Crisi Non Crisi. Con o senza Fini, ecco cosa chiediamo a Berlusconi

11 Agosto 2010

Comunicato Eulà

Non solo tra l’incudine e il martello

Ecco cosa chiediamo a Berlusconi, senza considerare più di tanto lo scialbo e infido Fini, con o senza scioglimento del governo, o alla guida di una grande coalizione a due

Costituzione: riforma del consiglio dei ministri e creazione del consiglio di gabinetto, abolizione delle regioni a statuto speciale – Con decreti legge: ritiro delle truppe dall’ex Jugoslavia, abolizione della legge sulla dirigenza – rafforzamento del ruolo delle Prefetture – ripristino dei parametri nel settore pubblico – norme rigorose e controlli immediati delle nomine degli “esperti” fatte dai sindaci – legge di interdizione dall’elettorato attivo e passivo con pena minima non inferiore ad anni dieci per reati di concussione e corruzione – separazione delle carriere dei magistrati e riconoscimento delle malattie rare

 

L’evoluzione del quadro politico in senso del tutto peggiorativo in atto da settimane ha anticipato condizioni di nuove frammentazioni di fronte a cui la possibilità di nuove aggregazioni numericamente ridotte e confuse sul piano propositivo e dei contenuti rappresentano non possibili rimedi ma aggravamenti dei mali presenti. Non ci sentiamo per nulla convinti di potere affidare ad un uomo come Fini neppure la portineria di un edificio con due soli appartamenti, figuriamoci di poterlo seguire o di poterci avvicinare a lui per la conduzione di una linea politica, visto che alcuni degli aspetti più salienti risultano condivisi da noi e dal suo gruppo, ad esempio il no all’ulteriore processo di attuazione del programma federalista. A prescindere da quanto vi è che ci tiene assolutamente lontani da questo esponente politico, quale è il caso del rapporto privilegiato che da anni ha instaurato con i circoli del fanatico e dissennato sionismo, quello che prevale è il considerare la sua affidabilità politica uguale a zero. Non per nostra affermazione apodittica quanto per una interminabile serie di constatazione e di esperienze politiche che, a voler essere brevi nei richiami, inizia con la sua fantasiosa puerile e disgregatrice alleanza con l’elefantino di Segni. Saltatore di fossati e di steccati pressoché ineguagliabile, Fini oggi rappresenta niente altro che l’espressione di una pura e semplice azione di inconcludenza e di distruttività e a tutti i costi. Nei suoi calcoli, se calcoli ha quest’uomo, egli ha dimostrato che non vi è altro che quello di potere avere condizioni e spazio entro cui spadroneggiare in maniera completa, senza dover rispondere a qualcuno, come ha fatto per anni e anni durante la vita di Alleanza Nazionale di cui è rimasto sempre e poi sempre presidente “ab-solutus” pro tempore. Un arco di vita più che decennale di un raggruppamento politico in cui mai è stato celebrato un reale congresso dopo quello fondativo. Non meno imperdonabile risulta la sovraesposizione e la sovrapposizione del ruolo di esponente politico partitico e di presidente della Camera dei deputati. Per questo chiediamo le sue dimissioni da presidente della camera da un anno. Noi non abbiamo creduto nel passaggio dalla prima alla seconda Repubblica. Siamo rimasti sempre alla prima Repubblica e al tanto del peggio che essa aveva. In questo caso, Fini ha scritto e continua a scrivere pagine tra le peggiori della storia della partitocrazia italiana. Nemesi incredibile nel vedere che tale protagonista è un uomo che proveniva dalla destra neofascista.
