Genetica: nuovi studi sulle modificazioni ambientali del Dna

03 Febbraio 2012

Fonte: Galileo on line

 

Comincia l’era dell’imprinting genomico

 

Redazione Galileo – Prima è arrivato lo studio della genetica, poi quello dell’epigenetica (quell’insieme di meccanismi che regolano e modificano l’espressione dei geni, e su cui influiscono i fattori ambientali). Ora, i ricercatori dell’istituto Adriano Buzzati Traverso del Cnr di Napoli (Igb-Cnr) sono arrivati a una nuova frontiera: lo studio dell’imprinting genomico. Ovvero: come il Dna e le sue modificazioni epigenetiche si integrano per poi trasmettersi alle generazioni successive. Un passo verso la comprensione di questo meccanismo biologico è stato appena fatto grazie a uno studio diretto da Giovanna Grimaldi (Igb-Cnr), Andrea Riccio e Paolo Pedone della II Università di Napoli, e Didier Trono dell’Ecole Polytechnique Federale di Losanna, ora pubblicato su Molecular Cell. Per il momento, i ricercatori sono riusciti a caratterizzare il ruolo di una proteina, Zfp57, che garantisce la conservazione dei segnali epigenetici dall’embrione all’adulto (“In Embryonic Stem Cells, ZFP57/KAP1 Recognize a Methylated Hexanucleotide to Affect Chromatin and DNA Methylation of Imprinting Control Regions”, Molecular Cell, volume 44, pag. 361-372, Simon Quenneville, Gaetano Verde, Andrea Corsinotti, Adamandia Kapopoulou, Johan Jakobsson, Sandra Offner, Ilaria Baglivo, Paolo V. Pedone, Giovanna Grimaldi, Andrea Riccio, Didier Trono, doi: 10.1016/j.molcel.2011.08.032)