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Boicottaggio dei negozi ebrei a Roma: scoppia la polemica

World News  Thursday, January 08, 2009

Boicottaggio dei negozi ebrei a Roma: scoppia la polemica

Boicottaggio dei negozi ebrei a Roma: scoppia la polemica

ROMA – Una proposta rinnegata nell’arco di 24 ore. Il tempo sufficiente però per far alzare un polverone. È quella avanzata ieri dal sindacato Flaica-Uniti- Cub: boicottare i negozi della comunità israeliana a Roma per protesta contro l’attacco di Israele alla Striscia di Gaza.
Notare, innanzitutto, come la comunità ebraica di Roma sia stata promossa d’ufficio a comunità israeliana , salvo averci ricordato fino a ieri che gli ebrei sono italiani, come altrimenti non potrebbe essere, essendo cittadini romani.
Notare, in secondo luogo, ciò che sempre avrebbe dovuto notare il lettore: ad ogni presunta minoranza più o meno oppressa corrisponde una comunità (comunità ebraica, comunità asiatica, comunità mussulmana, qui e altrove), come se ebrei, asiatici e mussulmani fossero una comunità compatta e coesa per definizione. Lo scopo, naturalmente, è distribuire le colpe dei rompicoglioni che invariabilmente ammorbano ciascuna comunità.

 

Il segretario provinciale del sindacato Flaica Cub, Giancarlo Desiderati fa marcia indietro e tiene a precisare: “Non esiste né sarà diffusa nessuna lista dei negozi in cui non comprare perchè appartenenti ad esponenti della comunità israeliana”.
Insiste…
Desiderati precisa che “non è mai stata nominata nei nostri comunicati la comunità ebraica Romana, a cui esprimiamo tutta la nostra solidarietà per le sofferenze che ha subito nel passato (ivi compreso chi oggi ha vent’anni)

 

e che riconosciamo quale composta da cittadini e lavoratori onesti”.
Altra affermazione falsa, poiché non c’è modo di distinguere chi è onesto e chi non lo è, soprattutto leggendo le pagine di Corriere e Repubblica secondo cui solitamente i commercianti sono almeno evasori se non direttamente delinquenti, o appartenenti a qualche cartello.
 

 

“Condanniamo – spiega Desiderati – a prescindere qualunque forma di antisemitismo di destra e di sinistra e siamo per l’integrazione completa di tutte le etnie culturali.
Cosa possa mai essere un’etnia culturale lo sa solo Mr. Desiderati: sono due concetti che non hanno un benemerico cazzo a che fare uno con l’altro.
 

 

Quello che proponiamo con la nostra iniziativa è il boicottaggio finale di Israele perchè chiunque usi mezzi militari contro civili inermi, sia palestinesi che israeliani, commette un crimine contro la vita umana: il boicottaggio economico deve impedire di continuare ad acquistare altri armi da guerra“.
Ma, signore e signori della giuria, qui i casi sono due: o Desiderati c’è, oppure ci fa, e ci fa apposta per creare l’utile scandalo.
Consideriamo: Israele ammazza i palestinesi (a torto o a ragione a seconda che uno sia una persona oppure una bestia come un certo esponente di nostra conoscenza) con il denaro e le armi regalati dagli Stati Uniti, ergo rubati al taxpayer americano; mica pagano le armi solo tassando (ergo derubando) i produttori in Israele, altrimenti gli F-16 sarebbero finiti da un pezzo.

Quindi, posto anche che tutti i negozianti in questione devolvano interamente i loro introiti alla Nobile Causa (“accoppare tutti gli arabi”) il boicottaggio non risolve alcunché, né tantomeno costoro possono alzare il telefono e far smettere il massacro. Casomai possono fiutare che il clima non è propriamente positivo, lamentarsene con i loro rappresentanti e sentirsi puntualmente dire che “avranno sempre un rifugio sicuro in Israele, contro ogni persecuzione, basta vedere tutti i fottuti delinquenti a cui abbiamo parato il culo.”

In soldoni, il boicottaggio fomenta direttamente il sionismo, quindi forse Mr. Desiderati non è la lampadina più brillante sull’albero.

Ciò non toglie che io, privato cittadino, possa boicottare chi cazzo mi pare senza che voialtri possiate farci un benemerito cazzo, in quanto altrimenti risulterei obbligato a servirmi presso un particolare fornitore.

Pacifici, in particolare, non ci può fare un benemerito cazzo se non allietare l’equineria all’ippodromo.

