Tito Boeri: ecco i dati aggiornati della manovra a puntate

21 Agosto 2011

Fonte. www.lavoce.it

Tito Boeri

 

Su Tito Boeri, Francesco Giavazzi, Alesini e, soprattutto, su Pietro Ichino, abbiamo avuto occasione di porre confronti e rilievi. Su Boeri, Giavazzi, Alesini in particolare con Elezioni, ripartiamo dalla scuola  e con   Lo sfascio partitocratico e la nuova etica.  Non abbiamo perso occasione per mettere, inoltre, in rilievo le pazzesche posizioni sbandierate da un trasfromista sempre adeguatosi ai tempi, oggi manco a dirsi ultramerikano, Ichino. Ciò lo abbiamo fatto in maniera privilegiata in riferimnto ad un settore delicatissimo, strategico, in Italia completamente e surrettiziamente denigrato, quello della “cultura”, che  da un po’ di tempo in qua viene  altrimenti detto “istruzione università e ricerca” o anche della “conoscenza”. Strano a dirsi, la cosa più facile e corretta sarebbe dire “cultura nazionale”, ma a tanti saputoni e imbecilloni viene il mal di pancia al pensare al Minculpop o molti di costoro sono colti da un’improvvisa e incomprensibile isteria francofoba. In particolare, quello è che stata distrutta dalle mafie sindacali e dalle conventicole delle più diverse estrazioni di pseudo maghi delle scuole economiche e di “psicopedagogia” e cosiddette scienze affini è il ciclo delle scuole secondarie. Esse hanno perseguito ed ottenuto con Berlinguer e Bassanini  l’eliminazione culturale e fisica della specificità dei professori che insegnano in questo ciclo di scuole. Un traguardo di azzeramento voluto da un certo marxsismoleninismo tutto farsescamente all’italiana e pressocché unico al mondo. La cosa più greve è che ancora in questi anni la scuola sia stata abbandonata a burocrati, economisti e psicpedagogisti di lungo corso. Oserei dire, senza elementi materiali comprovanti, quanto almeno moralmente, al soldo della Cisl e degli interessi microcorporativi. Con i disastri e le iniquità estreme che, se pur camuffati con i più incredibili artifici,  sono sotto gli occhi di tutti. Con l’osanna del Dababe di ieri e del Trebrusac di oggi e del loro amicone Ichino. Non pensiamo che in tutto e per tutto Boeri, Giavazzi e Alesini la pensino allo stesso modo, anche nel settore cruciale di scuola università e ricerca. E che la “pensino” come Ichino o come le bande dei terun de l’osti in salsa verde. Certo è che il loro “operazionismo” riduzinistico e a stelle e striscie, per quanto non abbia raggiunto le platee e le demagogie poitiche di Ichino, lascia molto su cui riflettere rispetto ai due mondi al di qua e al di à dell’Atlantico. Lascia non di meno perpessi come vengano considerati poco o nulla da loro, per quanto possiamo sapere, le realtà del Vecchio Continete che riportano alle scuole secondarie e all’università in Francia, Spagna, Germania. Scozia. Eccetera eccetera. Quanto anche ai modelli retributivi italani in vigore sino  agli anni sessanta.

Proponiamo qui un articolo di Boeri ripreso dal sito che cura con i suoi colleghi, relativo non al settore della formazione e della ricerca ma agli aggiornamenti delle cifre manovre messe in atto dal governo in questi tristissimi giorni di accentuazione delle nequizie olitiche sui ceti medi pubblici e sulle categrie insostituibili ma rese perdenti da una logica tanto trasversale quanto compromissoria oltre ogni definibilità di ciò che  il cinismo dei politici italiani e dei grassatori delle lobby con tessera sindacale e di quelli che usufruiscono di scudi aspersi e unti con acqua e olio battesimali della confraternita degli evasori benemeriti.- Domenico Cambareri  

Conti Pubblici

I NUMERI DELLA MANOVRA A MEZZA ESTATE

 

