Elezioni regionali: prevalso il caos dello scontro condito con le pepate giudiziarie a tempo

26 Marzo 2010

Fonte: Eulà

 

ELEZIONI. SCONTRI STRUMENTALI SOPRA LE RIGHE. LA VERA POLITICA E’ STATA ASSENTE

Sempre lineare e inappuntabile la linea super parte del Capo dello Stato – Campagna elettorale assolutamente atipica  – Non vi è stato dibattito sui nuovi programmi e soprattutto su quanto le amministazioni uscenti hanno fatto – Emma Bonino distonica come presidente della regione Lazio – Sivio sbaglia: sono soltanto elezioni regionali – Perché il nostro silenzio – In favore della vittoria del Pdl

L’esasperazione dello scontro di queste settimane è avvenuta al di fuori dal ring della vera politica. Ancora una volta i criteri che inducono a scegliere il modello bipolare e dell’alternanza sono stati messi totalmente da parte. Non un confronto, anche serrato polemico e forte, sui temi delle politiche regionali e delle amministrazioni dei consigli regionali uscenti, ma uno scontro su colpi bassi non attinenti per nulla a ciò. Cioè a quanto e su quanto l’elettore dovrà pronunciarsi e scegliere con il proprio voto. Noi riaffermiamo che il calendario delle indagini giudiziarie è autonomo da quello della politica. Questa petizione di principio non significa però e necessariamente che autonomia sia anche rivendicazione insensibile e cieca di forme assolute di autonomia che portano a collidere con il calendario della politica, laddove lo spostamento di qualche settimana di decisioni clamorose su risultati di indagini non arreca danni di nessuna natura alla macchina della giustizia, alle sue esigenze e ai suoi tempi. Ed evita di provocare il peggio per tutti. Inappuntabile è risultata su tutta la linea l’azione di terzietà del Quirinale. Riteniamo anche che l’affermazione del premier, essere queste elezioni regionali elezioni con prevalente valenza politica nazionale, sia da non condividere in quanto errata. Anche se la posta in gioco sul piano elettorale è effettivamente molto alta, essa è e deve rimanere nel suo ambito. Altre affermazioni avanzate da Silvio sono state fatte sul filo della passionalità oratoria e reattiva e non di un lucido piano di revisione dei programmi di riforma costituzionale. Ci auguriamo che il PdL consegua un ottimo risultato elettorale, in ogni caso l’esito della tornata elettorale è inincidente con i temi della politica nazionale e internazionale, ad iniziare da quelli di natura economica, finanziaria e sociale. Ci duole constatare che il PD abbia candidato nel Lazio un personaggio fortemente distonico con la potenziale carica che dovrebbe venire a ricoprire, se dovesse vincere sulla Polverini. Lo affermiamo con assoluta tranquillità e ne esplicitiamo i motivi. Premettendo di ricordare ai lettori che L’Europa della Libertà, anche con i suoi componenti che in materia di fede religiosa sono cattolici, è su posizioni fermamente laiche in tutta trasparenza e coerenza; che essa non lesina critiche e attacchi anche pesanti e reiterati contro la chiesa di Roma, sapendo in ciò distinguere i diversi piani e i contesti in cui li articola. Se Emma Bonino ha potuto e può svolgere certi ruoli anche di rilievo in compagini ministeriali, ciò non le è possibile in un contesto in cui il presidente della regione Lazio è chiamato quasi giornalmente a operare su aspetti che ineriscono i diretti rapporti tra Stato e chiesa. Volenti o nolenti – noi sicuramente nolenti – vigono i Patti Lateranensi e il relativo Trattato, anche se bisogna rammentare nella revisione del 1984: su tutto ciò, senza dovere avere per questo il dono della profezia, sappiamo che, per temperamento e per riconfermata “fede”, Emma Bonino sarà alquanto intemperante. I problemi che Emma sarà in grado di “debordare” dagli ambiti specifici a quelli di uno scontro “territoriale” strumentale sono molteplici compresi quelli con cui possiamo avere con i radicali maggiori assonanze, quali il diritti di rifiutare l’accanimento terapeutico per essere tenuti in vita artificialmente (idratazione e alimentazione artificiali imposti innanzitutto). Altri ci separano nettamente, come la dolorosa pagina della libertà di abortire. Su tutto questo, non ultimo l’esaltazione sperticata della liberalizzazione della droga e della identità promossa fra matrimonio naturale e convivenza omosessuale, abbiamo il timore che gli interessi dell’amministrazione quotidiana della regione e dei cittadini del Lazio ci entreranno ben poco. Riconfermiamo che queste elezioni regionali si svolgono in un clima assai atipico, poco accettabile; che lo scontro politico non può e non deve continuare in uno scontro tra funzionari delle amministrazioni dello Stato, in primis una percentuale non rilevante di giudici ma determinante a potere scatenare sempre il finimondo, e il governo e il suo premier; che Silvio Berlusconi ha il diritto-dovere di utilizzare l’ampia maggioranza parlamentare di cui gode per portare con più incisività avanti le riforme strutturali del Paese. In tutto questo arco di tempo, abbiamo mantenuto pressoché totale silenzio, traendoci fuori dalle ripetute e inconcludenti risse. Ma non è mancata e non manca la solidarietà con quanto inopinatamente gli viene sempre scagliato contro, ad iniziare dalla gravissima e imperdonabile deviazione commessa dal CSM. Sulle nostre critiche a quanto Silvio ha fatto e vuole fare e su quanto Silvio non ha fatto in tema di politica di governo, e sugli uomini di cui ci circonda, aspettiamo di dire la nostra dopo la tornata elettorale. Digeriti i risultati, Silvio ascolterà le nostre idee e i nostri giudizi. E saranno con la massima carica e affatto impietosi. La corretta amicizia deve portare soprattutto a questo, quando la necessità lo impone.