LO SDEGNO DEL MONDO POLITICO- “L’idea di proporre il boicottaggio dei negozi gestiti da cittadini romani di religione ebraica è aberrante e gravissima” afferma il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo.
Subito il fattaccio viene riciclato secondo il solito copione:
 

 

“Le liste di proscrizione delle attività commerciali – spiega – hanno il solo effetto di riportarci ad un passato agghiacciante, che non vogliamo più ripetere come se la storia non insegnasse niente.
Ed è senz’altro vero che la storia non ci ha insegnato niente: in particolare, avrebbe dovuto insegnarci – tra le altre cose – che non è bene farsi rappresentare bovinamente da un rappresentante che parla come uno squilibrato, come vedremo tra poco. Ma è lecito pensare che anche in caso di disaccordo Corriere e Repubblica certamente non si disturberebbero ad andare ad intervistare i dissidenti (altrimenti la comunità non sarebbe più unita e compatta).
 

 

Cosi si accetta una logica di guerra senza fine e senza orizzonti”.
Questa è la logica della guerra, mica il fosforo a pioggia.
 

 

“Non è in questo modo – sottolinea Marrazzo – che si sostiene la causa palestinese nè tantomeno oggi la gente di Gaza. Cancellando tolleranza e rispetto dal proprio codice civile
Che esclude il boicottaggio, com’è noto.
 

 

si facilita solo la cultura dello scontro e della barbarie.
E boicottando la Nestlé e McDonald’s cosa si facilita, scusate? Non mi è chiaro: o il boicottaggio è lecito, oppure non lo è; che poi il motivo sia stupido è un’altra faccenda.
 

 

Alla Comunità ebraica di Roma e agli esercenti, esprimo la mia più forte vicinanza e solidarietà”.
Alla Comunità (maiuscolo) ebraica di Roma e agli esercenti consiglio di tenere sott’occhio tale Pacifici che si spaccia per loro rappresentante:
 

 

LA COMUNITA’ EBRAICA – Il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, ha ringraziato il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti che si è recato simbolicamente al ghetto,
dopo le dichiarazioni del sindacato Flaica-Uniti-Cub. Un gesto che Pacifici ha definito “di qualche folle che sappiamo rappresenta poco sia all’interno del sindacato che dei sentimenti della cittadinanza romana. Questo tuo gesto ci conforta e, come Comunità, ci teniamo pronti a fare qualunque cosa che possa portare a un clima di distensione nella città con tutte le forze politiche, con la società civile e, se posso dirlo, con il mondo islamico”.
Attenzione quindi, cari amici esercenti, ai folli che ostacolano un clima di distensione.

A proposito…

“Nemico degli ebrei chi non sarà al corteo”

GERUSALEMME – Chi non parteciperà giovedì 3 novembre alla manifestazione davanti all’ambasciata iraniana a Roma di protesta contro le parole del presidente iraniano Ahmadinejad (“Israele deve essere cancellato dalle carte geografiche”), sarà considerato un nemico di Israele e degli ebrei italiani.
“SCHIERARSI” – Intervistato dal corrispondente romano di Maariv, Pacifici ha detto: “Il raduno permetterà a tutti i critici di Israele, che affermano di opporsi alla politica del governo del premier Sharon, ma di non odiare Israele, di schierarsi assieme a noi davanti ai cancelli dell’ambasciata iraniana. Gli ebrei italiani verificheranno attentamente chi parteciperà alla manifestazione e chi no.
Non c’è dubbio che chi eviterà di partecipare e non ci sarà sarà considerato un nemico non solo di Israele ma anche degli ebrei italiani“.

Orbene, signori miei: Pacifici sostiene che voi stiate lì a contare chi partecipa ai cortei, compilando una lista di nemici, salvo poi lamentarsi di un’ipotetica lista di esercenti da boicottare. In altre parole, fomenta attivamente la tesi per cui gli ebrei italiani siano sì italiani, ma con una scarpa in Israele. Poiché si tratta del vostro rappresentante, o comunque si spaccia per vostro rappresentante, in vostra vece prendere iniziative per impedirgli di fomentare l’odio ad ogni occasione. Che ne dite, vi piace l’idea?

