Ricerche sui percorsi della conoscenza esoterica

05 Agosto 2012

Fonte: Airesis

 

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Alchimia e percorsi esoterici

 

Wouter J. Hanegraaff
ESOTERICISMA AND THE ACADEMY: Rejected Knowledge in Western Culture CAMBRIDGE UNIVERSITY PRESS, January 2012, www.cambridge.org Hardback, ISBN:9780521196215 Lingua: INGLESE, 478 pages, 4 tables, £65.00
Academics tend to look on ‘esoteric’, ‘occult’ or ‘magical’ beliefs with contempt, but are usually ignorant about the religious and philosophical traditions to which these terms refer, or their relevance to intellectual history. Wouter Hanegraaff tells the neglected story of how intellectuals since the Renaissance have tried to come to terms with a cluster of ‘pagan’ ideas from late antiquity that challenged the foundations of biblical religion and Greek rationality. Expelled from the academy on the basis of Protestant and Enlightenment polemics, these traditions have come to be perceived as the Other by which academics define their identity to the present day. Hanegraaff grounds his discussion in a meticulous study of primary and secondary sources, taking the reader on an exciting intellectual voyage from the fifteenth century to the present day and asking what implications the forgotten history of exclusion has for established textbook narratives of religion, philosophy and science. (dalla quarta di copertina).
Contents:
– Introduction: Hic sunt Dracones.
1 – The history of truth: recovering ancient wisdom
2_ The history of error: exorcising paganism.
3 – The error of history: imagining the occult
4 – The truth of history: entering the academy.
Conclusion: Restoring memory.
Wouter J. Hanegraff is professor of History of Hermetic Philsoophy and Realted Currents at the University of Amsterdm. He is author of New Age religion and Western Culture (1996) and Lodovico Lazzarelli (1417-1500) (with R. M. Bouthoorn, 2005). He is editor of the Dictionary of Gnosis and Wetern Esotericism (2005) and co-editor of six other books, including Hidden Intercourse: Eros and Sexuality in the History of Western Esotericism (Co- edited with Jeffrey J. Kripal, 2008).
Gilles Le Pape
DE L’ADMIRABLE PALINGENESIE
La mort lui va si bien! Du phénix alchimique à la problématique théologique.
Arché, Milano 2011 , Lingua: Francese, ISBN: 9788872523148 234, pag., Euro 26,37
Quel est le point commun entre la mort et la théosophie, le phénix et l’alchimie, Dracula et les Pères de l’église, la Rose-croix et la Franc-maçonnerie, la Parousie et la réincarnation? Pour faire bref, qu’est-ce qui relie l’imaginaire, l’espérance et la poésie dans les trois règnes? La palingénésie. Ce terme peu usité dont la thématique, au moins sous certains de ses aspects, est cependant connue de tous tant elle est une clé indispensable à la compréhension de l’histoire des idées, des courants ésotériques et religieux.
Ce n’est qu’un concept poétique, une idée philosophique ou spirituelle pendant des siècles, jusqu’à la révélation de sa démonstrabilité à la fin du XVIe. Théosophe ou théologien, il fallait alors choisir son parti dans un univers où homoncules, génération spontanée et règle des correspondances universelles constituent la matière et le cadre habituel de la réflexion. En suivant la christianisation de la palingénésie, la transformation du phénix de symbole solaire en une représentation de la résurrection pour l’édification de l’homme, cette enquête chemine entre ses plus beaux rêves, ses plus belles pensées sur la survivance de l’âme et sa démonstration par la chymie.
(comunicazione editoriale)
Gilles Le Pape, historien diplômé de l’Ecole Pratique des Hautes études en sciences religieuses sous la direction du professeur Antoine Faivre, est l’auteur d’études sur les écritures magiques en théurgie (Archè, 2006), d’un ouvrage sur le concept d’idée reçue dans l’histoire de l’église (Idées de Dieu, édite, 2009), de Rituels et catéchismes au Rite Œcuménique (l’Harmattan, 2011) et de nombreux articles et collaborations à des ouvrages de type universitaire et à vocation internationale (PUF, Brill…).
 

 

Ancora un aggiornamento nelle pagine di www.massimomarra.net

 Nella sezione XI-XVI secolo: http://www.massimomarra.net/921/XIXVI-sec

 
– Anonimo – Una ricetta per fare l’oro attribuita al Re Mattia Corvino.
Pubblicata per la prima volta nel 1929 dal prof. Louis Karl nella celebre rivista italiana Archeion – archivio di storia della scienza, questa ricetta rappresenta un ulteriore testimonianza del fiorire degli studi ermetici, astrologici ed alchemici alla corte del re d’Ungheria Mattia Corvino (1440-1490). Studioso di scienze ermetiche, il re Mattia fu il dedicatario del De vita Coelitus comparanda di Marsilio Ficino.
 
