Ecco i caduti italiani in Afghanistan

12 Ottobre 2010

Fonte: La Gazzetta dello Sport.it, Tempi.it

 

La lista dei militari italiani morti nelle operazionidell’Isaf in Afghanistan

 

La Gazzetta dello Sport.it – Sono 34 i militari italiani caduti in Afghanistan

Con le quattro vittime di oggi, sale a 34 il numero dei militari italiani morti in Afghanistan dall’inizio della missione Isaf, nel 2004. Di questi, la maggioranza è rimasta vittima di attentati e scontri a fuoco, altri invece sono morti in incidenti, alcuni anche per malore ed uno si è suicidato. Già dodici le vittime in questo 2010. Furono nove nel 2009. Gli ultimi due sono stati gli anni più cruenti per gli italiani.

Ecco i nomi dei militari italiani morti dal 2004 al 17 settembre scorso.

Caporal maggiore GIOVANNI BRUNO – 3 ottobre 2004

Capitano di fregata BRUNO VIANINI – 3 febbraio 2005

Caporal maggiore capo MICHELE SANFILIPPO – 11 ottobre 2005

Tenente MANUEL FIORITO e maresciallo LUCA POLSINELLI – 5

maggio 2006

Tenente colonnello CARLO LIGUORI – 2 luglio 2006

Caporal maggiore GIUSEPPE ORLANDO – 20 settembre 2006

Caporal maggiori GIORGIO LANGELLA e VINCENZO CARDELLA – 26

settembre 2006

Agente Sismi LORENZO D’AURIA – 24 settembre 2007

Maresciallo capo DANIELE PALADINI – 24 novembre 2007

Maresciallo GIOVANNI PEZZULO – 13 febbraio 2008

Caporal maggiore ALESSANDRO CAROPPO – 21 settembre 2008

Maresciallo ARNALDO FORCUCCI – 15 gennaio 2009

Caporal maggiore ALESSANDRO DI LISIO – 14 luglio

Tenente ANTONIO FORTUNATO, Sergente Maggiore ROBERTO VALENTE,

Primo caporal maggiore MATTEO MUREDDU, Primo Caporal Maggiore

GIANDOMENICO PISTONAMI, Primo Caporal Maggiore MASSIMILIANO

RANDINO, Primo Caporal Maggiore DAVIDE RICCHIUTO – 17

settembre 2009

Caporal maggiore ROSARIO PONZIANO – 15 ottobre 2009

Agente Aise PIETRO ANTONIO COLAZZO – 26 febbraio 2010

Sergente MASSIMILIANO RAMADÙ e caporalmaggiore LUIGI

PASCAZIO – 17 maggio 2010

Caporal maggiore scelto FRANCESCO SAVERIO POSITANO – 23

giugno 2010

Capitano MARCO CALLEGARO – 25 luglio 2010

Primo maresciallo MAURO GIGLI e caporal maggiore capo

PIERDAVIDE DE CILLIS – 28 luglio 2010

Tenente ALESSANDRO ROMANI – 17 settembre 2010

 

 

12 Ottobre 2010 –

Tempi.it – Ieri i funerali dei quattro caduti italiani in Afghanistan

Si svolgeranno questa mattina alle 10.30 nella basilica di Santa Maria degli Angeli. Ieri alle 9 le bare sono state portate a Roma da Herat. Frattini: «I nostri militari in Afghanistan per proteggere l’Italia»
di Redazione
“Aeroporto militare di Ciampino, ieri mattina. Il presidente della Repubblica accoglie sulla pista le salme dei quattro alpini uccisi in Afghanistan” (Corriere, p. 5): Marco Pedone, Francesco Vannozzi, Gianmarco Manca e Sebastiano Ville sono morti in un attentato nella valle del Gulistan a causa dell’esplosione di un ordigno talebano. “Il C130 atterrato alle 9 con le bare portate da Herat è grigio come il cielo di Roma. […] «Sono giornate tristi in cui tutto il Paese è in lutto» dirà più tardi lo stesso Napolitano” (Corriere p. 5).
 
“Questa mattina alle 10.30, nella basilica di Santa Maria degli Angeli, in diretta tv, i funerali solenni: ci saranno pure Domenico e Cesidia, i genitori di Luca Cornacchia, l’unico superstite del «Lince» distrutto”, “che ora è ricoverato in un ospedale vicino a Kandahar, ma sta bene e cammina” (Corriere, p. 5). E mentre gli altri alpini della Julia giurano che «resteremo laggiù anche per loro», “la Nato dice sì. E dal comando generale di Bruxelles giunge il disco verde alla proposta del ministro la Russa. Insomma, se l’Italia vuole può armare con le bombe i caccia in missione in Afghanistan. La puntualizzazione arriva dal segretario generale dell’Alleanza atlantica, Anders Fogh Rasmussen, secondo il quale, «non c’ìè contraddizione con il mandato e le strategie militari della forza internazionale Isaf, ma la decisione spetta ai singoli Paesi»” (Stampa, p. 2).
 
Intanto, mentre diversi politici di tutti gli schieramenti parlano di mettere a punto una exit strategy, il ministro degli Esteri Franco Fattini dichiara: “«I nostri militari sono in Afghanistan innanzitutto per proteggere l’Italia, per evitare che i terroristi collegati ai gruppi presenti in Afghanistan e Pakistan possano arrivare fin qui, in Europa, a casa nostra. […] Con umiltà voglio dire alle famiglie dei nostri soldati: ogni giorno l’Afghanistan è la priorità della nostra azione in politica estera. I loro figli, mariti, fratelli non sono morti perché spediti a giocare inutilmente alla guerra in un deserto sperduto. Difendono un’idea di civiltà e di politica che vuole rafforzare pace e democrazia»” (Repubblica, p. 3).