POLITICA. BERLUSCONI, CI STIAMO FACENDO GIA’ MALE. QUESTO UN BREVE PROMEMORIA

22 Giugno 2010

riproposto il 1° Luglio 2010

Domenico Cambareri

 

SILVIO, LE FATICHE DI SISIFO DELLA SOCIETA’ E LA DISFATTA DELLA POLITICA ITALIANA. ECCO LE NOSTRE INVERECONDE ACCUSE

CI STIAMO FACENDO IN QUATTRO PER TE, MA PER RICAVARNE CHE COSA DI BUONO PER L’ITALIA?

 

Silvio Berlusconi ha detto nell’incontro con suoi supporter che Il Popolo della Libertà rischia di farsi male se al suo interno introduce ufficialmente le correnti. Poiché noi siamo suoi supporter senza tessera e non godiamo di privilegi di poltrone e di quant’altro, e in nulla gli dobbiamo essere personalmente riconoscenti (ma poi… cosa c’entra con il riconoscimento inteso come servile legame se si è stati scelti, con disinteresse, solo per le capacità la coerenza e la lealtà?), siamo chiamati ad esprimere con maggiore distacco, disincanto e rigore le nostre analisi e le nostre critiche. Per motivi di chiarezza e insieme di veloce sintesi, preferiamo presentare una elencazione di alcuni dei punti, indipendentemente da una gradazione di importanza, su cui spesso ci siamo soffermati in precedenza e torneremo a soffermarci in maniera specifica in futuro, così da costituite una sorta di memorello per lo smemorato Silvio, a cui continuiamo ancora a sentirci legati.
1. Lotta agli sprechi, e segnatamente all’abuso nell’utilizzazione delle “auto blu”. Essa nasce con il primo governo Berlusconi, sedici anni addietro. Allora si fece qualcosa. Poi, si ricominciò con la solita solfa. Non importa quanto abbiano contribuito i singoli governi che si sono succeduti, compresi quelli di Berlusconi, Il fatto è che siamo tornati ancora più indietro di prima.
2. Lotta agli sprechi, alle giungle selvagge e assenza di una riforma equitativa in favore delle funzioni del pubblico impiego penalizzate da anni o da sempre. Nulla è mai stato fatto. Anzi, sono stati rafforzati i meccanismi di separazione (vedi i dipendenti delle “Autority), sono aumentati i costi e gli sprechi “istituzionali” del mondo della politica, è stata portata all’estremo la clientarizzazione della dirigenza. Sono stati inventati dirigenti senza titoli (nello “Stato” – nella Scuola! – e nelle regioni), e di essi manca un’anagrafe ufficiale pubblica e risultano inesistenti le procedure da attivare per la risoluzione dei rapporti. In questo, i “direttori centrali regionali” svolgono ruoli di assoluta, arbitraria discrezionalità. Tu avevi promesso una riforma “riparatrice” da attuare già nel precedente governo, ma con i tuoi Brunetta e Tremonti hai soltanto continuato ad utilizzare, non meno dei governi della sinistra, dirigenti e burocrazia a piacimento e non nell’interesse dello Stato. Cose analoghe valgono per molti settori pubblici, ad iniziare dall’efficiente (?) lotta ai falsi invali (al fine di assunzione o di pensionamento). La risposta del tuo governo è quella di colpire i veri invalidi (la soglia per il riconoscimento dei diritti dell’invalido dovrebbe scendere a non più del 60%, e invece…?).
3. Magistratura. Continui a blaterare dicendo che il pm deve dipendere dall’autorità politica di riferimento, come in Francia. Scegli la risposta meno adatta ai mali della nostra magistratura. Essa deve essere tenuta rigorosamente separata dalla dipendenza dell’autorità dell’esecutivo, va perciò mantenuto l’attuale assetto di controllo ispettivo ministeriale. Sono da separare soltanto i ruoli dei magistrati e le loro rappresentanze.