Nella sezione XVII-XVIII secolo: http://www.massimomarra.net/906/XVII-XVIII-sec
 
– Baro Urbiger – Aphorismi Urbigeriani o Circulatum Majus (1690)
– Baro Urbiger – Circulatum Minus urbigerianum (1690)
– Baro Urbiger – Poscritto contenente una spiegazione della figura premessa agli aforismi urbigeriani (1690).
Questi tre scritti, in prima traduzione italiana, uscirono a Londra nel 1690 per I tipi di Henry Faithorne con il titolo di Aphorismi Urbigerani, Or Certain Rules, Clearly demonstrating the Three Infallible Ways of Preparing the Grand Elixir or Circulatum majus of the Philosophers, Discovering the Secret of Secrets and detecting the Errors of vulgar Chymists in their Operations: Countain’d in One Hundred and One Aphorisms: To which are added the Three Ways of Preparing the Vegetable Elixir or Circulatum Minus: All deduc’d from Never Erring Experience. By Baro Urbigerus, A servant of God in the Kingdom of Nature. Experto Crede.
Gli aforismi ebbero poi diverse edizioni tedesche, e furono ristampati in inglese in una versione leggermente modificata nel The lives of alchemystical philosophers (1815). Dietro lo pseudonimo Urbiger, talvolta associato ad un non meglio identificato Borghese, si nasconde un alchimista dalla solida dottrina ermetica, che manifesta chiari riferimenti a Paracelso ed Ireneo Filalete. Quella presentata in queste pagine è la prima traduzione integrale italiana del testo di Urbiger.
 
Nella sezione Archivio Storico: http://www.massimomarra.net/844/Archivio-Storico
 
– M. de Souhesmes, Un episodio della storia dell’alchimia in Lorena (1898)
Due alchimisti misteriosi (ci è noto solo il loro nome, Pierre Rouyer e Claude Pigny) nel 1609 convincono Enrico II, a corto di denaro, ad investire dei loro esperimenti per la trasmutazione. I due vengono alloggiati al castello di Condé, dove gli si attrezza un laboratorio e gli si fornisce tutto l’occorrente. Gli si fornisce oro ed una paga di sette franchi al giorno, vitto e due caraffe di vino. Sotto gli occhi degli esperti del re, a più riprese, nel corso degli anni successivi, si eseguono tentativi di trasmutazione. Nel gennaio 1612, tuttavia, in mancanza di risultati concreti, essi vengono rinchiusi nel castello e gli si intenta un processo; ma il trattamento carcerario che ricevono è mite. Lo stesso prevosto di Condé, del resto, è un sostenitore della Grande Opera. L’articolo di de Souhesmes segue la vicenda dei due alchimisti, una vicenda paradigmatica del delicato rapporto che doveva intercorrere tra i “soffiatori” del tempo ed l’avido potere delle corti.
– Louis Figuier, L’alchimia nel XIX secolo, estratto da ‘L’Alchimie et les Alchimistes’ (1860).
Il Figuier (1819-1894) di sicura fede positivista, tradisce tuttavia nel suo saggio su L’Alchimie et les alchimistes una inconfessabile ed ambigua simpatia. Egli, pur tenendosi alla larga da una qualunque commistione del suo ortodosso orizzonte scientifico con le teorie alchemiche, palesemente sente il fascino, più che delle teorie, dei personaggi che tratteggia. Non fa eccezione questo capitolo finale che egli dedica agli alchimisti suoi contemporanei, che appare essere anche una preziosa testimonianza di come, in una Parigi di pochi decenni antecedente la rivalutazione della scienza ermetica operata dalla renaissance occultiste della fine del secolo, ancora vi fosse una schiera di alchimisti che Figuier non esita a definire abbastanza ricca.
– Pierre Martin-Rey, Antiche Monete Ermetiche fatte d’oro ed argento filosofali (1867).
È questo il primo saggio contemporaneo che affronta il tema, più volte ripreso in seguito, delle testimonianze numismatiche celebrative di episodi di trasmutazione dei metalli in oro, che, già a partire dal XII secolo, ma più intensamente nel corso del XVII, sono disseminate nelle collezioni di tutto il mondo. Principi e sovrani, spesso ingannati dalle promesse di abili e più o meno truffaldini imbonitori, assistettero a meravigliose trasmutazioni (che, in qualche caso eseguirono in prima persona) e celebrarono l’avvenimento meraviglioso con apposite monete e medaglie coniate da oro ed argento filosofali. L’articolo di Pierre Martin-Rey (1813.-1874) passa in rassegna questi reperti numismatici, ricollegandoli alle storie reali o leggendarie di cui sono testimonianza