Serra: il modello democratico e la sua fisiologia

21 Febbraio 2011

Fonte: Edizioni Nuova Cultura

 

Dissenso e democrazia

La disobbedienza civile costituisce uno dei casi più rappresentativi in cui un sistema politico democrativco è in grado di mettere in discussione se stesso con i limiti massimi di libertà che può concedere a singoli cittadini e a gruppi minoritari più o meno organizzati; e dimostra le capacità fisiologiche di saper riassorbire in maniera non negativa la dialettica, anche accentuata, che ne discende. Ugualmente, per ogni cittadino e per i gruppi più radicali delle più diverse estrazioni, il tema della disobbedienza civile pone sul tappeto quale riscontro e quale adesione essi si sentono di dare o di non dare  – su di un piano di feconda partecipazione alla vita civile e non di scontro – alla concreta azione  quotidiana dell’esercizio del potere di chi detiene il governo della cosa pubblica, alla circuitazione dei dibattiti e delle idee che lo devono corroborare, alla cornice assiologica che ne deve costituire fonte e principio inverante la prassi.

 

Considerata una valvola di sicurezza per le democrazie in sofferenza, la disobbedienza civile, come diritto di resistenza contro politiche o leggi che violano i principi costituzionali, è diventata fenomeno già in alcuni paesi costituzionalizzato. La richiesta di partecipazione, espressa in maniera forte attraverso la disobbedienza, si è rafforzata proprio in difesa dell’approfondimento della democrazia e della necessità di una sua radicalizzazione. Ma, corre rischio di perdere capacità aggregativa e quindi la sua capacità di far presa su un pubblico più vasto a causa della disaffezione alla politica che proprio nei paesi di democrazia in crisi si dà di fronte al totalitarismo capitalistico, che rende inadeguato lo strumento della disobbedienza quando non lo rende funzionale alla sua conservazione. Anche a livello internazionale il fenomeno acquista sue caratteristiche che fanno riflettere proprio sull’involuzione della democrazia e sulla necessità che la democrazia, se vuole essere coerente, tenga conto di una società civile transnazionale che vuole intervenire con la propria opinione su problemi che non possono essere più risolti a livello di singoli stati o di rapporti tra stati.
Teresa Serra,  professore ordinario di Filosofia politica a “La  Sapienza di Roma,  già docente di filosofia del diritto presso la stessa Università, è presidente del Centro per la Filosofia Italiana e dirige la rivista il Contributo. Tra le sue opere, ricordiamo, A partire da Hegel, lo stato e la sua imagine, L’uomo programmato, La democrazia redenta,
Serra Teresa, Dissenso e democrazia, 2010, 200 p., ISBN 9788861345317,  Edizioni Nuova Cultura – Roma