Viandente sidereo, poema filosofico ed esoterico

In: Conoscenza, anno XLI, n. 1

Accademia di Studi Gnostici

Gennaio-Febbraio 2004, pp. 44-46.

 

 

Recensioni

 

 

“Viandante sidereo”                                                                                                                                 Poema filosofico in onore di Ernst Jünger

 

Domenico Cambareri
 
Armando Armando Editore, Roma, €9,30.

 

 

 

                             

 

 

                                      

POEMA EPICO, FILOSOFICO, INIZIATICO: UN LIBRO CHE SI IMPONE E FA “CENTRO”

 

 

 

“Quando verace mauretana clamide a lietezza e vigore torna
e sopra gli scacchi con armonia di suon si muove,
          levitante sprone di piano fiato e arpa
          al correre di violino andante allegro
          assai maestoso largo,
rifulge monade e rinasce ludo in rapimenti e sfavillii cosmici
 
          oltre le estasi del cavo d’Eleusi.
 
                                                 Apoteosi d’intelletto amante
                                                 di pansofia perenne
 
          ammiccar di fulmine che sciabola diade
                     e materia che in trasudare è già  e sempre
                    dileguata luce.
 
Vane, sempre vane le lotte dei lumi
Scossi
Fra sbandieratori di mistica e di ragione
o volontà
umana.
                    Blaise e ragioni del cuore, con scommesse
                    A perdifiato sino alla morte
                    Amalia, quattro coronati, cavalieri beneficanti,
                    illuminati di Baviera. San Sepolcro, Thule
                              e la linea del sangue fra sanfedisti
                              e Vandea,
                              battisti anabattisti puritani…e il ritiro
                                       nello spazio
                                       fra Siberia e lontano West.
 
          Questi versi del nono canto di “Viandante sidereo. Poema filosofico in onore di Ernst Jünger”, scritto da Domenico Cambareri (Armando Armando Editore, Roma , € 9,30) sono apertamente dedicate alla Massoneria e  al plurisecolare corso delle intestine lotte dell’Occidente cristiano.  Da essi traspare immediatamente, oltre che  l’arditezza della scelta poetica e la ricchezza  estetica e la profondità concettuale,  l’ estrema capacità di condensazione degli aspetti esoterici, così come accade in altre mirabili parti del poema.
          Con questo poema, l’autore ha voluto dedicare la fatica filosofica e poetica al ruolo  magistrale e insuperabile svolto dal vecchio saggio e guerriero Ernst Jünger, morto all’età di 103 anni, figura di primissimo piano, per di più ancora poco esplorata, dell’esoterismo  oltre che della filosofia e delle ideologie e degli eventi bellici di tutto il primo novecento. Eroe, scienziato, scrittore filosofo, ideologo, Jünger è una figura obbligata per la comprensione dei diversi aspetti del novecento.
          Il poema, che ha già riscosso notevoli consensi e analisi attente di pubblico e di studiosi (Dante Maffia, Gianfranco De Turris, Nino Piccione, Marcello Veneziani, Aldo Di Lello, Domenico Calabrò. Giuseppe Spadaro) si impone al lettore colto per la capacità di guidarlo per sentieri poco conosciuti nell’ambito della cultura ufficiale e per presentargli interpretazioni sicuramente fondate quanto ancora più che imbarazzanti per la storiografia  vigente.
          Assieme a Jünger, nei versi sono protagoniste altre figure di primo piano del ‘900,  a volte relegate e denegate dalla cultura imperante, antimetafisica e antitradizionale, quali Ezra Pound, Mircea Elide, Alexandra David-Néel. Poema sicuramente esoterico e al tempo stesso poliedrico, “Viandante sidereo” presenta uno spaccato della storia della nostra civiltà plurimillenaria e dei nodi e delle dirompenti contraddizioni della nostra contemporaneità ultima. In esso “vi è un irrompere di mondi, di miti, di storie, di drammi di tragedie e figure d’Oriente e d’Occidente che danzano entro una ideale forma di contemporaneità.”
          Cambareri utilizza per il verso libero la lezione poundiana e realizza un’epica incentrata sull’illo tempore eliadiano, in cui “terribili interrogazioni della coscienza filosofica, rovinosi scontri ideologici e polifonie recitative slargano i tempi e gli spazi degli evi e dei temi”, in cui pure il lettore concorre nella mimesi ricreativa artistica ma soprattutto si coinvolge pienamente nel lirico pathos di una cerca senza mai fine, qui  per intanto guadagnata nella decifrazione di verso su verso. Un’appendice permette al lettore poco o nulla  preparato in questi temi un adeguato approfondimento dei versi e riferimenti bibliografici essenziali per intraprendere ricerche autonome. Un libro tutto da leggere che affranca l’autonomia del giudizio e costringe a pensare ma che fa anche librare libero lo spirito nella levità di versi e di pensieri di sicura pregnanza simbolica e di grande forza espressiva e filosofica.
Importanza e attrazione primaria il poema naturalmente non può che riscuotere in chi si appassiona o studia  il pensiero esoterico, visto che ancora in altri versi suggella  nell’elevatezza e nelle vertigini del canto l’arditezza e l’originalità immaginifica della tensione misteriosofica  e metafisica: “Passare di Sinesio, d’ottagona pianta e / di Santa Maria sopra Minerva: sette è sempre interno archè /d’ossa mestruo pianeti eclisse / e così il tre e il dieci,  / con fedeltà a Demetra e al due, / e al cielo.”   (conclusione canto XI), o: “Fuga di Beatrice da Bequart in Scozia / e dalla rocca Aumont il valoroso / dopo secoli / ad Assisi trionfano / con l’acacia e sui papi”  (canto XIV).
 
 
 
In: Conoscenza, anno XLI, n. 1
Accademia di Studi Gnostici
Gennaio-Febbraio 2004, pp. 44-46.

 

 
 
 

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