 

 

“A scanso di equivoci – ha detto Zingaretti – era giusto lanciare un segnale perchè nessuno si può permettere di evocare atti o comportamenti dall’inequivocabile sapore antisemita e razzista”.
Ma, signori miei, paladini dell’antirazzismo, si può sapere dove eravate quando quel tale Antimo Marandola ci illuminava sulle bestie libanesi, dall’altro del defunto ebraismoedintorni.it, il quale pubblicava articoli che si sarebbero vergognati a leggere sulla Gazzetta del Klan?
Spiegatemi, signori miei, come mai il razzismo è sempre a senso unico, insieme all’antirazzismo. Spiegatemelo possibilmente prima che finisca di mettere in fila tutte le carte

 

“In questo caso – ha proseguito – la marginalità non può pretendere di avere sconti. È un atto intollerabile che va censurato: si tratta di posizioni isolate e sicuramente da condannare”.
LA DENUNCIA – Il presidente della comunità ebraica romana Pacifici
…che non è automaticamente il presidente degli ebrei romani, ricordiamolo…

 

 

ha poi precisato che il sindacato Flaica-Uniti-Cub ha fatto un passo indietro correggendo il tiro sul boicottaggio annunciato.
Se nel comunicato originale si parlava di boicotaggio dei “negozi del commercio a Roma che si rifanno alla comunità israelitica”
…che vorrà mai dire?…

 

 

nella nuova versione diffusa giovedì mattina si citavano soltanto “i prodotti israeliani”.
Quali?
 

 

Questo non basta comunque ad evitare una denuncia – da parte dello stesso Pacifici – nei confronti del sindacato per istigazione all’odio razziale.
Mica come le bestie libanesi. Perché, va da sé, i libanesi sono bestie davvero.
E se qualcuno non l’avesse ancora capito (magari ci legge anche qualche deficiente, non sia mai) è altamente probabile che alcune leggi funzionino a senso unico per un motivo ben specifico.

 

“Il comunicato uscito già da tre giorni – ha spiegato il presidente della comunità ebraica – era sul boicottaggio delle merci e della comunità ebraica di Roma. La comunità – ha annunciato – farà querela secondo i criteri della legge Mancino per istigazione all’odio razziale.
Ovvero: la legge Mancino è il nostro manganello.
 

 

Per questo – ha puntualizzato – è stato cambiato il testo del messaggio in ‘boicottaggio delle merci israeliane’.- Se c’è stato un ripensamento – ha aggiunto – ce lo spieghino meglio”. Lo stesso Pacifici ha distribuito le copie del primo comunicato diffuso della prima versione del comunicato della Flaica-Uniti-Cub nella quale si legge “boicottaggio degli acquisti dei negozi del commercio a Roma che si rifanno alla comunità israelitica romana molto diffusa nei negozi di abbigliamento a Roma”.
IL SINDACO – Non è mancata la posizione del sindaco Alemanno: “Nell’esprimere una condanna quanto mai ferma e intransigente sull’ipotesi di boicottaggio dei negozi di proprietà di ebrei, ricordo agli ideatori di questa pessima trovata che analoghe iniziative sono già state prese, nella seconda metà degli anni ’30 del secolo scorso e che hanno fatto da prodromo alle Leggi Razziali”.
Ricordiamo al lettore, già che ci siamo, che le quote etniche e l’affirmative action non sono leggi razziali, giammai.

 

 

“Per ribadire la vicinanza mia personale e dell’intera città alla Comunità ebraica – ha proseguito il sindaco – mi recherò, insieme al presidente della comunità, Riccardo Pacifici, nei negozi di via del Corso e delle altre vie centrali di Roma”.
Invece, a voler manifestare vicinanza alla Comunità (maiuscolo) ebraica, bisognerebbe pigliare Pacifici e rispedirlo cordialmente al mittente. Chi fa odiare gli ebrei romani accusandoli di compilare liste e vigilare sui nemici: Pacifici o gli esercenti?

 

“E’ dovere del Comune esprimere solidarietà ai commercianti ebrei colpiti da questa iniziativa folle e criminale che ci rimanda al passato. A Roma queste cose non devono accadere”. Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno nel corso di una visita ai negozi del centro storico di Roma di commercianti ebrei in segno di condanna alla proposta di boicottaggio dei prodotti made in Israele fatta dal sindacato di base Federazione lavoratori agro-industria commercio e affini (Flaica) Cub.
Ma, signori miei, espressa in questo modo è la stessa cosa che si faceva nel Sud Africa dell’apartheid. C’è qualche differenza?
 

 

Alemanno ha voluto fare visita ad alcuni negozi di abbigliamento di via del Corso ed in uno in via di Campo Marzio acquistando alcune camicie ed una cravatta.
Con il denaro del contribuente romano.
 

