D’Alema nel vertice dell’Unione Europea? No, grazie. Né per gli interessi comunitari né per quelli italiani

 

31 Ottobre 2009

Domenico Cambareri

Per Massimino Baffetto Scossa Elettrica una carica nell’UE? Non scherziamo!       La sinistra europea ha sparato una balla grossa come tutta Strasburgo. 

Che peccato perder tempo e far ridere così su cose tanto serie. Il santo protettore dei parassiti del ceto politico e burocratico, il distruttore di gran parte dell’edificio pubblico e della cultura: D’Alema Dababe blablabla……
 

In merito alla prossima designazione delle quattro massime cariche dell’Unione Europea, in particolare del presidente del consiglio europeo e del vice presidente “vicario” ad interim con la carica di alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, il presidente del consiglio ha dichiarato che il governo italiano appoggerà la candidatura proposta su nomi italiani. D’Alema ha quindi ringraziato il governo italiano per la correttezza mostrata. Perché D’Alema? Perché il suo nome è stato inserito nella rosa dei nomi della sinistra europea proposti per la seconda carica. Bene avere un italiano, nel nuovo vertice europeo, come è stato al tempo della presidenza del consiglio Berlusconi con a capo della commissione europea Prodi. Ma è proprio un bene in ogni caso? Ritengo proprio di no, se parliamo delle prime quattro cariche e non semplicemente di un vicepresidente. Non soltanto perché ritengo sul piano politico Massimo D’Alema un esponente assolutamente inaffidabile, imprevedibile, un giocatore il quale ritiene la “protezione” del particolare un dato preclusivo e sacro. Quanto anche e soprattutto perché lo ritengo il responsabile politico del governo – esattamente dei due governi – più fallimentare e distruttivo dal’94 in poi. Alla sua logica politica ciò che è definibile anche in maniera molto approssimata come bene comune non interessa alcunché. La sua astuzia è stata espressione di perfida strumentalità politica pronta a colpire nei momenti più critici alleati e leader ed espressione di edulcorata celia e adattamento mimetico, inverosimili nei travestimenti ideologici e nei messaggi cifrati. Le occasioni in cui l’ho ricordato in passato sono state diverse. Cerchiamo di riepilogarle sinteticamente. D’Alema, il capo del gabinetto da me appellato DaBaBe (DalemaBassaniniBeRlinguer: Dababe è assonante con qualcosa con…. babbeo….., ma se lo fosse stato avrebbe prodotto sicuramente meno danni!): – allargava enormemente la base del “ceto politico” stipendiato che negli anni precedenti si era riusciti a ridurre, anche se di poco, e dava il via all’exploit delle retribuzioni d’oro delle cariche pubbliche (in uno con la riforma costituzionale “federalista”), in primis con i continui botti delle retribuzioni dei consiglieri regionali e dei costi delle amministrazioni regionali, e dei loro dirigenti veri mezzi veri fasulli e falsi e delle loro “rottamazioni riliquidate”, gravami “gravosissimi” che ci pesano molto, molto di più di quelli dei parlamentari nazionali; – attuava la riforma sciagurata della Costituzione in termini a dir poco riprovevoli e scandalosi, attribuendo poteri enormi alle regioni e agli enti locali che hanno di fatto messo una camicia di forza allo Stato e al governo centrale rendendo spesso impossibile in tempi né brevi né medi né lunghissimi il raggiungimento di decisioni importanti e il varo definitivo, ad esempio, di progetti di ammodernamento delle infrastrutture e realizzando l’incredibile primato del doppio cerimoniale, con altri costi ricorrenti che non cesseranno mai negli anni a venire; – distruggeva i sistemi di ricorso e di controllo locale dell’azione di comuni ed enti facendo aumentare in maniera spasmodica l’ipertrofia d’onnipotenza dei sindaci e dei capi di turno ; – sbrindellava ed impoveriva gli aspetti motivazionali e di riconoscimento della dignità lavorativa  tutto l’apparato burocratico, salvo quello regionale che rientrava sotto la sua esclusiva clientela, in particolare attuando il totale declassamento dei quadri funzionali, e operando in simultanea una nuova riforma dirigenziale con cui la “dirigenza” (!) veniva definitivamente aggiogata al carro politico e al contempo retribuita con emolumenti fino ad allora ritenuti impensabili: nuovi sceicchi e percettori parassiti di ricchezza e ultimi emuli del sistema fallito del liberismo angloamericano; – con i suoi ministri del tesoro e delle finanze, rispettivamente Amato e Visco, elargiva “facilitazioni “incredibili, innominabili e scandalose oltre ogni limite alle banche, come ha ricordato la coraggiosa conduttrice di Report, Milena Gabanelli, nell’ultima puntata della sua trasmissione, giornalista certo ideologicamente assonante con D’Alema e non con me; – per dare una verginità politico-istituzionale nuova ad una parte non minoritaria degli uomini del suo governo e del suo partito e del partito antecedente e a tutta la loro storia ideologica, imponeva una svolta demagogica incredibile e costosa la cui azione destabilizzante all’interno delle Forze Armate non è esaurita e non lo potrà mai essere, con l‘elevare i carabinieri a rango di Forza Armata. Siamo l’unico Paese al mondo con quattro Forze Armate, quando