Anatolia: il pozzo senza fine che riscrive incessantemente e ex novo la nostra storia

13 Settembre 2025 Fonti: Stile Arte e varie Nota di Domenico Cambareri

Nota di D.C. – Dagli scavi della collina di Göbekli Tepe, in Anatolia sud-orientale, scoperta dall’archeologo tedesco Klaus Schmidt nel 1995 (‘Premio Capo Circeo’ ‘alla memoria’), il cui sito era stato già individuato da archeologi suani/usani (USA) e turchi, a quelli rinvenuti dopo, sino a mesi recenti, il quadro della preistoria del V. e M. Oriente che mondiale entro i primi 15000 anni nei prossimi decenni sarà riscritto in toto. Lo conosceranno i più giovani e i nuovi nati. La lavorazione dei monoliti sconvolge già i quadri cronologici più aggiornati di protostoria e preistoria e della simbologia di tanti manufatti. Quest’ultimo rinvenimento costituisce un enorme passo in avanti, non ultimo per gli storici delle religioni e quelli del potere e della regalità.
Certo è che pure, e in via antecedente, la ricostruzione ‘a posteriori’ degli eventi getterà nuova luce pure sulle apocalittiche attività sismiche della regione, che portarono alla distruzione non solo dell’impero hittita e della talassocrazia cretese.


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STILE ARTE
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Diretto da MeF Bernardelli Curuz
Image Credit: Republic of Türkiye, Ministry of Culture and Tourism
Archeologia | Nel cuore di Karahantepe, la scoperta che cambia la storia: perché il volto umano di 12mila anni fa inciso su una stele a “T” è un segno unico e sconvolgente della nascita della coscienza?
Redazione6 Ottobre 2025Archeologia – Ultime notizie ed approfondimenti
Per la prima volta nella storia dell’archeologia, un pilastro a forma di “T” con un volto umano scolpito è emerso dal terreno di Karahantepe, nella Turchia sudorientale. La scoperta – annunciata nell’ambito del progetto Taş Tepeler, promosso dal Ministero della Cultura e del Turismo turco – segna una svolta epocale nello studio dell’arte e del pensiero simbolico dell’età neolitica.
Le profonde cavità degli occhi, il naso largo e le linee scolpite con decisione restituiscono l’immagine di un volto che sembra osservare chi lo guarda da un tempo remoto di oltre 12.000 anni. È la prima volta che una delle celebri stele antropomorfe di tipo “T” – note già a Göbeklitepe e a Karahantepe – mostra una fisionomia umana vera e propria, e non solo braccia, mani e motivi simbolici.
Dal simbolo all’identità
Quando l’astrazione diventa autoritratto dell’umanità
Gli studiosi sapevano da tempo che le colonne a “T” rappresentavano figure umane stilizzate: le mani scolpite sui lati e le cinture incise ne rivelavano la natura antropomorfa. Ma la comparsa di un volto segna un passaggio radicale: per la prima volta, l’uomo antico si rappresenta come individuo, non più come simbolo collettivo.
Secondo gli archeologi del Taş Tepeler Project, questa evoluzione testimonia una nuova consapevolezza del sé e della propria identità, una soglia concettuale che segna il punto di nascita dell’autoritratto e della coscienza di sé nella preistoria.

Sito: Karahantepe, provincia di Şanlıurfa (Turchia)
Progetto: Taş Tepeler – Ministero della Cultura e del Turismo della Turchia
Periodo: Neolitico preceramico (circa 10.000 a.C.)
Scoperta: Pilastro a “T” con volto umano inciso, il primo mai ritrovato
Siti collegati: Göbeklitepe, Sayburç, Sefertepe, Harbetsuvan Tepesi

Archeo

PECC 2015. Altra pagina dell’archeologia mondiale. …


Premio Europeo Capo Circeohttps://www.premiocapocirceo.it › pecc-2015-altra-pagin…

PECC 2015. Altra pagina dell’archeologia mondiale. Göbekli Tepe. “Alla memoria” del Prof. Klaus Schmidt. 14 Ottobre 2015. EUFRASIA.