4. Parlamento. Con un popolismo sfrenato con cui ti sei accodato perfino l’opposizione, schiere di codardi parlamentari pronti ad assentire per salvarsi l’oggi e di politologi smemorati che amano i colori delle stagioni secondo logiche di convenienza e di moda, continui a declamare sulla riduzione indispensabile del numero dei componenti delle due camere. Sai benissimo che questo numero, ad esempio quello della Camera, corrisponde a quello dei deputati inglesi, che esso esiste da decenni a fronte di un incremento continuo del corpo elettorale, e che le due Camere, se davvero funzionassero in maniera sufficiente, avrebbero enormi difficoltà ad adempiere ai mille e mille lavori a cui sono chiamati effettivamente e da sempre i parlamentari (seri e onesti). Già adesso, il loro numero è appena adeguato, al di sotto si scenderebbe verso soglie inaccettabili di oligarchismo rappresentativo e legislativo. Nulla invece dici e promuovi per rimuovere le loro volute e sistematiche inefficienze e gli oneri che essi rappresentano per la società, nascondendoti dietro il fatto che le camere per Costituzione sono “autonome”. Perché non proponi che il parlamentare non debba svolgere nessun’altra attività durante il suo mandato, né pubblica né tantomeno privata? Perché non dichiari a gran voce che l’attività parlamentare (e dei presidenti, assessori e consiglieri regionali) è esclusivamente attività a tempo pieno?
5. Camere e politica. Non hai tollerato, ma hai rilanciato in grande stile, in uno con l’intesa con il PD, la campagna del cumulo delle cariche pubbliche, elettive e non. Questo è in assoluto uno degli aspetti più scellerati della condizione del degrado e della corruzione della politica degli ultimi tre governi, in tutti i suoi gradi ed aspetti. Nazionali, regionali, locali. E’ espressione brutale di occupazione dei luoghi pubblici da parte di bande che vivono all’interno dei e tra i partiti, con attività trasversali ininterrotte e alla luce del sole. E’ bieca partitocrazia.
6. Politica, leadership, carisma. Abbiamo riconosciuto la tua leadership, e, per quanto azzoppata e malconcia, la riconosciamo ancora. Ma per quanto ancora la potremo riconoscere? Le attese che tanti italiani e noi hanno e abbiamo riposto su di te sono in gran parte vaporizzate. Non sempre per colpa degli altri. Pensa alle tue dirette responsabilità, ad alcuni tuoi slogan, ai tuoi assoluti, al ruolo negativo e distruttivo di alcuni dei tuoi maggiori collaboratori, ad iniziare nientemeno che dall’intoccabile Letta, da Brunetta e da Tremonti… i soliti. Sull’onda di un carisma ritenuto inesauribile, hai associato alle tue forze politiche personaggi che mai avresti dovuto accogliere tra le fila, in piena contraddizione con l’assunto del carisma trascinatore di folle di elettori entusiasti. Ultimo o tra gli ultimi, Mastella. Su tutto ciò, su questo cabotaggio di ininterrotto trasformismo, non ci è bastato turarci le orecchie con la cera. E’ qualcosa che ci ha fatto stare male e che ci fa stare male, che non accettiamo e che non ti scontiamo. Ti abbiamo appoggiato e ti appoggiamo ancora nel “confronto” che in maniera non serrata e aperta ma sempre di sbieco, e nelle sue origini e per quanto sappiamo proditorio, conduce Fini, il quale lo fa in maniera inappropriata utilizzando il ruolo di presidente della camera. Nulla toglie, poi, che alcuni dei rilievi e degli attacchi di Fini possano avere corrispondenza – o ispirazione – con delle nostre posizioni. Ma non possiamo non considerare che stai grattando proprio il fondo, nonostante i risultati demoscopici a cui ancora ti attacchi, ottusamente convinto di poter predire un futuro longevo, senza minimamente comprendere come il logorio a cui ti sei sottoposto e ti fai sottoporre da Bossi, da Fini e dai tuoi ti porterà poco lontano. Lascia stare gli esempi di Mussolini, e cerca di risolvere i problemi che hai contribuito a far crescere.
