Manovra. E si rimagian tutto. Due capipartito indegni, bugiardi, impreparati e squalificati, veri compari di Gheddafi

31 Agosto 2011

Fonte: L’Unione Sarda.it

 

Manovra, salta la norma sulle pensioni
Rispunta “superprelievo”, aumento Iva

 

E’ durata meno di 24 ore la norma sulle pensioni. Al termine di un incontro tra i ministri del Lavoro e delle Riforme Maurizio Sacconi e Roberto Calderoli sulla manovra è filtrata la notizia della sua cancellazione. Si riparla così di contributo solidarietà e aumento Iva. Soltanto ieri Berlusconi si era detto “molto soddisfatto perché adesso la manovra era più “equa e sostenibile”. Ma la Lega aveva gelato il premier: “Da rivedere i ritocchi sulle pensioni”. E in Senato sono in arrivo 1300 emendamenti.
Dietrofront sulla norma pensionistica mentre si riparla di aumento Iva e contributo di solidarietà. E’ quanto si apprende subito dopo la fine della riunione al Ministero dell’Economia tra i ministri del Lavoro e delle Riforme Maurizio Sacconi e Roberto Calderoli sulla manovra. I due ministri si sono incontrati al Tesoro per lavorare con i tecnici del Ministero alle misure contenute nella manovra e per verificarne i saldi alla luce delle correzioni annunciate sulle pensioni. Il ministro del Lavoro ha lasciato il dicastero poco prima delle 11 mentre il ministro delle Riforme è uscito dopo una mezz’oretta circa.
IL DIETROFRONT – La norma che prevede l’intervento sulle pensioni dunque sarebbe saltata. E’ quanto avrebbe deciso il governo al lavoro sul testo della manovra. In particolare, si apprende da fonti di maggioranza, si starebbe valutando la costituzionalità del provvedimento che riguarda il mancato computo ai fini del calcolo dell’anzianità degli anni università e del servizio militare. Sempre secondo quanto si apprende, la questione potrebbe essere affrontata “collegialmente”, domani, probabilmente a margine della riunione del Consiglio dei Ministri.
LA GIORNATA DI IERI – I saldi, dopo le modifiche stabilite ieri ad Arcore, non sarebbero – come denuncia apertamente l’opposizione – garantiti mancando all’appello tra i 4 e i 5 miliardi di euro. E per ottenere il pareggio di bilancio lo stesso governo e la maggioranza starebbero vagliando nuove ipotesi. Che in realtà tanto nuove non sono: ritocchi alle pensioni e innalzamento dell’Iva. Il come e il quando (comunque quasi sicuramente non in manovra) lo si stabilirà nei prossimi giorni. Ad ammettere la necessità di rivedere l’intesa siglata nemmeno 24 ore fa è la Lega che sceglie la Padania per spiegare che “serve un’ulteriore riflessione” proprio sul capitolo previdenziale. Il premier – intervenendo a Studio Aperto – mostra però la parte del bicchiere mezza piena e chiama l’opposizione ad una nuova prova di responsabilità “aprendo” al loro contributo. Un invito che, preventivamente, Pd, Idv e Terzo Polo avevano però gi declinato facendo scuotere la testa a Berlusconi: “Noto – si è lamentato il premier – che gi stamane le critiche sono aumentate. Come sempre…”. Mai annunciata ufficialmente ma sempre sullo sfondo, Berlusconi lascia intendere che così, con un’opposizione critica, la questione di fiducia può essere un’opzione più che concreta: “Disponiamo – avverte infatti il Cavaliere – della maggioranza e della coesione politica per approvarla”. Ma le voci circolate ieri di un consiglio dei ministri ad hoc (già questo giovedì) per autorizzare la fiducia si fanno stasera sempre pi insistenti. Una via che però il presidente del Senato, Renato Schifani, auspica non sia percorsa: “Tutte le volte che si ricorre alla fiducia si impedisce al Parlamento di discutere”, dice al Tg1 invitando “tutte le forze politiche” e quindi anche le opposizioni, a “trovare un punto di sintesi”. Per Berlusconi il terreno d’incontro potrebbe essere, subito, quello del taglio dei costi della politica. Su questo, dice, “ora in Parlamento tocca all’opposizione che unendosi a noi consentirebbe di avere una maggioranza dei due terzi che ci porterebbe in poco tempo ad approvare la riduzione del numero dei Parlamentari e l’abolizione delle Province”. Ma i microfoni di Italia 1 forniscono al presidente del Consiglio anche l’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Incassata l’intesa di Arcore ringrazia il “senso di responsabilità della Lega” che – assieme al ‘timbrò di Tremonti sul documento di ieri – smonta “i romanzi d’agosto dei rapporti dentro la maggioranza: la realtà – spiega agli italiani – è diversa da quello che racconta la stampa”. Poi, forse per spiegare che se svolte ad ‘U’ ci sono state nell’accettare di venir meno al suo imperativo di non voler mettere mai le mani nelle tasche degli italiani, rivendica con orgoglio la retromarcia sul contributo di solidarietà: “Io avevo detto che introducevo il contributo di solidarietà con il cuore che grondava sangue perché da sempre ho promesso che non avrei messo le mani nelle tasche degli italiani – spiega – Siamo riusciti ad ottenerlo, trovando altre fonti di risparmio. Abbiamo inasprito la lotta all’evasione fiscale – aggiunge – dando ai Comuni la possibilità di fare controlli più capillari, quindi di mantenere nelle proprie tasche il maggior gettito che ne verrà “. Misure, forse, non sufficienti. Per questo, molto presto, forse già domani al Senato, i capigruppo di maggioranza di Camera e Senato dovrebbero incontrarsi nuovamente per “rimodulare alcuni interventi, in primis quello sul lavoro” e rivedere anche “nuove misure per reperire le risorse” venute a mancare dopo l’intesa di Arcore. (