I nuovi della squadra Monti. E le nostre prime perplessità

28 Novembre 2011

Fonte: La Stampa.it

 

 

Apprendiamo dalla stampa del completamento dell’esecutivo operato da presidente del consiglio e dai minsitri in carica. Certo è che nessuna nuova compagine potrebbe soddisfare le aspettative dei cittadini in primis e dei partiti. Non sappiamo i criteri di fondo secondo cui hanno agito nella scelta Monti e i suoi e non siamo tenuti a conoscerli. Esprimiamo tuttavia apprensione e disappunto sul neo ministro per la Funzione Pubblica, Patroni Griffi, al quale comunque auguriamo, nell’interesse del programma di Monti e degli italiani, che sappia essere all’altezza del suo compito e anzi rivelarsi un ottimo ministro. Preoccupazioni e  disappunto che desideriamo subito chiarire, in quanto con questa persona nulla abbiamo avuto mai a che vedere. Esse discendono dal fatto che il suo nome pare che sia stato indicato dal pericolosissimo punto mediano della trasversalità messo in opera  dalle tribù delle scimmie amerikane e dei loro club, Bassanini e Brunetta, verso cui conduciamo una guerra senza tregua. Costoro sono i responsabili del misfatti che hanno subito tanti lavoratori del pubblico impiego nell’ultimo quindicennio, in piena sintonia con quelli subiti ininterrottamente in precedenza, ad eccezione di quanti fanno parte delle giungle selvagge ben pasciute e ingrassate negli stazzi del regime partitocratico. Il quale non ha mai cambiato i suoi connotati di fondo, con o senza Berlusca al potere.

Saprà il signor Patroni Griffi, neo ministro, rompere totalmente e subito con il passato e invertire totalmente la rotta? Saprà questo neo ministro guardare con la dovuta attenzione e comprensione gli scempi perpetrati, soffermarsi sulle professioni e sui ruoli denegati e trarli fuori dall’ombra in cui sono stati relegati? Saprà combattere contro le consolidate lobby dei direttori didattici e della burocratizzazione della funzione docente operata in tutti questi anni o continuerà, come se nulla fosse successo finora, a seguire e imporre l’imprinting delle scimmie amerikane? Bloccherà la farsa iniqua della meritocrazia alla rovescia del Brunetta mallevadore non certo dei migliori? Saprà recuperare la funzione pubblica dal discredito ancora più profondo in cui è caduta e in cui ha trascinato i dipendenti che mai nulla hanno chiesto e ottenuto con sotterfugi e con clientelismo dai “dirigenti” di questi anni? Saprà rifondare la legge sulla dirigenza pubblica? Questi sono i quesiti legittimi e doverosi che poniamo al neo ministro e di conserva a Monti.

Inoltre, la nomina di Marta Dassù a sottosegretario agli Esteri a cosa è dovuta? A rappresentare e ad assicurare quali circoli d’oltre Atlantico? Noi diffidiamo tantissimo e a ragion veduta dei think tank, in cui si ritrovano ancora una volta ad operare in una trasversalità estremamente opaca uomini e gruppi, in questo caso attorno al “cenacolo” Aspen. Vero, Giulio Tremonti?

 

ESECUTIVO – COMPLETATA LA SQUADRA

Governo Monti, ecco i sottosegretari

Grilli sarà viceministro all’Economia – Patroni Griffi alla Funzione pubblica – Vittorio Grilli in una foto d’archivio – Reintrodotto il posto di Brunetta  – La Dassù agli Esteri – In squadra D’Andrea e Magri (unici politici),Ceriani, Polillo, Peluffo e Ciaccia. All’Istruzione arriva Rossi Doria

 

