Stupidità cronica europea. C’è solo da impallidire

Sempre in ordine sparso, e a fare autogol. Carrierismo da utili idioti

21 Giugno 2020 Domenico Cambareri

La rivista francese Meta-Défense.fr dedica un articolo alla sempre più concreta ipotesi che Berlino abbandoni il progetto comune per la realizzazione di un pattugliatore navale con grande autonomia operativa.

Precisiamo che quando si parla di questa tipologia di aerei,
pattugliatori marittimi a lungo raggio per la caccia antisommergibile come missione prioritaria, si parla di cifre e costi colossali. Il nuovo velivolo dovrebbe in teoria entrare in linea a metà degli anni trenta.

Questa tipologia di aeromobili altamente esclusivi sta acquistando un elevato profilo sia di teatro che strategico, considerati gli sviluppi rivoluzionari della tecnologia dei sottomarini e dei sommergibili con equipaggio o pilotati da remoto e delle molteplici sottofamiglie dei piccoli sommergibili invisibili e dei siluri sovietici a propulsione nucleare operanti in profondità e a a grande velocità.

Oggi, invece, la Germania si trova nell’urgenza di dovere anticipare la dismissione dei vecchissimi P-3 Orion americani, acquistati di seconda mano dall’Olanda, perché finanziariamente e sotto il profilo operativo è assurdo avviarne un aggiornamento. Come coprire un vuoto di quindici anni ? La Germania abbandona dunque il progetto comune MAWAS con la Francia?

P-8 Poseidon della Nuova Zelanda

L’Italia aveva scelto una sua strada, per procedere per tappe intermedie, dopo il ritiro degli Atlantic 1, optando per una versione militarizzata dell’aereo biturboelica leggero ATR-72 di produzione franco-italiana, dotato di scarse autonomia e capacità di carico (come mai non fu scelta una versione del C7-J Spartan, interamente italiano, dotato di un portellone di carico posteriore e di una stiva più capiente, cosa che avrebbe annullato l’assenza del vano interno per le bombe dell’ATR-72?!

L’esigenza italiana scaturiva da più motivazioni: assoluta assenza di risorse finanziarie; possibilità di esportare il nuovo velivolo di transizione, con buona parte della tecnologia imbarcata per la guerra antisommergibile, a Marine straniere; aspettare momenti più propizi per una scelta più mirata nell’ambito del panorama marittimo e aerospaziale internazionale, anche per la possibilità di trovare partner con cui allearsi. Certo è che da allora la Marina Militare ha visto decrescere enormemente le sue possibilità operative nel campo, in pieno contrasto con le accresciute esigenze oceaniche di pattugliamento marittimo e ricognizione (Mediterraneo allargato: Oceano Indiano centro-occidentale e Atlantico centro-orientale).

L’Italia, che aveva preferito dismettere gli ottimi bimotori Atlantic francesi e non ammodernarli a livello 2 come aveva deciso Parigi per prolungare la vita operativa in attesa di decisioni definitive, aveva esigenza di non rimanere sotto condizionamento tecnico, oltre che essere memore della fregatura e del tradimento gollista che aveva dovuto incassare decenni addietro. Infatti, l’acquisto degli Atlantic al posto dei quadrimotori P-3 Orion era avvenuto nel contesto di un accordo con cui il governo francese si impegnava a rifornire l’Italia del combustibile fissile occorrente per il reattore della prima nave italiana a energia nucleare. Un terribile colpo (v. in questo sito, anche in riferimento al progetto della Marina Militare per la costruzione del primo sottomarino nucleare europeo, sabotato dal magnifico alleato e vincitore US) . Per inciso, non dimentichiamo che la scellerata politica gollista del tempo portò la Francia a cedere i segreti per la produzione di armi atomiche a Israelebombarda, molti anni prima che gli USA seguissero e superassero tale folle condotta.

Il Regno Unito, da parte sua, anziché cercare alleanze in Europa (per di più la sua industria aerospaziale BAE già faceva parte del colosso Airbus), decideva il ritiro del suo quadrireattore Nimrod, l’ultmo grande aereo costruito dall’industria britannica, e firmava il contratto con Boeing (USA) per l’acquisto del pattugliatore oceanico P-8 Poseidon, il cui peso a pieno carico è quadruplo rispetto all’ATR-72.

Oggi, Regno Unito e Norvegia hanno già acquisito e reso operativo il Poseidon.

