Monforte, i problemi: antecedenti 1

Fonte: Buongiorno Monforte

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venerdì, 29 agosto 2008

T.A.T. – Osservazioni art. 25 D.Lgs. 16/01/2008

                         

AL MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA
DEL TERRITORIO E DEL MARE
DIREZIONE GENERALE PER LA SALVAGUARDIA AMBIENTALE
Via Cristoforo Colombo 44 – 00147 ROMA

Indirizzo PEC DG Salvaguardia. Ambientale@PEC.miniambiente.it

All’Assessore Provinciale Al Territorio
Gaetano Duca c/o Prov.Regionale di Messina
e-mail:g.duca@provincia.messina.it

OGGETTO : Osservazioni al documento ”STUDIO IMPATTO AMBIENTALE” – Tratto Monforte San Giorgio -Policastro Bussentino – Condotte Sottomarine e centrale di compressione

A – Propedeutica

La nostra Associazione T.A.T., ha fra i suoi scopi, la tutela dell’ambiente e del territorio, soprattutto quelli ad alta qualità di rischio per inquinamento atmosferico e per dissesti generati da ingiustificata speculazione territoriale e/o interessati da gravi squilibri urbanistici per mancanza o inadeguatezza di strutture e servizi urbani primari e secondari.
Il territorio interessato dagli interventi descritti nel documento citato in oggetto presenta un quadro molto complesso determinato da un uso disordinato e fortemente degradato, oltre alla contiguità con l’Area ad alto rischio di crisi ambientale a suo tempo decretata e dove siamo ancora in attesa dei risultati della indagine epidemiologica commessa dalla Regione Sicilia alla O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità).
A miglior intelligenza si ricorda che il decreto si rese necessario per il rilevante incremento di decessi per neoplasie e numerosi casi di malattie croniche respiratorie, la O.M.S. venne coinvolta quando si verificò anche un caso di sclerosi multipla amiotrofica laterale.
Tutti casi generati da un ambiente malato, per effetto dei veleni immessi in atmosfera dalle industrie pesanti della zona, e quasi nulla sappiamo dello stato del suolo e sottosuolo.
Un alto degrado fisico generato da un incontrollato e disordinato sviluppo, più occasionale che pianificato, e quello che è peggio che tutto ciò è altamente visibile e percettibile al più semplice dei cittadini, tranne ad certo potere che figurativamente soccombe al ricatto occupazionale.
In tale sintetico quadro si intende inserire una infrastruttura tecnologica che secondo mio sommesso parere è fortemente impattiva ed accresce ulteriormente il degrado fisico e limita ulteriormente altre forme di sviluppo socio economico nonchè quelle di tipo culturale.

Circa venti anni or sono, il sottoscritto redigeva una proposta per lo sviluppo del diporto nautico e di forme per la gestione della permanenza turistica riconvertendo l’edilizia degradata e vetusta dei comuni della Valle del Mela per realizzare l’albergo territorio, il Comune di San Pier Niceto mi fermò con la affermazione che la zona della foce del Niceto era caratterizzata dalla coltivazione delle “smergie” che solo in quella zona era possibile, per le delicatissime condizioni di un microsistema unico, quindi non avrebbe mai permesso l’alterazione di quei luoghi –
In conclusione oggi è permesso, oltretutto non mi pare che lo stesso Comune, nella formazione del Piano ASI abbia posto condizioni di tutela per tale zona – 

Tale episodio si riporta per rilevare l’incoerenza e la poca cultura ambientale, a vantaggio di un utilitarismo pragmatico; le aeree industriali, i siti tecnologici incidono sulla dimensione microscopica della biosfera in quanto lacerano e sconvolgono il continuum di interrelazioni bioinformative/formative,tessuto dalla vita nel tempo e nello spazio, con conseguente degrado della coerenza informativa dei flussi biologici, per questo la loro allocazione deve essere valutata in modo strategico e la loro attività non deve impattare negativamente-
Nella più semplice delle sintesi , non vi è coerenza organizzativa, l’ambiente è un dono storico della vita ed il suo stravolgimento significa scompaginare gli intrecci connettivi naturali: Aria Acqua & terra-

B-Sealine e centrale di compressione
L’opera di per sé è sicuramente utile, come tutte le infrastrutture a sostegno dello sviluppo, però non debbono concorrere allo sviluppo disordinato, al degrado ambientale, alla trasformazione violenta del territorio.
Il titolo dell’opera “SEALINE TIRRENICA” fa prevalere il concetto di condotta sottomarina, celando quello della centrale di compressione prevista a Monforte S.Giorgio in area compresa nella fascia marittima di particolare importanza per futuri sviluppi più pregiati rispetto a quello tecnologico –
L’impatto della sealine, nelle conclusioni del documento è indicato come insignificante, anzi impatta di più l’operazione cantiere che l’ esercizio della sealine –
Il sito della Centrale di compressione, Comune di Monforte S. Giorgio, impegna una superficie di 25 ettari, zona foce Niceto, interessata dalle coltivazione delle famose e autoctone “smergie”.