 

Con il sindaco anche il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici e il vicepresidente della Confcommercio romana Roberto Polidori.
La proposta shock di boicottare i negozi ebrei aveva trovato da subito la condanna del primo cittadino di Roma: “”Nell’esprimere una condanna quanto mai ferma e intransigente sull’ipotesi di boicottaggio dei negozi di proprietà di ebrei, ricordo agli ideatori di questa pessima trovata che analoghe iniziative sono già state prese nella seconda metà degli anni ’30 del secolo scorso e che hanno fatto da prodromo alle Leggi Razziali”.
Il commento del presidente della comunità ebraica “Sporgeremo denuncia contro questa iniziativa in base alla legge Mancino”.

Tradotto: in effetti, siete miei ostaggi.

Così il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici durante la visita di solidarietà fatta dal sindaco di Roma Gianni Alemanno. “L’Italia e Roma vogliono combattere il terrorismo e dare libertà al popolo palestinese (risate in sala) – ha proseguito Pacifici – che è soggiogato da una tirannia islamica che vuole la sharia. (boato in sala)

 

Israele ha il diritto di difendersi”.
Ma allora anche noi, da Pacifici e dalle sue leggi.
 

 

L’appello di Massimo – D’Alema Appelli di questo genere non fanno altro che alimentare un pericoloso clima di contrapposizione,
Al contrario degli appelli di Pacifici a compilare le liste di nomi…
 

 

dannoso a tutti coloro che vogliono impegnarsi per la pace in Medio Oriente”.
Al contrario degli appelli di Pacifici a compilare le liste di nomi…
Così Massimo D’Alema, presidente della Fondazione Italianieuropei, (eh?)

 

per l’ex ministro degli Esteri si tratta di “un messaggio grave e assurdo in un momento come questo, che richiederebbe dialogo e solidarietà per reagire tutti insieme alla tragedia di Gaza”.
Per la cronaca: leccare stivali non è una reazione.
 

 

La replica del sindacato Flaica – Uniti – Cub La risposta del sindacato che aveva proposto il boicottaggio non si è fatta attendere. “Non esiste né sarà diffusa nessuna lista dei negozi in cui non comprare perchè della comunità israeliana”.
Lo precisa il segretario provinciale Giancarlo Desiderati Flaica Cub Roma. “Non è mai stata nominata nei nostri comunicati – spiega Desiderati – la comunità ebraica romana, a cui esprimiamo tutta la nostra solidarietà per le sofferenze che ha subito nel passato e che riconosciamo quale composta da cittadini e lavoratori onesti. Condanniamo a prescindere qualunque forma di antisemitismo di destra e di sinistra e siamo per l’integrazione completa di tutte le etnie culturali. Quello che proponiamo con la nostra iniziativa è il boicottaggio finale di Israele perchè chiunque usi mezzi militari contro civili inermi, sia palestinese che israeliano commette un crimine contro la vita umana e per questo và boicottato anche nella parte economica per impedire con questi soldi di continuare ad acquistare armi da guerra”.
Scemenza come sopra.

 

 

La posizione di Cgil – Cisl – Uil “Iniziativa meschina e spregevole”. È il commento, espresso in una nota, di Cgil Cisl Uil di Roma e delle categorie del commercio Filcams Fisascat Uiltucs di Roma e nel Lazio, alla notizia del volantinaggio annunciato dalla Flaica-Club per boicottare i negozianti di religione ebraica.
Notare il caos tra religioni, etnie culturali e tutte le altre ampie metafore
“Quel volantino è una vergogna e siamo convinti che i cittadini, i lavoratori del settore ed i commercianti romani sapranno gettare quella cartaccia che inneggia all’odio razziale (pardon, religioso)

 

con il titolo ‘saldi sporchi di sangue’ negli appositi contenitori per la raccolta differenziata presenti in ogni centro commerciale” – si legge ancora nella nota del sindacato, che apprezza “l’immediata reazione del sindaco e del presidente della Provincia”.
L’interrogazione parlamentare “L’invito lanciato dal sindacato autonomo del settore commercio Flaica-Uniti-Cub a boicottare i negozi di proprietà o gestiti da ebrei è spregevole ed odora di razzismo e antisemitismo.
Il comunicato di Pacifici, invece, odora di padrone abituato a farsi leccare gli stivali. Che si fa? Nessuna interrogazione parlamentare?