7. C’è debito & debito. Quello che conta per l’Italia, è il debito pubblico e poco ci può consolare il fatto che il debito privato è basso. Le ricchezze private non entrano nel circuito dell’equilibrio delle ricchezze private e del loro godimento “privato”, se non in termini puramente statistici. Ancora meno rispetto alle sofferenze pubbliche e alle tue strategie errate di continuare a colpire i redditi fissi, dei dipendenti pubblici dei settori e dei ruoli da sempre penalizzati in primis. E delle fasce deboli. La tua affermazione ci genera una risata amara come la può generare il grottesco. Non ti rimane in mano altro che lo strizzatoio degli economisti americani e le bande dei beneficiati pubblici che ti contornano mentre si consuma la disaffezione e la disfatta dei funzionari pubblici umiliati e derisi dai tuoi consigliori.
8. Che tu capisca di impresa e di investimenti e di profitti privati, nessuno lo mette in dubbio. Tanto di cappello. Ma che tu capisca di interessi nazionali e di pianificazione della loro difesa, c’è da metterlo fortemente in dubbio. Ricordi la tua panzana di qualche anno addietro quando proclamavi che l’Italia non ha bisogno di portaerei? Non possiamo imputare questa non incauta, non infelice ma infondata e asinina affermazione solo al ruolo svolto dal tuo consigliori militare pro tempore! Quanto di ostacolo sono state le scelte dei tuoi governi, e del tuo ministro dell’economia segnatamente, alla realizzazione di un almeno “sufficiente” strumento atto a garantire con efficacia la difesa dei nostri interessi e, in concorso con le nazioni amiche e alleate, un efficace esercizio di contenimento e di deterrenza (convenzionale) in cui la nostra presenza possa risultare commisurate nel tempo e nella qualità al nostro ruolo e alle nostre esigenze davanti alle asimmetrie dei pericoli? Cosa ci dimostrate di avere capito con il tuo Tremonti delle dinamiche mondiali e dei radicali cambiamenti degli scenari che sono simultaneamente e indissolubilmente, industriali, finanziari, diplomatici e militari?
9. Stato e chiesa. Ci accorgiamo di punto in bianco che nel governo e nell’alta burocrazia abbiamo una pletora di “gentiluomini del papa” o gente simile. Come si concilia, come si può conciliare ciò con il servire fedelmente la Repubblica? E’ per questo che già con il tuo primo governo avevi inaugurato l’ipocrita, esecrabile e irricevibile prassi di inchinarti, durante incontri ufficiali, davanti al papa e di baciarne la mano? Basterebbe questo per mandarti ogni volta a casa, anzi, per cacciarti via dal governo in un Paese serio.
10. Vicino Oriente. Israele versus Palestina e mondo arabo. Hai scalzato tutta la storia della nostra attività diplomatica, hai annullato la linea dell’equidistanza e dell’interloquire con le due parti in maniera costruttiva, hai rinnegato e tradito totalmente la linea di Bettino Craxi di cui ti reputi un continuatore. Ti sei legato passivamente al carro americano come semplice scherano di Bush. Sponsorizzi le ali più estreme dell’organizzazione internazionale sionista di fronte a cui intellettuali e religiosi israeliti cominciano a prendere sempre più pubblicamente le distanze. Hai ratificato accordi bilaterali immotivati e partigiani che ci espongono a future pressioni in materia di rifornimenti energetici e di chiusura o riduzioni delle importazioni di prodotti italiani.
