L’India conferma il ruolo di qualità della cantieristica italiana

25 Gennaio 2010

Fonte: Fincantieri

Nota di Domenico Cambareri

 

Cosa può interessare a riproporre un’informazione già data, cioé quella relativa alle due navi da rifornimento per la Marina Indiana? Tanto, tantissimo, per un discorso che nell’ambito del mondo politico italiano è poco avvertito e in quella della pubblica opinione, per mancanza di adeguate e corrette qualità e quantità dell’informazione ancora di più. La percezione della radicalità dei cambiamenti già avvenuti e ancora in atto non è compresa affatto anche in termini di  conoscenza degli elementi guida della realtà economica e politica internazionale e di coscienza sul come i ruoli delle nazioni nel mondo non sono più gli stessi. La grandeur europea, in particolare inglese e francese, è men che un pallido ricordo, mentre il ruolo degli USA inizia la fase di lento declino che si completerà dopo la metà del nuovo secolo e che sarà particolarmente tangibile sul piano dell’apparato militare complessivo, specie nel generale ridimensionamento planetario della presenza della US Navy, cose che già l’amministrazione Obama sta attuando. Oggi, la Marina indiana, che è entrata nel club nucleare da diversi anni e che ha in avanzata fase di realizzazione programmi di sottomarini nucleari lanciamissili e di portaerei, è la quarta marina al mondo per quantità di navi (certo non ancora per qualità) e per organici. Gli svilippi sempre più rilevanti delle Marine dell’Estremo Oriente (Cina, Giappone, Corea), dell’India, i ruoli rivendicati da Pakistan e Iran e da Brasile e Turchia rimescolano davvero tutto. Una cosa è comunque già assodata, per noi italiani ed europei, ed anch’essa si stenta a farla capire ai politici, agli operatori dell’informazione e all’opinione pubblica nostrani: la corsa ai processi d’innovazione delle produzioni industriali in tutti gli ambiti, specie in quelli più avanzati e perciò in primis in quelli militari, non è destinata a fermarsi. Su di essa si giocano le carte più importanti che il mercato del lavoro dovrà affrontare. Le sufficienze e le autonomie e le capacità di esportazione in campo indusriale e informatico di queste e di altre nazioni ancora ci obbligano e ci obbligheranno sempre più ad occupare i settori più avanzati delle attività industriali e “post”-industriali, i srttori di punta, laddove la ricerca avanzata e le concorrenze degli investimenti e … soprattutto  … il chiudere contratti di vendita possono essere attuati, purtroppo, senza esclusione di colpi  nell’intrigo delle diplomazie e degli interessi dei governi e si basano su sempre rinnovati accordi e alleanze. Le attività produttive italiane, e molti posti di lavoro, come nella cantieristica navale e come lo stato di attuale crisi dei cantieri nazionali dimostrano, dipendono già ora e dipenderanno sempre più nel futuro da queste capacità di innovazione, di produzione, di alleanze, di esportazione, di coproduzione. Se a tutto ciò aggiungiamo i nodi fondamentali e critici per il sistema Italia, quelli relativi alla sua mancanza di sufficenza energetica e di assenza dell’energia nucleare, ci troviamo davanti a tutto tondo i grandi problemi del nostro Paese, che non sono certo quelli di Arcore e dell’impiego di eserciti di poliziotti e di fiumi di intercettazioni teefoniche da parte di certi sostituti procuratori che paiono essere confusi dai giornalisti di cronaca politica con giornalisti delle pagine della cronaca rosa e della cronaca scandalistica. Davvero queste cronache e l’attività di questi sostituti procuratori possono “sequestrare” tutte le prime pagine della stampa per settimane, condizionare e guidare addirittura l’attenzionee dell’opinione pubblica, della classe politica e inceppare l’azione di governo, surclassando il ruolo e l’importanza del’informazione sulla lotta alla criminalità organizzata e, non di meno, arrecando a se stessi, alle attività dei più avveduti capitani d’industria e ai ricercatori, agli interessi del mondo del lavoro e dell’economia  danni incalcolabili? Domenico Cambareri 

 

 

 

 

 PRESENTATA A BOMBAY LA PRIMA FLEET TANKER PER LA MARINA MILITARE DELL’INDIA

21 gennaio 201 – È stata presentata oggi a Bombay “Deepak”, la prima delle due navi rifornitrici di squadra (“fleet tanker”) ordinate a Fincantieri dalla Marina militare indiana. Sono intervenuti, tra gli altri, Arackaparambil Kurian Antony, Ministro della Difesa Indiano, l’Ammiraglio Nirmal Varma, Capo di Stato Maggiore della Marina Indiana e Corrado Antonini, Presidente di Fincantieri. L’ordine, è il primo per un’unità di superficie che l’India commissiona ad un’azienda europea scelta nell’ambito di un’importante concorrenza internazionale, in particolar modo russa e coreana.
Si tratta di un’unità di rifornimento e supporto logistico, lunga 175 metri, larga 25, per un’altezza di 19 metri, con un dislocamento a pieno carico di 27.500 tonnellate, un apparato propulsivo composto da due motori diesel da 10mila kW. Può raggiungere una velocità massima di 20 nodi. Si caratterizza inoltre per un sistema propulsivo costituito da un asse dotato di un’elica a pale orientabili e di un ponte di volo per l’impiego di elicotteri medio pesanti (fino a 10 tonnellate).
La nave potrà ospitare 250 persone fra equipaggio e personale di supplemento.
Grazie a doppi portali è in grado di effettuare il rifornimento di quattro unità contemporaneamente.
In ottemperanza alle nuove norme Marpol dell’International Maritime Organization sulla protezione ambientale, la nave è stata realizzata con un doppio scafo. Questo consentirà una maggiore protezione delle cisterne di carburante per evitare rischi di inquinamento in caso di collisioni o danneggiamenti.
La collaborazione con l’India è iniziata nel 2004 quando Fincantieri ha stipulato con il cantiere di Cochin due contratti per la progettazione dell’apparato motore, il trasferimento di tecnologia e la fornitura di servizi complementari per la costruzione della portaerei Indigenous Aircraft Carrier (IAC).
Nel 2007 l’azienda ha consegnato inoltre “Sagar Nidhi”, nave oceanografica per il National Institute of Ocean Technology (NIOT) di Madras, già operativa al largo delle coste indiane, con piena soddisfazione del cliente.
Fincantieri considera strategico il mercato orientale e lo sviluppo della cooperazione con il prestigioso partner indiano, attenzione testimoniata sia dall’apertura negli anni scorsi di una sede di rappresentanza a New Delhi, sia dalla creazione oggi di una struttura Fincantieri di supporto tecnico in India, che garantisca alla Marina Indiana la massima disponibilità ed efficienza delle nuove Fleet Tanker.
La Marina Militare Indiana è attualmente la quarta Marina al mondo per risorse/organico (96.000, uomini e donne) e unità in flotta (125). Negli ultimi anni infatti ha avviato una complessiva modernizzazione della propria flotta con il rinnovo di alcune unità costruite direttamente in loco, grazie anche a mirate cooperazioni industriali con paesi occidentali.
La gemella di “Deepak”, “Shakti”, varata lo scorso ottobre nel cantiere di Sestri Ponente (Genova) è attualmente in corso di allestimento nello stabilimento di Sestri Ponente (Genova). La consegna è prevista nell’autunno 2011.