P-8 Poseidon della R.N.

Ecco cosa significa per gli europei procedere per ordine sparso! Dipendere, per le macchine (avionica, motoristica, equipaggiamenti elettronici) e gli armamenti più importanti, sempre dall’industria d’oltreoceano e dagli umori di quell’amministrazione di turno.

La Marina germanica, sulle orme di quella italiana e caricandosi delle stesse limitazioni, adotterà un aereo di transizione, un piccolo Airbus, o passerà direttamente al Poseidon, come la Royal Navy? E la Francia, cosa farà? Non potendo più affrontare investimenti così impegnativi da sola, chinerà la testa e acquisterà anch’essa il Poseidon?

La logica ad escludendum, con punti di contatto e anche dissimili, riguarda progetto e sviluppo del carro armato franco-tedesco MGCS quale sostituto dei carri da battaglia pesanti Leclerc e Leopard 2

Progetto del carro franco-tedesco MGCS

Anche qui la logica del duopolio e dell’egemonia ha portato a escludere altri partner europei, in primis l’Italia. Certo è che l’esclusione di Roma, che ha l’esigenza di sostituire i pochi e vecchi esemplari dell’Ariete, versione nazionale aggiornata del Leopard 1, non è dovuta solo al fatto della grande inaffidabilità dei governi italiani, quanto pure al non avere un non conveniente co-partecipe nell’ambito tecnologico e in quello dei profitti. Bene. Nonostante le continue lotte fra industrie, parlamenti e governi di Francia e di Germania, il progetto sembra destinato a un futuro positivo.

Carro armato da battaglia francese Leclerc

E l’Italia? Grazie alla dabbenaggine e all’insipienza dei governanti, ma anche, a nostro parere, alle inadeguate intraprendenza e decisionalità dei vertici dell’Esercito e del Segretariato degli armamenti terrestri, che hanno bloccato ogni movimento a Leonardo (già Otomelara / Finmeccanica) e a IVECO, le maggiori industrie italiane del settore, prima mutismo assoluto. Poi, perdita di tempo preziosissimo pensando di interloquire statunitensi e … il vieto Israelebombarda. Infine, Spagna e Austria. con l’aspettativa di un ripensamento a buon pro di Varsavia. Capperi!

Ebbene, Madrid doveva essere intercettata e invitata da anni . A maggior ragione, non ultimo il fatto che nel progetto franco-germanico la sua partecipazione è del tutto irrilevante sul piano industriale. Laddove, invece, nel progetto a guida italiana, la Spagna non può che vedere notevolmente accresciuta la sua partecipazione. Lo stesso dicasi per Polonia e Austria.

C’è da dire che le industrie di Austria e Spagna, in alleanza con un’industria americana, hanno recentemente dato il via a un progetto di carro medio da battaglia, armato con un nuovo cannone da 120 dell’italiana Leonardo. Da qui, il passo verso la definitiva evoluzione di un carro pesante da battaglia, il passo è breve, se non obbligato. Inoltre, l’alleanza politica e industriale anche di tre di queste Nazioni, Italia in testa, permetterebbe di conseguire la massa critica indispensabile in termini finanziari e di quantità di carri da realizzare. Così come indubbi e importanti ricadute della r&s e del lavoro, di profitto monetario e di autonomia da ulteriori condizionamenti politici da parte del duopolio franco-tedesco. Ulteriori prospettive di vendita in concorrenza con il prodotto franco-tedesco n.on sarebbero affatto aleatorie

Infine, c’è chi pensa di “pescare” il Regno Unito. Nulla va mai escluso a priori. Questa domanda però è lecita: il Regno Unito ha rinunciato a tante cose, compresa la progettazione delle due nuove grandi portaerei, visto che ha accettato il progetto dei cantieri francesi, Non ha mai co-progettato e co-prodotto un carro armato con altri partner, europei o alleato speciale americano. Chissà. Forse ciò sarà dovuto pure al fatto che le scelte prioritarie dello Stato Maggiore e del corpo tecnico britannico sono state sempre difformi rispetto a quelle degli altri eserciti? Si sbaglia a ricordare qui che gli inglesi hanno anteposto e antepongono in modo assai rilevante la corazzatura alla velocità del mezzo? La storia dello Chieftain prima e del Challenger 2 poi dice forse qualcosa? Il progetto del nuovo Streetfighter II ci dirà qualcosa di diverso?

Carro da battaglia Challenger della Royal Army