wehrmacht confluiranno nelle fortezze alpine per combattere fino all’ultimo uomo. Servendosi di abilissimi mediatori (agenti svizzeri e fiduciari della Santa Sede), i servizi segreti delle SS fanno sapere agli americani che sono disposti a trattare: non ci saranno distruzioni né spargimento di sangue a condizione che agli ottocentomila armati tedeschi sia consentito di rientrare in patria per respingere l’invasore sovietico. Anche se gli americani non possono infrangere il patto di alleanza che li vincola ai russi, la prospettiva di conquistare l’Italia senza più combattere è molto allettante. Si apre così a Berna la trattativa: nome in codice, Operation Sunrise. Suoi principali protagonisti: Alien Dulles, capo della filiale di Berna dell’Office of Strategie Services americano, e il generale delle SS Karl Wolff, plenipotenziario tedesco in Italia e pupillo di Himmler e Hitler. Quando, però, i russi scoprono il gioco, la fiducia fra Est e Ovest si incrina pericolosamente.