Tre manovre in sei settimane. E c’è da scommettere che non sarà l’ultima data l’incapacità del governo di rimediare ai suoi errori. Aggiorniamo i numeri. La manovra è salita a 55 miliardi, 15 in più di quella di inizio luglio. A regime gli aumenti delle tasse contano per il 63 per cento dell’aggiustamento. Se si aggiungono anche i tagli agli Enti locali compensati da aumenti delle addizionali Irpef, si raggiunge il 75 per cento. Queste tasse gravano in gran parte sul lavoro anziché sulle cose, indebolendo la sempre più fragile ripresa.
IL QUADRO D’INSIEMELa tabella qui sotto documenta i nuovi numeri. La manovra è stata potenziata. Vale adesso quasi 55 miliardi, 15 in più che nella versione originale. Inoltre c’è un miglioramento, adesso consistente nel 2012 e il bilancio in pareggio viene raggiunto nel 2013. Bene. Tuttavia questo ampliamento della manovra avviene tutto sul lato delle entrate principalmente con il contributo di solidarietà, la Robin Hood tax, il nuovo incremento delle accise su benzina e giochi, etc.. A regime il 63 per cento della manovra grava sulle entrate. Il contributo delle entrate sarà ancora maggiore se gli enti locali si rifaranno dei tagli ai trasferimenti aumentando le addizionali irpef, come loro consentito già nel 2012 dalla manovra. Sono quasi tutte tasse sul lavoro. Si noti che nei documenti presentati alle autorità europee, il Governo si era impegnato ad un aggiustamento “prevalentemente sul lato della spesa” e che il Ministro Tremonti nell’anticipare la manovra alla Camera aveva parlato di “obiettivi che si devono raggiungere attraverso riduzioni della spesa”. La delega fiscale rimane imprecisata nei contenuti (per usare un eufemismo). La “clausola di salvaguardia” che sarebbe meglio chiamare “clausola capestro” viene anticipata di un anno: se non venisse esercitata entro il settembre 2012 si procederà ad un taglio automatico del 5 per cento di agevolazioni e deduzioni Irpef e Iva, a scapito soprattutto delle persone con redditi più bassi. Il taglio salirebbe al 20% nel 2014. Sono più tasse e sono regressive.
 
2011
2012
2013
2014
Maggiori entrate
2,3
14,4
31,0
34,9
di cui
 
 
 
 
   imposta deposito titoli
0,7
1,3
3,8
2,5
tasse sui giochi
0,4
0,5
0,5
0,5
accise benzina/tabacchi
0,0
3,6
3,5
3,5
  IRAP su banche/assicurazioni
0,0
0,9
0,5
0,5
taglio agevolazioni fiscali (1)
0,0
4,0
12,0
20,0
contributo solidarietà
0,0
0,7
1,6
1,6
rendite finanziarie
0,0
1,4
1,5
1,9
altre(2)
1,2
9,2
14,6
11,4
 
 
 
 
 
Minori spese
-0,1
9,4
18,8
20,4
di cui
 
 
 
 
sanità
0,0
0,0
2,5
5,0
altri trasferimenti EELL(3)
-0,4
5,6
6,7
7,4
pensioni
0,0
0,7
1,5
1,6
pubblico Impiego
0,0
0,0
0,0
0,6
ministeri
0,1
7,7
6,9
6,0
altre (4)
0,2
-4,6
1,2
-0,1
 
 
 
 
 
TOTALE
2,3
23,8
49,8
55,3
Contributo entrate
104%
61%
62%
63%
 
 
 
 
 
(1) Clausola salvaguardia delega fiscale
 
 
 
(2) Ticket sanità, contributo solidarietà pensioni, aumento accise, lotta ad evasione, etc.
(3) Al netto di dotazione fondo trasporti
 
 
 
(4) Provvedimenti “sviluppo”, dotazione fondo ISPE, riduzione finanziamento partiti, etc.
Un segno negativo su minori spese significa che le spese aumentano.

Fausto Panunzi
ha già commentato le novità di questa nuova manovra. Tra le pieghe della relazione tecnica si scopre che il fondo ISPE è stato nuovamente potenziato: 2 miliardi in più.

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