Oetze, la mummia senza discendenti

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31 Ottobre 08Culture | ARCHEOANTROPOLOGIA

Una mummia senza discendenti

di Valentina Sereni

Se qualcuno avesse mai pensato di poter annoverare Öetzi (“Lo zietto”) tra i suoi antenati, rimarrà deluso. Il genoma mitocondriale della famosa mummia di Similaun, infatti, è stato sequenziato e non è riconducibile a nessuno di quelli delle attuali popolazioni europee.

A diciassette anni dal suo ritrovamento in un ghiacciaio alpino al confine tra il Tirolo e l’Austria, la mummia di questo uomo preistorico, vissuto circa 5.000 anni fa, ci restituisce la più antica sequenza completa di Dna mitocondriale dell’essere umano moderno di cui disponiamo finora. A decifrarla è stato un gruppo internazionale di ricercatori delle università di Camerino, Milano e Leeds, guidati dall’antropologo molecolare Franco Rollo, in uno studio publicato su Current Biology.

I mitocondri sono organelli considerati le “centrali energetiche” delle cellule e sono gli unici, a parte il nucleo, che contengono materiale genetico. A differenza del Dna nucleare, che si ricombina in continuazione e viene trasmesso alla prole da entrambi i genitori, quello mitocondriale si trasmette inalterato solo per via materna. Questo lo rende la migliore traccia di cui disponiamo per ricostruire le discendenze e le migrazioni dei popoli avvenute durante il neolitico, o persino nel paleolitico superiore (Etruschi, un Dna Mediorientale, Nei toscani non scorre sangue etrusco, Europei, figli di cacciatori).

Il confronto tra il Dna mitocondriale dell’uomo di Similaun con quello degli attuali europei ci dice, questa volta, che Öetzi non ha lasciato discendenti. O almeno ne ha lasciati pochi, e non sono stati ancora individuati, nonostante le sue presunte origini italiane (Passaporto italiano per Öetzi).

L’8 per cento degli europei ha una varietà genetica mitocondriale che deriva dal tipo (aplogruppo) K. Nel corso del tempo K è mutato dando i sotto-aplogruppi K1 e K2. A sua volta K1 si è modificato in tre ulteriori cluster diversi. Öetzi è del tipo K1, ma le particolari caratteristiche del suo Dna non si ritrovano in nessuno dei tre sottogruppi attuali. “Questo significa”, spiega Rollo, “che Öetzi è il rappresentante di un gruppo di uomini e donne che si è estinto a un certo punto della nostra storia, o che è diventato straordinariamente esiguo”.

Dopo quasi sette anni passati all’Università di Innsbruck, lo zietto è tornato in Italia circa dieci anni fa (Un ghiacciaio virtuale per Öetzi). Da allora gli studi sulla mummia hanno rivelato molti particolari, soprattutto sulla storia personale di questo uomo (Come morì Öetzi, Öetzi, gli esami non finiscono mai). Le tecniche di sequenziamento oggi a disposizione del Dna e la disponibilità di apparecchiature molto sofisticate ci ha ora permesso di andare oltre: “Ci sono migliaia di sequenze mitocondriali complete moderne”, conclude Rollo, “ma solo tre di individui preistorici. Una è quella che abbiamo sequenziato noi”.




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