«Gli incontri culturali di ParvapoliS»: Marcello Veneziani

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13 Febbraio 2002

Continuano giovedì 14 febbraio «Gli incontri culturali di ParvapoliS», ideati da Mauro Cascio e condotti da Domenico Cambareri. Dopo Giano Accame, Gianfranco De Turris, Nicola D’Adamo, Riccardo Pedrizzi, Giacomo Marramao e Nino Piccione sarà Marcello Veneziani ospite del divano del Privé del Felix in una serata dal tema «Destra plurale».
Giornalista brillante come pochi, scrittore e studioso di filosofia, è autore di vari saggi, tra i quali: «L’ antinovecento. I profeti del terzo millennio» (1996), «Sinistra e destra» (1997), «Comunitari o liberal» (1999), «Di padre in figlio – Elogio della Tradizione» (2001). Editorialista di «Il Giornale» e di «Il Messaggero», collaboratore della Rai, è stato direttore di «Il Borghese» e «Lo Stato». Ha diretto e fondato l’«Italia settimanale».
Veneziani si confronterà con i temi che la nostra testata ha affrontato in questi mesi con i più grossi intellettuali italiani. La globalizzazione, per esempio. Un intellettuale schierato a destra segnala limiti e contraddizioni di un processo che rischia di ricondurre ogni aspetto della vita umana al puro scambio economico. Il mercato è utile e necessario ma non è tutto. E non può essere lasciato a se stesso, perché determinerebbe la fine della politica e l’avvento di una società controllata da un’oligarchia di mega-azionisti e tecnocrati, coadiuvati dai comunicatori. «C’è un’aura di fatalismo intorno alla globalizzazione che nuoce alla comprensione critica e attiva del fenomeno. C’è la riduzione della globalizzazione a fenomeno ineluttabile, automatico, quasi atmosferico, comunque scritto nel codice genetico del mondo, della civiltà e dell’Occidente. E tutto questo non giova a governare i suoi processi, a filtrare i suoi esiti, a favorire o limitare alcuni suoi effetti. Per cominciare c’è una considerazione di ordine generale che va meglio precisata. In senso lato, è vero, la globalizzazione è un destino scritto nel cammino dell’uomo, e in particolare dell’uomo occidentale. Le gambe su cui avanza sono la volontà di potenza e l’universalismo religioso. Da una parte infatti l’espansione illimitata dell’umanità viene sospinta dallo spirito di conquista, dalla volontà prometeica di soggiogare il mondo e di assimilarlo, plasmarlo a propria immagine e somiglianza. E tutto questo nasce da quel conato originario che Nietzsche designò appunto come Wille zur Macht, volontà di potenza. Dall’altro verso un’esigenza opposta alla volontà di potenza e al titanismo accompagna l’avventura dell’Occidente da Alcuni millenni: è il monoteismo, la religione universale e i suoi corollari, espressi soprattutto nel cristianesimo, come l’ecumenismo, l’evangelizzazione, lo zelo missionario per redimere e convertire i popoli. Le due spinte si mescolarono nell’epoca della colonizzazione che fu la prova generale della mondializzazione. La prima forma di globalizzazione fu dunque l’impero. A seguire il cosmopolitismo illuministico e massonico, il filantropismo sociale, l’internazionalismo socialista…». Poi ovviamente si parlerà di politica, di tecnologia, di Tradizione.
«Gli incontri culturali di ParvapoliS» continueranno il 21 febbraio con Giuseppe Spadaro («Il novecento politico, crocevia di modernità e tradizione» e si chiuderanno il prossimo 28 febbraio con Pietro Grassi («Filosofia e bioetica: l’amore e la vita»). L’iniziativa di Mauro Cascio si svolge con la preziosa collaborazione delle associazioni culturali Gli Argonauti, Penelope 2000, Federico II, L’Universale e della libreria Europa di Roma. Tutti gli incontri saranno disponibili online su www.parvapolis.it

Rita Bittarelli

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