Filosofia islamica: Al Gazali, Il destino

21 Ottobre 2009
Fonte: Airesis

Al-Gazali

TRATTATO SUL DESTINO

Mimesis edizioni, Milano 2009 — http://www.mimesisedizioni.it/  —  collana I Cabiri  pp. 145, Euro 10,00

Il tema di questo libro è il destino, un argomento che appartiene alla dimensione interiore di ognuno di noi, a volte invocato, altre accolto, anche rifiutato ma al quale si ricorre spesso confidando nella sua misteriosità. È la storia dell’intreccio tra fede e ragione, che anima e tormenta i nostri cuori al pari dei grandi filosofi e teologi.
La tematica del destino è analizzata attraverso lo studio del famoso teologo musulmano, che si presenta per la prima volta in lingua italiana. Il testo è un eccellente punto di avvio nello studio del nostro autore,in quanto ripercorre le parole del Profeta Muhammad riguardo i principi fondamentali dell’Islam, a cui tutti i fedeli devono attenersi. ha scelto quaranta detti del Profeta che intendono abbracciare completamente il credo musulmano. L’opera, suddivisa in quaranta capitoli, rispecchia il precedente scritto Ihya Ulum ad din, a sua volta strutturato in quaranta libri, sebbene in realtà sia un commento esplicativo al quarto tomo. Tutto è già scritto, ma è bene posare la penna sulla carta e riempire il foglio, è bene aprire la porta del cuore ed uscire, è bene comunicare con gli altri attraverso il sorriso, il destino è dietro quella finestra, basta spostare la tenda e guardare con occhi diversi. Se qualcuno ci guarda non vorrebbe certo vederci in quiete, ma agire in qualsiasi direzione. Non si lascia un assetato senza acqua perché quello è il destino scelto per lui, ma si cerca dell’acqua per aiutarlo perché questo è il nostro destino.
Al-Gazali (1058-1111) fu un autore prolifico, si contano circa quattrocento opere anche se molte sono ad altri libri e alcune si ritengono spurie. Tra i contributi principali della sua attività si ricorda il tentativo di ravvivare la religione islamica tramite la riconciliazione tra l’ortodossia e il sufismo che egli perseguì con la stesura della sua opera più rappresentativa, la fondamentale disputa che avviò, in seguito al suo L’incoerenza dei filosofi, con il filosofo Averroè ad indicare il momento teoreticamente più alto della filosofia islamica medievale.
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