X MAS, il foglio informativo di una storia che non finisce

28 Luglio 2009

Fonte: Associazione Culturale Decima Flottiglia M.A.S.

X MAS: NON DIMENTICARE MAI LE RAGIONI DI UNA SCELTA, PER L’ITALIA E PER L’ONORE                                                                                                     

LA “DECIMA” PRESERVO’ L’ESISTENZA DI APPARATI INDUSTRIALI E PREVENNE SVOLGIMENTI ED ESITI ANCORA PIU’ FEROCI DELL’OCCUPAZIONE TEDESCA DETTATA INNANZITUTTO DA UN INFAME TRADIMENTO       
Nell’ultimo numero del bollettino dell’Associazione della Decima, in copertina  riportato “NATALE 1945 AL 211 P.O.W” di Algeri. L’ultimo del bollettino, patinato e a colori, è sempre ricco di informazioni storiche e di rievocazioni culturali. La Decima flottiglia mas opera anche attraverso un sito internet: www.decima-mas.net. Presidenza: emalut@tin.it ; tel. 035.972.881 ;  vicepresidenza: info@decima-mas.net ; segreteria: arlette_voltolini@decima-mas.net. La corrispondenza va indirizzata a: Emilio Maluta, Via A. Moro n. 12 – 24062 COSTA VOLPINO – BG
Anche le future generazioni di italiani dovranno essere immensamente grati ai marò della Decima e ai soldati della RSI. Essi salvaguardarono l’onore del Popolo, della Nazione, della Patria dal tradimento di un re che mise tutto il Paese nelle condizioni più miserevoli, soprattutto quelle morali e politico-morali, che durano ancora oggi per le profonde lacerazioni che provocò. Non dimentichiamo che anche oggi per questo gran parte degli stranieri continua a NUTRIRE riserve e forti “pregiudizi” se non aperto disprezzo su di noi italiani per l’inaffidabilità della nostra parola e del nostro impegno. Non dimentichiamo che il re, nella piena legittimità di defenestrare il duce, tradì se stesso e la Patria con la resa segreta senza condizioni di Cassibile e con la farsa badogliana de “la guerra continua”. Nessuno starnazzante storico e politico antifascista ha mai risposto alla domande che si sarebbe immediatamente dovuto porre chiunque: “Gli alleati tedeschi presenti sul nostro territorio che faranno? Ci riempiranno di baci e di abbracci e si ritireranno? Li accompagneremo alla stazione a prendere il treno? O… ci considereranno traditori e ci occuperanno?” I marò e i soldati della RSI non possono e non debbono e non vogliono essere parificati ai partigiani “parificati” dalle successive leggi della Repubblica degli “antifascisti” ai soldati del regio esercito. I marò e i soldati della RSI possono essere soltanto parificati ai soldati del regio esercito perché truppe e reparti regolari di un esercito regolare. Se combatterono i partigiani, a ciò furono costretti dalle azioni, “belliche” per le corti di giustizia italiane (!), tecnicamente caratterizzate e condotte secondo la logica degli agguati, delle azioni terroristiche, del mordi e fuggi  della guerriglia che colpisce le retrovie. Cosa militarmente irrilevante per i fini e gli obiettivi generali degli angloamericani quanto del regio esercito, dal momento in cui iniziò la infondata “cobelligeranza” con i vincitori; cosa che determinò però un’accentuata recrudescenza degli scontri con i reparti tedeschi e italiani preposti al controllo del territorio della RSI, e ,quindi, la conseguenza inevitabile delle rappresaglie che così tanto coinvolsero la popolazione civile. Fenomeno tristissimo detto della “spiralizzazione” che sul piano storico costituisce una costante. Da qui, chiediamoci: quale saggezza o quale scelleratezza giudò la classe politica che sostenne, rafforzò e seguì le scelte di un re in fuga?  Domenico Cambareri

Lascia un commento