 

 

Abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare al Governo affinchè sia fatta luce sulla vicenda, sulle eventuali responsabilità e siano prese misure per stroncare sul nascere l’iniziativa”. Lo annunciano i Deputati del Pdl Alessandro Ruben e Isabella Bertolini.
“E’ illegale e moralmente inaccettabile – dicono – che si ripropongano comportamenti come quelli derivanti dalle leggi razziali. Ci aspettiamo che gli autori dell’iniziativa vadano oltre alle deboli giustificazioni ed ai timidi dietro front di queste ore, chiedendo scusa agli ebrei che vivono in Italia e ritirando immediatamente il loro appello contro il popolo ebraico e lo stato di Israele”.
Che secondo Pacifici e Ruben sono una cosa sola. Cosa ne pensino gli esercenti non è dato sapere: nessuno si è disturbato a chiedere.

Ma nell’interesse della full disclosure, poiché Repubblica tergiversa per ovvi motivi, vogliamo un po’ vedere chi è il deputato Ruben?

ADL Names New Liaison for Italy

New York, NY, January 5, 2005… The Anti-Defamation League (ADL) has announced the appointment of Alessandro Ruben as ADL Chairman in Italy . An attorney and Rome native, Mr. Ruben will serve as an advocate for the League in Italy and as a liaison between ADL and the Italian Jewish Community.
“Alessandro’s experience within the Jewish communities of Italy and his close relationship with Italian government institutions and officials make him uniquely positioned to liaison on behalf of ADL and to serve as our representative on issues, including anti-Semitism and Israel,” said Abraham H. Foxman, ADL National Director. “With anti-Semitism in Europe a growing concern, Mr. Ruben is the vanguard of a new European council of leaders who will both represent and advise ADL on issues relating to European Jewry.”
Mr. Ruben’s appointment was announced by Barbara B. Balser, ADL National Chair and Mr. Foxman at the opening session of the recent ADL conference, “Anti-Semitism – A Threat to Democracy” (Pacifici invece è democratico)

in Rome, which brought together prominent voices in the Italian, European and U.S. government, media and experts for an examination of current trends in anti-Semitism and a discussion of how democratic societies can fight back against anti-Jewish attacks and incitement in Western nations.
Mr. Ruben is Director of the trading company, Italintesa S.p.A. and Director of the Institute for Workers’ Professional Development and Training. He has served as Director and Executive Member of the Jewish Communities’ Union and Assessor of Legal Affairs, Vice President of Benè Berith Italia (B’nai B’rith Italy), Deputy and Director of the Roman Jewish Community, Founder and President of Benè Berith for young adults in Rome, and Coordinator and Secretary of the Comitato dei Garanti (Guarantors’ Committee) for restitution of objects plundered by the Nazis belonging to the Jewish community of Trieste.
Ma, signori miei, B’nai B’rith non vi ricorda nulla?

Jewish groups support Bolton as UN diplomat

 

L’Associazione “Umanesimo”, emanazione della loggia romana “Antichi Doveri”, organizza per il prossimo 23 maggio (CNR Aula Marconi – Piazzale Aldo Moro, 7, ore 16) la tavola rotonda sul tema “La formazione del cittadino. Dopo l’introduzione di Massimo Arzillo, presidente di “Umanesimo, partecipano ai lavori, moderati da Bruzio Pirrongelli, presidente onorario dell’associazione, Marcello Veneziani, giornalista e consigliere della Rai; Arturo Diaconale, direttore del quotidiano “L’Opinione”; Clelia Piperno, docente delle Università “La Sapienza” di Roma e di Teramo; Alessandro Meluzzi, psichiatra e scrittore; Sandro Di Castro, rabbino e presidente del Bené Berith. All’iniziativa sarà presente il Gran Maestro aggiunto Massimo Bianchi.
Questo veniva dal sito del Grande Oriente d’Italia>..
Il B’nai B’rith, signori miei, è la massoneria… una delle trecentoquarantasette ormai care al lettore di vecchia data, ma pur sempre massoneria.

Vogliamo fare un rapido riassunto a proposito della formazione del cittadino?

