Franza: prepariamoci alla crisi

06 Novembre 2008, pubblicato in Pages

Enea Franza   

Per capire  i retroscena e i meccanismi delle mega speculazioni e degli scandali colossali che hanno innescato la crisi finanziaria ed economica mondiale 

 

La gigantesca catena di Ponzi si sta sgonfiando, lasciando sul tappeto miseria e rovina? Mi riferisco, naturalmente, ai recenti avvenimenti  che stanno sconvolgendo ( il termine non è esagerato) i mercati finanziati del mondo: Bear Stearns, la  7° banca più grande del mondo viene venduta nel maggio 2008 a JP Morgan Chase a 10 dollari ad azione (ne valeva 133 ad inizio anno). Neanche una settimana fa (era il 7 settembre), Freddie Mac e Fannie Mae vengono salvate con un impegno di 200 Miliardi di Euro dal Governo Americano. Poi l’affondo di ieri con il fallimento di Lehman Brothers, 4° Banca d’affari del mondo e la vendita di Merrill Lynch a Bank of America a 17 dollari ad azione (contro un valore ad inizio anno di 98 dollari)… E  la crisi non sembra arrestarsi. Sempre restando sulle imprese operanti nel settore finanziario, sono in procinto di crollare l’American International Group (AIG) e la Washington Mutual, ovvero le più grandi compagnie assicurative americane. Ma il peggio sembra non avere fine: anche i giganti dell’industria automobilistica, General Motors, Ford e Chrysler, sono costrette a chiedere grossi prestiti sul mercato.
 
Ritorniamo alla famosa catena di Ponzi. Chi era costui ? … Ponzi era un briccone di Boston, uno dei tanti “maghi della finanza” operanti negli anni venti, che fece fortuna sfruttando una bolla immobiliare in California.  L’operazione (o truffa ?) somiglia tanto a quella dei mutui (prime o sub-prime) in cui è rimasta invischiata la finanza americana. Nella sostanza, il meccanismo è sempre lo stesso: si promettono interessi fuori mercato sulle somme prese a prestito e si pagano le somme dovute con i nuovi ingressi. La catena dura fino a che entra denaro da parte di persone allettate dalla possibilità di guadagnare tanto, ovvero, in termini più corretti, sino al momento in cui l’indebitamento cresce ad un tasso maggiore di quello dell’interesse promesso. In tal modo non ci sono problemi in quanto si possono soddisfare gli impegni attraverso l’aumento dei debiti. I vari Ponzi guadagnano in commissioni e fanno bella vita … finché dura. Più sempliciotti entrano e più la catena si alimenta. Chi ci guadagna? Certamente chi lascia la nave in tempo … gli altri sono destinati a lasciarci le penne!
 
La situazione attuale della finanza internazione è, detta in breve, che le banche hanno creato un volume sorprendente di debito, frazionandolo in vari tipi di strumenti finanziari, con gradi diversi di garanzia e che tali attività sono finite nelle mani di infiniti soggetti economici.  Le attività finanziarie, alla fine del 2005 si stima che si attestavano al livello sorprendente di 3,7 volte il Pil mondiale e l’ammontare nozionale di tutti i derivati era doppio del volume di tutte le attività finanziarie. A tale dato va aggiunto che questi strumenti sono state comprati da una vasta gamma di banche più piccole, fondi pensioni, compagnie di assicurazione, hedge funds e altri fondi, nonché da investitori privati (imprese, famiglie, enti pubblici, ecc.) tutti incoraggiati ad investire dal rating generalmente alto dato a questi strumenti.
 
Da qui si evince il problema di tutti i problemi! … semplicemente nessuno sa dove sta allocato il rischio! Leggiamo dalla relazione 2006 della  Banca per i  Regolamenti Internazionali:” Posto che le grandi banche siano riuscite a distribuire in modo più diffuso i rischi insiti nei prestiti da loro concessi, chi sono i soggetti che attualmente detengono tali rischi, e quali sono le loro capacità di gestirli? La verità è che non lo sappiamo.”  Questo vuol dire che non si possono impostare politiche economiche veramente efficienti per capire come si evolverà la crisi ed eventualmente parare gli effetti di un default.
 
L’analisi dei mercati finanziari permette di affermare che la robustezza (e la connessa fragilità) di un sistema finanziario dipende da due relazioni principali: le caratteristiche dei flussi di cassa ed il modo in cui il comportamento del sistema finanziario incide sui flussi di cassa che permettono alle imprese, alle famiglie e alle istituzioni finanziarie di adempiere alle loro obbligazioni. L’analisi dei flussi di cassa delle imprese sono sotto controllo da parte delle autorità monetarie, ma la variazione di tali flussi di cassa determina situazioni di crisi del sistema finanziario che non è possibile comprendere, in quando  (per quello che ho detto in precedenza) non è noto come è distribuito il rischio. Allora, un pò tutto il sistema non sa dove e quando scoppierà la prossima grana.
 
E’ questo il ballo che siamo costretti a ballare tutti i giorni! 
 
La crisi del mercato immobiliare ha scoperto il velo delle nefandezze nella operatività di molte banche, il loro rischio è stato trasferito in modo occulto a tutto il sistema economico ed è durato tanto di quel tempo da compromettere (forse) l’intero sistema economico. Ne segue che è molto probabile che presto l’attuale crisi finanziari passerà dal sistema finanziario a quella reale.  E allora saranno dolori veri !  E’ tardi per evitare la crisi ? Penso di sì. E, tuttavia, ci si può attrezzare per parare il colpo.
 
Come? Con una politica finanziaria decisamente espansiva che sia gestita con l’accordo dei tutte le grandi istituzioni finanziarie internazionali e della grande impresa, con il necessario coinvolgimento dei paesi produttori di materie prime, al fine di impostare con loro una politica dei prezzi sostenibile. Mi sembra che il sistema vada in questa direzione. Speriamo, per intanto, che le  forti iniezioni di liquidità ed i ripetuti, massicci interventi statali possano arginare il fenomeno e contenerne ed attutire gli ulteriori effetti distruttivi.
 
 

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