11. Non meno rozza e approssimativa risulta l’amicale apertura con il dittatore libico Gheddafi. Anche qui, hai rinnegato la linea di continuità storica dei governi italiani, riconoscendo le “colpe coloniali” con la sottoscrizione di un patto per la costruzione di un’autostrada. Hai dimenticato tutto quello che ha combinato dalla cacciata degli italiani e dal sequestro dei loro beni in poi, della distruzione dei cimiteri italiani, dell’infiltrazione di agenti in Italia per fini di destabilizzazione interna e di finanziamento di attività eversive e terroristica alla violazione del nostro spazio aereo, al lancio di missili contro Lampedusa, al mitragliamento aereo di una nave da guerra e al ferimento di marinai, alla minaccia di affondamento di piattaforma petrolifera italiane operante in ZEE  non libica…. E tu, quasi ispirato da una provvidenziale discesa dello spirito santo della salvaguardia degli interessi nazionali, senza considerare sia la fragilità sia l’iniquità politica del regime di quest’uomo e il fatto che, finché vivrà, terrà sotto scacco te e l’Italia con le minacce di “ritorsione egenrgetica”….., hai proceduto a sottoscrivere di tutto.
12. Scuola. Con il tuo alter ego Letta, l’ex direttore de Il Tempo che trasformò di fatto un quotidiano prestigioso nell’essere una fotocopia quotidiana del quotidiano della DC Il Popolo, bene hai fatto a far inserire nell’ordine di elencazione il ministro della Cultura Nazionale (non del “Miur”, caro Silvio) per ultimo. Con il silenzio della laboriosa e fedele Gelmini. Leggiti come la pensiamo noi, nel nostro Documento Politico. Questo è proprio l’autoritratto del tuo governo e dei tuoi e suoi immensi limiti. E’ per questo che i tuoi sprovveduti e cinici ministri continuano a massacrare i professori delle secondarie. Proprio nulla di nuovo dai tempi dell’inqualificabile D’Onofrio e nulla di diverso dai ministri della sinistra. Solita solfa, solite stupide nequizie. Quel che seminate raccoglierete. Peccato che a pagarne dovrà ancora una volte essere la società tutta, le future generazioni soprattutto.
13. Pensionamenti. Anziché mantenere i 35 anni lavorativi per andare in pensione, li avete elevati a quaranta. Ma al contempo obbligate molti lavoratori che vogliono lavorare oltre i quaranta anni di servizio ad andare in pensione. E avete consentito fino a qualche anno addietro la “rottamazione” di dirigenti regionali super pagati (gente senza titoli e con carriera priva del superamento di ….. un solo concorso in tutta la vita lavorativa). Che dire di queste assurdità? Dove sta la ratio dell’inesistente welfare? Dove la cura nel mantenere in servizio persone che si sentono ancora adeguate e il rispetto di chi vuole uscire dal servizio perché non si sente più di continuare? Dove la concreta applicazione della salvaguardia dell’efficienza? Dove l’individuazione e il rispetto di dati assolutamente empirici circa il fatto che il processo di invecchiamento lavorativo ha punte assolutamente individualizzanti?
14. Ancora politica estera e Vicino Oriente. Anziché avviare una politica estera dinamica, aperta e al tempo stesso avveduta, già da anni, da subito, ti sei appiattito sull’asse sconclusionato e dell’ingiustizia Tel Aviv – Washington, tanto da consentire di conseguire al politicamente infido e poco valido quanto ambizioso D’Alema l’unico grande successo della sua carriera politica. L’intervento internazionale congiunto in Libano, di cui Italia e Francia sono state protagoniste comprimarie. Anche qui, non hai fatto altro che adeguarti.
15. Quando solleviamo un problema o chiediamo di fare qualcosa di preciso e di delimitato, tu e i tuoi ministri aprite le artiglierie di grosso calibro. Per fare qualcosa? No. Solo per assordare e creare cortine fumogene. E’ il caso dell’iniqua soglia iniziale della tassazione Irpef al 38%. Altra eredità della sinistra che avete gelosamente conservato e difeso.
