Quando gli uomini di destra ne combinano più degli altri. Con impreparazione arroganza e cinismo. Come a Latina

29 Settembre 2010

Fonte: Il Settimanale di Latina

Andrea Stabile

 

“La metro-farsa ”

 

Ritorno sulla questione metro. Infatti, dopo alcune dichiarazioni apparse sui giornali a seguito delle affermazioni del Commissario prefettizio, siamo passati dalla metro-bugia/metro-follia/metro-vergogna alla metro-farsa. Leggendo, ad esempio, le dichiarazioni di Zaccheo, si rimane nel dubbio se “c’è o ci fa”, in particolare per quanto dice su uno dei punti più controversi. Mi riferisco alla circostanza che la maggior parte delle entrate su cui si basa il piano economico-finanziario è costituito dai contributi regionali che saranno stanziati ed erogati, contributi che comunque l’amministrazione comunale di Latina si è impegnata, nella convenzione trentennale stipulata, a versare al privato con cadenza trimestrale, indipendentemente dall’effettivo stanziamento che sarà operato dalla Regione e dalla relativa erogazione. In altre parole: il piano economico finanziario prevede contributi per 7.500.000 euro, per cui il Comune deve versare al privato ogni tre mesi 1.875.000 euro, anche se la Regione nulla stanzia o stanzia molto di meno. Ecco, al riguardo, le “illuminanti” parole di Zaccheo: “L’entità del contributo regionale dipende dalle somme che verranno messe a disposizione per il trasporto pubblico locale nelle manovre e nelle leggi finanziarie dello Stato e, quindi, dall’andamento dell’economia nazionale. Le attuali Cassandre non hanno e non possono avere elementi per determinare oggi, con certezza, l’entità di tale contributo regionale nell’arco del lungo periodo di trenta anni.” Insomma, chi ha fortemente portato avanti l’idea della metro non si difende cercando di dimostrare l’attendibilità della stima del contributo effettuata nel piano economico finanziario e, quindi, rassicurando sui possibili rischi dell’operazione. Si difende, invece, sottolineando la quasi impossibilità di determinare in modo attendibile l’entità del contributo, che però, comunque, il Comune deve versare al privato nella misura già stabilita nel piano economico-finanziario. In questa atmosfera farsesca, al punto da sembrare surreale, si inseriscono perfettamente le dichiarazione di Felice Palumbo, all’epoca assessore ai trasporti, che sembra parlare a nome di tutti quelli della maggioranza che hanno sfiduciato Zaccheo. Eccole: “ Abbiamo sempre chiesto di vedere gli atti, ma nulla siamo riusciti ad ottenere dal sindaco. Quando il dibattito è arrivato in consiglio, visto che della documentazione non si era avuto nulla, ci dichiarammo favorevoli a sostenere la realizzazione dell’opera solo ed esclusivamente se il sindaco davanti all’assemblea avesse garantito che non ci sarebbero state spese a carico del Comune, cosa che Zaccheo garantì personalmente. Oggi invece ci troviamo di fronte ad una ecatombe per il bilancio comunale e per la città sul piano finanziario.” Insomma, a quei poveri e indifesi assessori e consiglieri comunali ex Forza Italia, così timidi e discreti nell’esercizio delle loro funzioni, è stato negato l’accesso agli atti e loro, che sono buoni ed ingenui, si sono fidati delle parole di Zaccheo. In sostanza, stando a quanto dice Palumbo, la riunione di consiglio comunale nel corso della quale è stata votata la metro, assume le caratteristiche, invece che di un assise in cui si opera secondo le regole e le forme della democrazia, di una riunione tribale nel posto più sperduto dell’Africa, in cui il capo stregone assicura che va tutto bene.