Astronomia, ecco chi è Titano

Fonte: Agenzia Spazile Italiana

Cassini svela i segreti di Titano

Le ultime immagini inviate dalla luna di Saturno a 3 miliardi e mezzo di chilometri dalla Terra

02 Apr 2009

Titano, la luna di Saturno, non l’avevamo mai vista così: cime di montagne che arrivano a 1200 metri di altitudine, spesse colate probabilmente uscite da vulcani ghiacciati, dune alte 100 metri che la attraversano da una parte all’altra. Ora, grazie al lavoro della sonda Cassini-Huygens, frutto dell’impegno di NASA, ESA e ASI, disponiamo di una aggiornatissima mappa a volo di uccello di questa remota parte del nostro sistema solare.

 

Tra le scoperte più interessanti, c’è anche quella di una minuscola luna, nascosta tra gli anelli di Saturno, battezzata Moonlet. Cassini l’ha fotografata a più riprese, ricostruendone la traettoria.

 

Per ‘coprire’ quasi il due per cento della superficie di Titano sono stati necessari 19 flybys sul satellite. “Abbiamo potuto mappare cose – spiega Randy Kirk, membro del ‘radar team’ di Cassini – che a me fanno decisamente pensare alla Terra: grandi mari, piccoli laghi, fiumi, letti prosciugati e colate di lava”. Kirk ha presentato i risultati di questo complesso lavoro di mappatura, realizzato assieme al Centro astrologico dell’Us Geological Survey di Flagstaff (Arizona) alla Lunary and Planetary Conference tenutasi alle Woodlands, in Texas.

 

Ecco alcune delle immagini più recenti di Titano riprese da Cassini

 

Belet

 

 

L’immagine mostra il mare di sabbia equatoriale di Titano chiamato “Belet”. Si tratta di una mappa topografica in cui compaiono dune individuate da macchie chiare e scure ma anche zone prive di dune. La risoluzione non permette di individuarle singolarmente, ma è possibile valutare che la più vasta delle dune è alta da un minimo di 300 a un massimo di 500 piedi, vale a dire circa 100-150 metri.

 

Ganesa Macula

 

 

L’area circolare all’estrema destra dell’immagine, conosciuta come Ganesa Macula, è vasta circa 180 chilometri e somiglia sommariamente alle cupole vulcaniche individuate su Venere dalla missione Magellano nel 1990. Con ogni probabilità, si è formata prprio a partire da un vulcano gelato in seguito a movimenti tettonici e/o processi di erosione fluviale  

 

Hotei Arcus

 

 

Coppia di immagini che mostra flussi di lava che sembrerebbero rivelare la presenza di vulcani ghiacciati. I margini delle colate sono rilevati dal radar con macchie scure, mentre  la parte superficiale ha un colore più chiaro. Lo sessore è misurato tra i 100 e i 200 metri.

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