16. Continui a tacere sulla tua sudditanza a Bossi. Cosa che fanno un po’ tutti, anche se da poco tempo Bersani ha dimostrato un po’ di coraggio nel dire la verità, e Fini gli si è accodato. Quanto è costato il federalismo sinora? Quanto dovrebbe o potrebbe costare la sua nuova fase espansiva, detta “federalismo fiscale”, e per quanti anni? Quanto della manovra approntata dal tuo Tremonti servirà, dovrà servire a far cassa per il federalismo fiscale?
17. La “legge bipartisan” sui servizi d’intelligence. Legge fatta più a misura d’un uomo che per la migliore operatività dei due servizi. Legge che burocratizza aspetti delicatissimi degli apparati dello Stato e che, anche qui, allarga i cordoni della borsa per impiegati super pagati. E allontana l’effettiva autorità per la sicurezza nazionale dal diretto contatto con il capo del governo. Perseverare è diabolico. Complimenti. Sì e no ti rimarrà l’amicizia di Gheddafi, dei sionisti e del collegio cardinalizio. Con Fini e Bossi camuffati tra costoro. Forse, perché no?, anche di Di Pietro, nel dilettevole gioco del politichese nostrano.
E su quanto hai fatto di positivo? C’è poco da ricordare sia perché lo scriviamo spesso, sia perché esso diventa sempre più poco. Possiamo ricordare il rilancio del nucleare e del ponte sullo stretto. Ma c’è ancora da stare a vedere. C’è ancora da vedere il giusto impulso da dare al finanziamento/defiscalizzazione ai privati che installano impianti per la produzione di energie alternative pulite, ad esempio. C’è ancora da vedere quanto e come saranno finanziate e avviate le ulteriori opere infrastrutturali nelle diverse regioni, e in particolare in Sicilia, per completare e integrare la realizzazione del ponte sullo stretto. C’è ancora da vedere, anni e anni dopo le promesse, quanto e cosa saranno le “autostrade del mare”. E sulle politiche giovanili, di promozione della ricerca e di ulteriore promozione delle esportazioni. Ma qui, anche se la Fiat e i suoi marchi hanno grandemente migliorato la qualità dei loro prodotti, tu cosa fai? Continui a sfoderare fiammanti Audi e non Maserati, Lancia e Alfa Romeo. Per caso, dicci, scherzandoci su, sei un grande azionista-ombra del marchio tedesco? Perché altrimenti questi tuoi patimenti solo per i quatto cerchi teutonici?
E’ per tutto questo, e per altro ancora, che il tuo ruolo, caro Silvio, lo hai grandemente appannato. Se non trovi rinnovata capacità di incidere, presto e in maniera forte, senza sudditanza alcuna verso i governi e le pessime leggi della sinistra che tu e i tuoi lasciate sempre in vigore, e verso i bossolini impostori terun de l’osti, pensa ad uscire di scena con la schiena diritta e non piegato ad angolo retto mentre baci la mano del capo del Vaticano. Altrimenti, cosa dirà mai la storia di un cavaliere così arrendevole e servizievole, pronto soltanto a gridare all’armi per il partito dei pubblici ministeri? Cosa diranno mai i commenda di confindustria? E i neofascisti che se la ridono al sentirti parlare  il 25 aprile?
Caro Silvio, non esaltarti con smanioso entusiasmo nei risultati demoscopici. Il demos utilizza la scopa, non lo strizzatoio, e tutto d’un tratto. Ti rimangono, ti rimaniamo ormai soltanto pochi amici veri. Forse ancora Putin. Sicuramente noi. Non forzare, però, oltre tanto limite, le sorti del destino.

 

*Articolo ripreso da: POLITICAOGGI – News Reporting della Blogsfera

1 comment for “POLITICA. BERLUSCONI, CI STIAMO FACENDO GIA’ MALE. QUESTO UN BREVE PROMEMORIA

Comments are closed.