Immigrazione forzata…

Oggi, infatti, occorre affrontare e superare problematiche globali per le quali non sono più sufficienti mere soluzioni economico-finanziarie: in questo contesto la Massoneria svolge un ruolo primario perché propugna i valori fondamentali della dignità, della libertà e del rispetto del singolo nella diversità, che sono alla base della convivenza civile. Valori, questi, che devono diventare patrimonio soprattutto delle nuove generazioni affinchè crescano con i principi del rispetto dell’altro, della eguaglianza, delle diversità, con la comprensione dei disagi altrui e con lo spirito di offrire liberamente la loro solidarietà a chi ha bisogno.
Il Libero Muratore, quindi, deve pensarsi come uomo del futuro, in grado di coniugare in sé, in un nuovo umanesimo, spiritualità e scientificità: il suo compito non è quello di comunicare certezze, ma di educare gli uomini ad affrontare situazioni nuove applicando principi perenni e a ricercare se stessi non solo nel proprio mondo interiore, ma anche negli altri.
Proprio dalla globalizzazione, da cui non si può prescindere, occorre allora riformulare una nuova etica, per così dire, globale che tuteli la libertà e la dignità di ogni uomo, liberandolo da ogni forma di emarginazione, e che concili le leggi dell’economia con gli universali ed inalienabili ‘Diritti dell’Uomo’.

Ed è allora indispensabile che, in un quadro di rafforzamento degli istituti internazionali, l’Onu svolga una nuova e più efficace azione di tutela dell’umanità. In un contesto in cui sembra affermarsi un mercato globale privo di valori, esiste il rischio che i popoli più poveri, oltre ad essere colpiti dalla riduzione dei diritti, siano anche privati delle ricchezze derivanti dalle risorse naturali e da quelle frutto del progresso scientifico internazionale cui non possono accedere.

La Massoneria continua fermamente a credere che la scuola pubblica sia la scuola del confronto e che essa costituisca il laboratorio vero nel quale la futura società interculturale e multietnica troverà le sue radici.

Signori miei, la scuola pubblica è il loro laboratorio… e lo dicono loro stessi

 

 

Il giorno 12 maggio 2005, presso il ristorante Orazio a Porta Latina, Roma, si è tenuto il programmato incontro culturale organizzato dai Templari, in ordine alla presentazione del libro: TEMPLARI LA LEGGE DEL FUOCO, ad opera del fratello Antonio da Conca della Campania ed edito dalla casa editrice Templari.
Il libro-romanzo è stato presentato dal prof. Avv. Riccardo Scarpa di Roma.
Il libro, ripercorre in un’ottica esoterica-investigativa, tutta la complessa storia della famosa Milizia Christi, dalle origini, 1118, fino ad oggi, nelle sue trame nascoste e moderne, Illuminati e piano di immigrazione forzata delle masse in Europa allo scopo di forgiare l’uomo nuovo.

Signori, non so se vi è ben chiaro il concetto… Prendiamone nota, perché tra poco tornerà molto, molto utile

 

 

Come ha egregiamente commentato il presentatore, un vero segreto per essere tale e rimanere, deve essere paradossalmente reso pubblico.
Ad una lettura meno superficiale del testo, il Piano dei fratelli Illuminati, sembra essere un invito all’attuazione dello stesso da parte di Entità note.
[…]

Nello splendido Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, si è svolto il 12 febbraio 2005 l’XI Convegno della Massoneria Toscana sul tema I Valori Universali e la riforma dell ONU, che il Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili ha promosso e realizzato nell ambito di un work in progress che si articolerà con incontri, conferenze e tavole rotonde sul tema stesso dei valori universali nelle sue ampie sfaccettature. La tavola rotonda ha rappresentato un primo esempio di dialogo e confronto su quei valori universali che la Massoneria, operando nel solco della propria tradizione, intende offrire per la costruzione della società e la realizzazione di una governance mondiale dal volto umano.
Andate a rileggervi Erasmo (01/2006)
Erano guidati dal massone Alfonso La Marmora i bersaglieri che, sfondando a Porta Pia, siglarono la presa di Roma il 20 settembre 1870. Per circa cinquant’anni in parlamento sia i principali esponenti della Destra che quelli della Sinistra furono massoni.
[…]

 

In seguito, massoni sarebbero poi stati parecchi esponenti dello squadrismo fascista che, nel 1922, organizzarono la marcia su Roma, da Italo Balbo a Giuseppe Bottai, da Achille Starace a Roberto Farinacci.
Ciò tuttavia non impedì a Benito Mussolini, antimassone fin dai tempi della sua militanza nel Partito socialista, di mettere fuori legge entrambe le Obbedienze nel 1925. Con la fine del fascismo, dopo la Seconda guerra mondiale la massoneria è rifiorita un’altra volta.
[…]
Calunniato, vilipeso e perseguitato per tutta la vita, troverà la sua consacrazione solo dopo la morte. La sua visione politica continuerà ad infiammare gli animi di democratici e repubblicani, nel suo nome nasceranno circoli giovanili ed associazioni operaie. In Italia, come nella nostra città. Particolarmente significativo il circolo mazziniano nato a Terni nel 1885. Aveva sede in via dei Chiodatoli, con un tavolaccio, poche sedie e qualche panca, come arredamento. Alle pareti i ritratti di Mazzini e Garibaldi e uno scaffale con le opere del Maestro. I giovani venivano educati al lavoro e all’amor di patria, attraverso la lettura dei “Doveri dell’Uomo”. Un libretto di poche pagine, scritto da Mazzini nel 1851, ad uso degli operai, in cui al diritto, veniva anteposto il senso del dovere.
[…]