Un nuovo ministro, Filippo Patroni Griffi alla Funzione pubblica, tre viceministri e 25 sottosegretari, tutti tecnici (o quasi). Dopo 12 giorni si completa così la squadra del governo Monti, e si chiude una partita che negli ultimi giorni si era assai complicata, con il “niet” di diversi partiti della maggioranza a fornire propri uomini all’esecutivo.
Alla fine ha scelto Mario Monti, di concerto con i vari ministri, sulla base delle indicazioni di ‘tecnici d’area’ fornite dai partiti. Una decisione che gli stessi partiti hanno appreso solo a cose fatte, e dalle agenzie. Se i partiti non vogliono metterci la faccia, allora decidiamo noi e basta, è stato il ragionamento dalle parti di palazzo Chigi. Ragionamento che qualche fastidio lo ha creato, nelle segreterie, tanto più se sommato allo scarso flusso di comunicazioni (finora) sulle misure economiche anti-crisi che saranno adottate lunedì 5 dicembre (ma forse già venerdì) e che comunque approderanno in Parlamento la prossima settimana, come confermato dal presidente della Camera Gianfranco Fini.
Che la partita dei Sottosegretari si fosse complicata, lo si è capito anche dal ritardo con cui si è tenuto il Cdm per varare la lista: convocato alle 19, è iniziato solo alle 20,25, per poi chiudersi in appena 20 minuti. Un ritardo che, a quanto si è capito, è stato dovuto soprattutto alla nomina di Patroni Griffi a ministro della Funzione pubblica. La necessità di indicare un ministro vero e proprio per la P.A. era emersa nel corso del colloquio di Monti al Quirinale con il Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Ma sul nome un po’ di maretta sembra ci sia stata, nonostante che quello di Patroni Griffi sia un nome bipartisan, vicino all’ex ministro del Pd Franco Bassanini ma anche all’ex ministro del Pdl Renato Brunetta, che lo ha nominato alla Covip. Tuttavia, sarebbe stato il sottosegretario alla Presidenza Antonio Catricalà a sollevare qualche dubbio sulla scelta, dubbi poi comunque superati. Come sono stati superati i dubbi di Vittorio Grilli, in predicato da giorni di assumere la carica di vice all’Economia, ma con il giallo sulla possibilità di mantenere il doppio incarico di direttore generale dello stesso ministero di via XX settembre.
Dei tre vice si sa quasi tutto, sugli altri si sa ad esempio il passato, nella stessa carica ma col governo Prodi, di Giampaolo D’Andrea ai rapporti con il Parlamento insieme all’ex segretario genrale di palazzo Madama Antonio Malaschini. All’editoria Carlo Malinconico, all’Informazione e comunicazione Paolo Peluffo, già portavoce di Ciampi, agli Affari Esteri Marta Dassù e Staffan de Mistura, all’Interno Carlo de Stefano, Giovanni Ferrara e Saverio Ruperto. I sottosegretari alla Giustizia saranno in due: Salvatore Mazzamuto, già laico del Csm e consigliere di Angelino Alfano a via Arenula e Andrea Zoppini, alla Difesa Filippo Milone e Gianluigi Magri, già sottosegretario all’Economia in quota Ud nel secondo governo Berlusconi. Oggi all’Economia vanno, oltre a Grilli viceministro, i sottosegretari Vieri Ceriani e Gianfranco Polillo, già capo dipartimento Affari Economici di palazzo Chigi ma anche consigliere del Pdl. Allo sviluppo Economico vanno invece Claudio De Vincenti, economista che ha collaborato con Vincenzo Visco alle Finanze, e Massimo Vari. Alle Politiche Agricole Franco Braga, all’Ambiente Tullio Fanelli, alle Infrastrutture Mario Ciaccia sarà viceministro, e Guido Improta sottosegretario. Il terzo viceministro sarà al Lavoro Michael Martone e Cecilia Guerra sottosegretario. Alla Salute Adelfio Elio Cardinale, all’ Istruzione Elena Ugolini e Marco Rossi Doria. Infine ai Beni Culturali Roberto Cecchi.
Monti in mattinacta aveva incontrato il Capo dello Stato al Quirinale. Con Napolitano il premier ha affrontato il tema della nuova emergenza economica: ci sono i dati dell’Ocse che certificano il blocco della crescita. Di più: l’Italia nel 2012 sarà addirittura in recessione, rendendo ancora più complicato per il nostro Paese il pareggio di bilancio previsto per il 2013. Obiettivo che, per altro, verrà a suo modo certificato da un voto della Camera che proprio domani dovrà votare l’introduzione del principio in Costituzione. Ma sul traguardo non ci dovranno essere incertezze: l’Italia deve confermare l’obiettivo e le misure economiche che verranno varate per il 5 dicembre lo dovranno centrare, ha assicurato il premier al Capo dello Stato. Il quale ha chiesto anche ragguagli su cosa l’Italia andrà a dire all’Ecofin e su come il governo intenda combinare le misure italiane con quelle che dovrà prendere l’Europa. E, a Napolitano, Monti ha anticipato anche le novità che sarebbero arrivate di lì a poco sul governo, con le innovazioni che dovranno modificare l’operatività della squadra di ministri, vice e sottosegretari. Con la sua visita al Quirinale il premier ha aggiornato il Presidente sui passi avanti compiuti durante il vertice di governo di sabato, sulla ratio che intende seguire per l’adozione delle misure: un mix tra riforme strutturali e manovra che dovrà seguire la regola aurea che si è dato l’esecutivo di far convergere rigore ed equità.