L’impatto della sealine riguarda principalmente le attività marittime, nella parte a terra genera delle fasce di rispetto che dovrebbero essere compatibili con la pianificazione, di ciò non viene fatta menzione, come pure non si capisce a che profondità la condotta viene interrata-
Il rischio esplosione per errore tecnico o per atti terroristici è possibile, a fronte di ciò non si capisce con quale organizzazione di protezione civile si intende garantire la sicurezza ed incolumità dei sistemi abitati-

L’opera genera un compromissione territoriale irreversibile –

La centrale di compressione produce ulteriori emissione in atmosfera, oltre a quelli immessi dalla centrale di San Filippo del Mela, dalla Raffineria di Milazzo e di altre attività di cui ogni giorno si percepiscono i miasmi –

La Snam Rete Gas , promotrice, della inziativa, redige la sua analisi di impatto e ad opera conclusa si avrà un quantitativo incrementale tra 62 e 75 MILIARDI di metri cubi di gas annui, (oltre 200 MILIONI m.c. giornalieri) prefigurando, a seguito del provvedimento n° 15174 dell’autorità garante della concorrenza e del mercato, possibili ulteriori incrementi.
Senza tentare analisi particolareggiate è comunque facile percepire il senso economico della iniziativa, qualche miliardo di euro per la parte hard, oltre ai proventi di fornitura e gestione.
Nulla di scandaloso, per carità, è giusto che l’opera generi profitti e garantisca forme di sviluppo in relazione alla crescita demografica, quello che appare inconciliabile è che tutto questo venga sostenuto da una porzione di territorio già martoriato, senza alcuna contropartita per compensazione ambientale e per il riequilibrio territoriale –
Ancora più irrazionale appare la vicenda, alla luce del silente atteggiamento delle Amministrazioni interessate, solo una moderata protesta, quando invece dovrebbero essere loro a negoziare la contropartita per le compensazioni ambientali nonché per il riequilibrio del territorio e tutte le varie forme di garanzie oltre al forum per la verifica della qualità della scelta.
L’impatto redatto si limita alle conseguenze nello stretto limite di area necessaria alla formazione sia della gasline che della centrale, quando invece andrebbe estesa al contesto ad esso interconnesso ed in modo compiuto valutare cosa accade in un contesto funzionale per effetto della trasformazione, o eventualmente valutare, come opportunità, la formazione di opere che quei territori necessitano per un funzionale riequilibrio e riassetto o, nel caso di specifico degrado per contrastare il degrado stesso, e perché no, garantirsi un incoming annuale per opere di miglioramento funzionale di qualità urbana ed ambientale, oltre alle varie forme di sicurezza in caso di evento negativo-

Conclusioni
Avendo analizzato la documentazione si ritiene di osservare:
a)La centrale di compressione non è a zero emissioni e produce forti alterazioni ambientali con ulteriore grave squilibrio territoriale;
b) Non è garantita la protezione dei sistemi urbanizzati in caso di eventi negativi;
c)L’intervento limita ulteriormente altre forme di sviluppo, condannando la intera zona a destinazione prettamente industriale in un momento in cui la evoluzione socio economico spinge verso lo sviluppo di qualità turistica;
d)L’opera è stata valutata su un impatto territoriale ridotto, l’impatto deve essere esteso su scala provinciale;
e)Non vengono espresse le forme di garanzie reali sulla sicurezza, sulla non nocività e sulla non pericolosità-

La nostra associazione auspica un forte coinvolgimento delle Istituzioni locali, Provinciali e Regionali, al fine di porre a freno l’uso indiscriminato del territorio, senza un preventiva pianificazione strategica degli insediamenti, nel rispetto del criterio della sostenibilità e sussidiarietà, ed esprime la propria disponibilità alle iniziative di ispirazione popolari che rivendicano il confronto democratico e civile con le istituzioni per la crescita e lo sviluppo consapevole –

Auspica un risveglio critico sulla grave situazione della Valle del Mela, per trovare soluzioni conciliabili con gli interessi di tutti, con lo strumento dello sviluppo partecipato e condiviso, senza porre il ricatto occupazionale ovvero nelle condizioni della pari dignità. 

Presidente Dott. Giovanni Marafioti: tatsicilia1@yahoo.it 

Vice  Presidente  Arch. Salvatore Crisafulli: tatmilano1@yahoo.it 

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Commenti

#1   30 Agosto 2008 – 21:58
 
Le certezze del “Carnefice”, mi provengono dal Romanzo “girovago”, San Donà, Roma, Autogrill Me, Asi etc. etc. Inoltre, un’altra conferma mi sovviene dalle recenti offerte moralmente discutibili, da parte dei funzionari Snam, per accappararsi tutti gli appezzamenti di terreni nella zona Marina. Vorrei ricordare che, nella malaugurata ipotesi che venga realizzato il mostro ambientale, le abitazioni subiranno un crollo del 50%, lo stesso dicasi per tutti i terreni. Concludendo, il progetto prevede la costruzione di 2 o 3 ciminiere di oltre 25 metri e non solo, ricordo che la stazione deve pompare 200.000.000 di metri cubi quotidiani di metano.!!! Dovremo, secondo alcuni saggi avventurieri e speculatori selvaggi, che abitano lontani, convivere con una bomba di queste dimensioni, vita natural durante.!! Oppure questi esemplari amministratori pensano che sia propedeutico fare un parco giochi e una scuola materna, sul sito della centrale, che Dio c’è la mandi buona.!!! L’Untore Monfortese
    utente anonimo

#2   31 Agosto 2008 – 15:56
 
E’ il caso di dire:Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino! Il Prof
    utente anonimo

 

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Blog foto: SVINCOLO
 

 

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