Di Berlusconi, abbiamo in altre occasioni citato quanto non condividevamo del suo programma, ad iniziare dall’attuazione del federalismo, dall’estremizzazione dei rapporti “esclusivi” con Israele e il mondo sionista, dal predicare bene con il linguaggio della propaganda e il realizzare non poche volte male con l’azione politica. Parlando di cose concrete, nonostante il caos politico su crisi o non crisi, una cosa è certa. Non ci sentiamo di continuare ad appoggiare Berlusconi sul federalismo fiscale, sullo squilibrio della politica estera relativa al Vicino Oriente, sulle insensate settoriali inique e vessatorie linee seguite dai suoi ministri in tema di fiscalità, di manovre, di politica retributiva e del lavoro, di garanzie alle greppie e alle giungle che ci allontanano ancora di più dalla realtà delle burocrazie e delle istituzioni scolastiche e universitarie francesi tedesche spagnole e olandesi, di cecità e impunità politica verso lo straripare dell’inefficienza e del dedalo corruttivo-concussivo degli amministratori degli enti locali, ad iniziare da quelli meridionali. In tema di riforme elettorali, chiediamo l’abolizione di questo selvaggio sistema elettorale e la garanzia normativa che il ruolo delle prefetture vengano non abolite o sminuito ma rafforzato. In tema di riforme costituzionali, chiediamo l’abolizione delle regioni a statuto speciale, la riformulazione del titolo V distrutto dalla feroce perversione politica del trio D’Alema-Bassanini-Berlinguer. Chiediamo la riforma del consiglio dei ministri, con attribuzioni specifiche di più poteri al capo del governo e al consiglio di gabinetto, su cui rimandiamo al nostro documento politico. Così per i poteri relativi al Capo dello Stato. Chiediamo che Berlusconi, se dovesse lasciare, prima di lasciare corregga con un decreto con il suo ministro dell’economia i tagli lineari operati con la manovra onde non consentire che per l’ennesima volta alcune categorie di professionisti pubblici paghino molto più di altre categorie pubbliche e che le misure vegano spalmate davvero su tutti, ad iniziare da chi opera nel campo degli arricchimenti speculativi. Chiediamo l’abolizione in toto dell’attuale legge sulla dirigenza e, in riferimento alla scuola, con stralcio e con ulteriore decreto, sia l’abolizione della dirigenza sia il prendere a modello il sistema francese di autogoverno degli istituti sia il ripristino immediato tra ordinari universitari e ordinari delle superiori. Chiediamo barriere definitive sui concorsi farsa di insegnanti di altri cicli con cui sono stati rubati posti a migliaia e migliaia di giovani laureati precari e vincitori di concorsi e di specializzazioni nelle secondarie superiori. Chiediamo che il governo operi maggiori economie nel corpo dei docenti universitari e reinvesta dette economie totalmente nel campo della ricerca. Chiediamo che tutti i dipendenti delle autority, della rai, della magistratura ridiventino cittadini normali e che il ministro del lavoro e quello della funzione pubblica operino con urgenza per il ritorno agli inquadramenti secondo i vecchi, equi parametri, dando un definitivo colpo al parassitismo e al clientelismo politico, sindacale, regionale, pseudo-corporativo. Chiediamo che il governo agisca da subito selettivamente negli impegni internazionali italiani e che ritiri completamente le truppe e le forze di polizia dispiegate nell’ex Jugoslavia al fine di operare immediate economie e garantire la presenza in scenari fondamentali quali sono quelli del Vicino Oriente, del Medio Oriente, dell’Oceano Indiano e quelli umanitari in Africa. Chiediamo, anche e infine, che prima di lasciare, venga promulgato dal governo Berlusconi il decreto di separazione delle carriere della magistratura in giudicante e inquirente e quello relativo ai nuovi metodi e criteri che gli organismi preposti del Ministero della Sanità devono seguire per riconoscere in maniera spedita molte malattie rare e rimediare così ai perduranti e aberranti casi di sistematico abbandono di persone e famiglie che votano alla disperazione, al dolore, all’incurabilità, alla miseria e perfino alla morte. Questi punti per noi sono qualcosa di irriuciabile. E’ gunto il momento che Berlusconi ascolti con attenzione quanto per anni gli è stato consigliato e si affranchi dai miasmi meficitici che si alzano dalle inquinate vallate subalpine. Noi non ci sentiamo stretti tra l’incudine e il martello. Dopo anni di attese e di mancati riscontri positivi, adesso abbiamo tutti i motivi per poter dire no a Berlusconi se continuerà a a fare orecchie da mercante. Cosa che dovrà dimenticare è il fatto che da qui a poco il resto di quanto ha creato potrebbe cominciare ad implodere. E allora quali risposte darà anche a se stesso?