Con esso l’agitatore, il politico, il riformatore si fa anche educatore. È il senso del dovere che prepara l’uomo alla sua missione, ad un’esistenza che andava spesa al servizio della Patria , della conoscenza, per lo sviluppo e il progresso dell’Umanità.
Un’opera che rappresentava allo stesso tempo una concezione di vita ed uno strumento di formazione delle coscienze, che nel 1906, giusto cento anni fa, il Circolo Petroli, volle donare “alla studiosa gioventù ternana perché, ispirandosi al pensiero del grande maestro, si educhi fin dai primi anni al sentimento del dovere”.
Un’edizione speciale “ad uso delle scuole e raccomandata dal Ministero della Pubblica Istruzione” come si legge nel frontespizio. Nella prefazione invece l’invito a “sviare egoismi e materialismo, a coltivare l’amore e ricercare la verità”.
[…]

Nell’anno testé terminato vi era anche l’anniversario dei duecento anni della Massoneria Italiana e per tale anniversario era da tempo stata fatta regolare proposta per un francobollo. Forse una Istituzione che ha contato nelle sue file, uomini come Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini, Nino Bixio, Goffredo Mameli autore dell’Inno ufficiale della Nostra Repubblica, il cantore del Risorgimento Giosuè Carducci e mille eroi che si sono immolati nel Risorgimento italiano per l’Unità e la Libertà d’Italia, meritava questo riconoscimento che non c’è stato. Vi sarebbe una soluzione: nel 2007, anniversario della morte dell’Eroe dei due mondi, un bel francobollo di Garibaldi con le insegne massoniche. Ma su questo argomento ritornerò a parlare.
 

 

Il restaurato Museo del Risorgimento, che viene inaugurato nel giorno del duecentesimo anniversario della nascita di Giuseppe Mazzini, può e deve diventare punto di riferimento per il nuovo patriottismo europeo di tutti gli italiani.
Mazzini, con il suo pensiero e con la sua azione, è stato fra i protagonisti del nostro Risorgimento quello che ha più contribuito a restituire l’Italia agli italiani, affermando un nesso inscindibile fra i valori dell’unità e dell’indipendenza e quelli della democrazia repubblicana.
Lo spirito della Costituzione italiana, frutto duraturo della Lotta di Liberazione e del secondo Risorgimento, è profondamente mazziniano per il richiamo al dovere come fonte dei diritti, all’associazionismo come strumento concreto di solidarietà, alla coesione sociale, garantita da una cittadinanza consapevole, basata sull’educazione.

Signori miei, non so se l’idea vi è stata a sufficienza…

I doveri dell’uomo

 

Le credenze individuali, false forse ed avverse al progresso, sono trasmesse, sole e autorevoli, di padre in figlio, nell’età in cui l’esame è impossibile : più tardi, nelle condizioni dei più tra voi, la fatalità d’un lavoro materiale di tutte l’ore, vieterà all’anima giovane nella quale si saranno stampate quelle credenze, di raffrontarle con altre e modificarle.
Spero che vi sia chiaro, signori miei, il motivo per cui i vostri pargoli devono sedersi tutti insieme sui banchi pubblici e gratuiti.
Orbene, signore e signori della giuria: voi questa merda l’avete sotto casa e davanti agli occhi 24 ore al giorno, solo che aprendo Repubblica ed il Corriere vi può sembrare che “il deputato” abbia fatto “l’interrogazione parlamentare” contro il boicottaggio, oppure che l’educazione civica serva ad insegnarvi a comportarvi come persone anziché come bestie. Rileggetevi bene tutti i ricchi link e cominciate a fare due conti.

Ma stavamo parlando di boicottaggi, se non sbaglio. E allora parliamone, orsù!

