Domenico Nania, Fini è più che il peggior passato

28 Maggio 2011

Fonte: ItaliachiamaItalia

 

L’INTERVISTA

Fini, Nania (Vicepresidente Senato) a ItaliachiamaItalia: Uno così, non mi interessa più

Ricky Filosa   www.italiachiamaitalia.com – “Domenico Nania, attuale Vicepresidente del Senato, è un siciliano doc. Nasce a Barcellona Pozzo di Gotto, nel 19 settembre 1950. Fin da giovanissimo milita nel Msi, poi Alleanza Nazionale. Non aderisce alla svolta finiana di Futuro e Libertà, e resta nel PdL di Silvio Berlusconi, non dimenticando mai comunque di essere orgogliosamente un uomo di destra. E’ coordinatore del Popolo della Libertà in Sicilia dall’aprile del 2009, insieme a Giuseppe Castiglione”. A scrivere è Ricky Filosa, direttore di Italiachiamaitalia.com, che oggiAggiungi un appuntamento per oggi pubblica l’intervista al Sen. Nania sul suo quotidiano online.”Italiachiamaitalia.com lo ha incontrato ha Capo d’Orlando, comune in provincia di Messina, in occasione di un comizio elettorale a favore del candidato sindaco sostenuto dal PdL e da tutto il centrodestra orlandino, Renato Mangano. Con lui abbiamo parlato di Capo d’Orlando, naturalmente, ma soprattutto del ballottaggio di questo fine settimana che riguarda città simbolo come Milano e Napoli; e poi del PdL e di Gianfranco Fini”.Senatore Nania, perchè la sua presenza qui, oggiAggiungi un appuntamento per oggi (ieri per chi legge, ndr), a Capo d’Orlando?

“Capo d’Orlando è una città che mi è molto cara”, spiega il vicepresidente del Senato a ItaliachiamaItalia. “Quando nel ’69 abbiamo avuto degli scontri a Barcellona, nella mia città, con comunisti di allora, poi siamo stati arrestati in quattro, eravamo ragazzi all’epoca, e quando sono uscito il primo posto dove sono venuto la sera stessa è stato Capo d’Orlando, dove per arrivare – visto che non c’era l’autostrada -,  era impegnativo e ci volevano parecchie ore. Quindi è stato un contatto mai perso, un contatto che viene dalla mia gioventù, un comune nel quale mi trovo di casa”.

Parliamo di politica nazionale. Milano e Napoli sono città chiave. Perchè bisogna vincere?

“La mia idea, nonostante tutto quello che si dice, è che quando si vota per le amministrative si vota per i candidati che ci sono. Quindi per me il candidato sindaco uscente si deve misurare non sulla politica, ma sulle cose che ha fatto. A Milano da questo punto di vista capisco che è una battaglia difficile. A Napoli è un po’ diverso: però, ribadisco, quando si vota per una città non farei mai riferimento a considerazioni politiche di carattere generale, ma alla specificità locale, e quindi la sfida è tra candidati in gamba, che si occupino dei problemi della città e del modello di sviluppo e di cosa propongono per risolvere i problemi della città”.

Senatore, sia più chiaro per favore. A Milano e a Napoli voterebbe i candidati del centrodestra o no?

“Sono del PdL, cosa posso augurarmi se non la vittoria del PdL. Ma non posso, però, mettere la polvere sotto il tappeto”.

Una battuta su Fini. Il suo ‘partitino’, Futuro e Libertà, non ha in realtà nessun futuro? Ha poca libertà? Oppure cosa?

“Di recente la definizione l’ha data lo stesso Fini, il quale ha detto che se il progetto fallisce lui si ritira. Ma quando una persona crede in un progetto non si ritira mai, perchè il progetto vive di suo, non è che dipende dal traguardo. Noi abbiamo corso per 50 anni senza mai immaginare dove saremmo arrivati. Chi crede in qualcosa corre per il piacere di correre”.

Ma possiamo credere a uno come Fini, che ha detto che si sarebbe dimesso da presidente della Camera, se si fosse accertato che la casa di Montecarlo apparteneva a suo cognato, Giancarlo Tulliani?

“Questo è un aspetto del personaggio che non mi interessa. L’unica cosa che dico è che quando una persona smarrisce quel qualcosa che gli sta dietro, e pensa a se stesso come progetto, di fatto si pone fuori da qualunque discorso politico per quanto mi riguarda”. Uno così, dice Nania, “non mi interessa più”. (www.italiachiamaitalia.com)