non spendiamo neppure la metà di quanto dovremmo spendere per la Difesa, e quando pressoché la totalità dei carabinieri sono impegnati da sempre in compiti di polizia. D’Alema sceglieva un’opzione politicamente, in termini di “efficienza” della politica di difesa, clientelare e devastante, a 360°, molto costosa ( i costi non sono mai stati resi noti, per quanto mi risulta, e, per effetti del trascinamento, essi andrebbero aggiornati di anno in anno!), ridicola, che aumenta la complessità della macchina burocratica e le sovrapposizioni e gli attriti, al posto di procedere al semplice passaggio della dipendenza funzionale del comando generale dell’arma dei carabinieri dal capo di S.M. dell’Esercito al capo di S.M. della Difesa, senza spendere una lira! – mentre sui carabinieri “Forza Armata” (!) D‘Alema ha dilapidato e fa ancora dilapidare milioni di euro, per lo sviluppo del caccia intercettore europeo Efa, mancando i soldi….., faceva finanziare gli obblighi in scadenza con prestiti bancari a tasso corrente! – faceva sprofondare nello sfacelo più completo la scuola italiana e l’università, reduci già dalla disavventure patite sotto D’Onofrio; – realizzava il boom delle “cattedre” universitarie nazionali gonfiate con il giochetto della “laurea triennale” (!) e della specializzazione biennale; – realizzava il comunismo e il caos più completo nell’ambito della funzione docente con le azioni scardinatrici ed eversive del suo quadro professionale tanto da attribuire parità di voto e di ruolo al professore e all’assistente tecnico pratico negli istituti tecnici e professionali e consentendo, per quanto si sappia, all’insegnante tecno-pratico di concorrere per incarichi prima preclusi; – realizzava l’ “orizzontalizzazione della dirigenza”, anche scolastica, con il finimondo nella burocrazia e nella scuola, in cui tuttora è in atto con professori “dirigenti” che hanno assegnate scuole elementari e direttori didattici- dirigenti che, non professori e non presidi, passano a dirigere scuole medie licei e istituti tecnici senza un giorno di “esperienza pregressa” gli uni e gli altri! : nella sua testa livellatrice, il comunismo è vivo e vegeto, è forte come un bulldozer! – ha distrutto ab imis ogni principio di legittimità dell’autorità scolastica e del ruolo di richiamo e di punizione con un aberrante statuto delle studentesse e degli studenti, promulgato con tanto di “decreto presidenziale” e di firma di tutti i singoli ministri del gabinetto, che aboliva de iure ogni misura disciplinare da parte del consiglio di classe e degli altri organi scolastici, attribuendola, solo in termini assolutamente evanescenti, ad un organismo improprio quale è la giunta d’istituto e in casi assolutamente minimali, laddove nella casistica più diversa il preside aveva già l’obbligo di trasmettere gli atti alle forze di polizia. D’Alema quindi procuratore attuatore e patron di disastri enormi, di emorragie inarrestabili, di clientele numerose come eserciti, di meccaniche pubbliche centrifughe e infernali. Di fronte ad un’azione politica distruttiva così estesa e “codificata” di questo “socialdemocratico europeo”, pugliese non so di che origini, nobilitatosi con le trame di Botteghe Oscure e i colpi di mano, non so cosa rimane da aggiungere. A poco serve ricordare a suo pro la scelta in favore dell’intervento italiano contro la Serbia o l’operazione Leonte nell’interposizione tra libanesi e israeliani. Due ciliegine non salvano il quadro infernale. Lo edulcorano. Egli è espressione della più disdicevole forma del parassitismo politico “pubblico” inamidato come “istituzionale” di quest’Italia in profonda crisi. Gran “paraculo” dei paradifensori dei proletari, è stato capitan fracassa nell’assalto alla diligenza del dirigismo democratico comunista e tardo comunista ricicciandolo e ricicciandolo sotto sempre mutate vesti. Regista sagace privo di profondità politica e umana, ha finalizzato il raggiungimento della sua mèta anteponendolo agli interessi nazionali, così come è successo con la sorte di Prodi….. e con lo scavare un profondo solco tra il ceto politico che in lui vede un santo protettore e la società italiana. Da parte mia, preferisco mille volte Prodi, cento volte Parisi, perfino…. il novello Marino. Il fatto è che la sinistra europea ha sparato una balla grossa come tutta Strasburgo. D’Alema non è un’incognita ma una promessa di stiletti e di disastri…. Ed è il peggio che in Italia si potesse scegliere. Se di nomi validi non ne hanno, che lasciassero stare, i “socialdemocratici” di Bruxelles. Mi fermo qui. Se i lettori vorranno, potranno continuare. Spero solo che proprio questo baffo perfido di perdurante scossa elettrica non sarà proprio no un rappresentate “italiano” dell’Unione Europea. Ben verranno, ben verranno notizie diverse, fondate e ragionate, se verranno: oltre a pubblicarle, sarò pronto a ricredermi, su tutto. Ma ciò mi sembra qualcosa di difficile, se non di paradossale: sarebbe come ammettere di non aver capito niente, finora, io. Ma sono pronto anche a questo, per Massimino Baffetto Scossa Elettrica, pervicace e instancabile costruttore di potere personale.

 

 
 

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