Amalek’s World II (2/2)

Da Jews Against Zionism, nota setta antiebraica ed antisemita:

Most people are not aware that in March, 1933, long before Hitler became the undisputed leader of Germany and began restricting the rights of German Jews, the American Jewish Congress announced a massive protest at Madison Square Garden and called for an American boycott of German goods.
Non mi dire che a lorsignori è appena passata la voglia di parlare di boicottaggi?
 

 

The Daily Express (London) published an article on March 24, 1933 announcing that the Jews had already launched their boycott against Germany and described a forthcoming “holy war”. The Express urged Jews everywhere to boycott German goods and demonstrate against German economic interests.
The Express said that Germany was “now confronted with an international boycott of its trade, its finances, and its industry… In London, New York, Paris and Warsaw, Jewish businessmen are united to go on an economic crusade.”
The article went on, “worldwide preparations are being made to organize protest demonstrations.”

On March 27, 1933 the planned protest at Madison Square Garden was attended by 40,000 protestors (New York Daily News headlines: “40,000 Roar Protest Here Against Hitler”).

Similar rallies and protest marches were also held in other cities. The intensity of the Jewish campaign against Germany was such that the Hitler government vowed that if the campaign did not stop there would be a one-day boycott in Germany of Jewish-owned stores.

Hitler’s March 28, 1933 speech ordering a boycott against Jewish stores and goods was in direct response to the declaration of war on Germany by the worldwide Jewish leadership.

That same spring of 1933 there began a period of private cooperation between the German government and the Zionist movement in Germany and worldwide to increase the flow of German-Jewish immigrants and capital to Palestine.

Growing anti-Semitism in Germany and by the German government in response to the boycott played into the hands of the Zionist leaders. Prior to the escalation of anti-Semitism as a result of the boycott the majority of German Jews had little sympathy for the Zionist cause of promoting the immigration of world Jewry to Palestine. Making the situation in Germany as uncomfortable for the Jews as possible, in cooperation with German National Socialism, was part of the Zionist plan to achieve their goal of populating Palestine with a Jewish majority.

Si spera che i signori esercenti romani si siano fatti una vaga idea su chi possa avere interesse a farli sentire in qualche modo indesiderati.

Poiché a questo punto alle facce di culo è stranamente passata la voglia di parlare dei boicottaggi, possiamo tornare a parlare del democratico Pacifici.

Riccardo Pacifici, i massacri di Gaza e il trucco mediatico degli “aiuti”

Il Manifesto di oggi ha pubblicato, a pagina 4, un trafiletto incredibile, che trovo sulla rassegna stampa dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Il trafiletto è scritto con i piedi, in gran fretta e non si capisce bene nemmeno quale sia la fonte. Che sembra sia una mailing list sionista. Visto che ci vanno di mezzo – finora – alcune migliaia di nativi palestinesi arsi vivi, accecati, azzoppati o sepolti sottoterra, credo che sia giusto fare qualche violazione della privacy.
Grazie all’utile contributo dei lettori, leggiamo tutti insieme la rassegna stampa… con un suggerimento: salvate con cura tutti questi file, e convertite in ricchi PDF tutti gli articoli che trovate sul web a rischio scomparsa (capisc’ammé).

 

 

Rispondendo a un appello del ministro Frattini… l’Unione delle Comunità ebraiche italiane e la Comunità ebraica di Roma – si legge in un comunicato – mettono a disposizione 300 mila euro in medicinali». 200 mila destinati «ai bambini e alla gente di Gaza», 100 mila «ai bambini e ai civili delle cittadine israeliane del sud di Israele colpiti dai razzi di Hamas».
Domani i medicinali saranno messi a disposizione di Frattini (a cui va un forte apprezzamento per la posizione presa). Bel gesto, umanitario. «Il nostro è un gesto di umanità», dice Renzo Gattegna, presidente dell’Ucei. E come per qualsiasi gesto umanitario degno di tale nome «non intendiamo dare un giudizio politico dei torti o delle ragioni dell’una o dell’altra parte», gli fa eco Riccardo Pacifici, il presidente della Comunità romana che pure aveva appena esternato il suo pieno appoggio ai bombardamenti su Gaza.
E invece su quella frase si è scatenato l’inferno fra la comunità ebraica di Roma e ambienti italo-ebraici di Israele. Un certo Shimon Fargion, un ebreo italiano emigrato a Gerusalemme, ha attaccato violentemente Pacifici sia per quelle parole che suonano troppo equidistanti sia per aver speso soldi della comunità in soccorso dei civili palestinesi di Gaza.

 

 

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