DAL SENATO ALLA CAMERA MANOVRA A COLPI DI VOTI DIFIDUCIA. PER ANDARE A PARARE COSA E DOVE?

25 Luglio 2010

Domenico Cambareri

SCELTE E INCONCLUDENZE DEL GOVERNO BERLUSCONI

 

La manovra è stata licenziata dal Senato a colpi di fiducia. I correttivi apportati risultano in casi specifici ben peggiori della stesura originale. Il governo dimostra ancora il peggiore continuismo con il modus operandi dei peggiori governi di ogni colore e coalizione. Anche esso, che afferma di essersi ispirato a criteri di rigore e di equità insieme, ha infarcito una manovra in cui chi ha pagato sempre di più continua a pagare sempre di più. E’ assurda, illogica, antidemocratica, politicamente cieca e fonte di squilibri e futuri scontri sociali un’azione di governo che agisce piallando e mai ricorrendo alla utilizzazione degli indici degli andamenti retributivi pluriennali e pluridecennali delle categorie pubbliche. E’ assurda illogica, antidemocratica, politicamente cieca un’azione di governo faziosa e millantatrice che ingloba secondo la logica cara alla trimurti, quella dei comparti, e non opera secondo reali principi di etica politica equitativa, in cui si vanno a sceverare tutte le attività del pubblico impiego, categoria per categoria, per verificare in termini oggettivi quelle che più o meno hanno “sempre” avuto, quelle che hanno avuto meno, molto meno, addirittura nulla, o perfino hanno avuto solo e soltanto penalizzazioni e compressioni. In tutto questo, il colmo dello scandalo è costituito dall’ulteriore declassamento economico e morale dalla categoria dei professori delle secondarie di secondo e di primo grado e dai funzionari pubblici. Sa pertanto di beffa quanto dichiarano le associazioni dei magistrati e quelle dei “dirigenti” pubblici, con il massimo sarcasmo, in particolare quelle che rappresentano i “dirigenti” regionali e i “dirigenti”scolastici. Rimane qualcosa di impalpabile quello che dovrebbe riguardare la Rai. Inesistente l’impegno degli organi di autogoverno delle due camere a invertire il corso della crescita inarrestabile dei loro bilanci – la riduzione di 550 € nette al mese per i deputati è qualcosa di simbolico ma quasi inincidente rispetto alle spese complessive di istituzioni “democratiche” carissime mal funzionanti e ormai proprietarie dei palazzi del cuore storico della capitale. Inesistente rimane l’impegno per le alte giungle, ad iniziare a quelle della autority.
E’ non di meno assurda, illogica e irricevibile un’azione di governo che pialla d’un sol colpo i più disparati enti, ficcandoci dentro quelli che non servono e mai sono serviti, quelli che sono stati superati dall’evoluzione del corso degli eventi, quelli che invece risultano attivi e fonte di ricerca, di progetti avviati e in via di realizzazione e di guadagno finanziario per lo Stato.
E’ non di meno assurda, illogica, irricevibile e politicamente cieca un’azione di governo che continua nella moltiplicazione dei centri di spesa, come quelli che hanno sostituito ad esempio l’Anas, degli enti e degli organigrammi di staff dirigenziali per attuare le ulteriori tappe delle nuove giungle del “federalismo”, laddove le spese delle regioni sono cresciute e continuano a crescere a livello esponenziale, come ben è stato rilevato dalla stampa, raggiungendo l’iperbolico +50% in soli otto anni. La Lega, con Bossi, è il peggiore del mali e con l’eredità di D’Alema Bassanini e Berlinguer – non mi stanco di ripetere – costituisce il più pervadente e distruttivo.
Tutto questo, caro Berlusconi, per andare a concludere che cosa?