Parlamento, governo e classe 1952

19 Dicembre 2011

Domenico Cambareri

 

La Repubblica dei rating e i malasortati

Da Tremonti e Monti, che pateracchio al servizio delle multinazionali della speculazione! – Berlusca bandana si rifascia la testa prima della distruzione del PdL  interclassita e piccolo borghese? – Ce li vedete Cicchitto e Alfano quali Ceo delle società di rating? – Che fina faranno i malasortati del 1952 tra le fauci di Monti e degli orchi tecnocratici?  Che deciderà il Senato, se ne laverà le mani? – All’insegna della civiltà del lavoro o tramonto di una Repubblica?

 

 

 

 

 

E’ inutile che pure il Sensato si metta a cincischiare, arzigogolare rattoppare alla men peggio quei punti dissennati della manovra di Monti e dei suoi tagliagola. Come nel caso dei nati nel 1952 e di quanti raggiungono l’anzianità con la finestra, con il prossimo 2012, di almeno 35 anni lavorativi e con sessanta anni d’età. Venire meno a questo significa ratificare ogni inimmaginabile abuso, violazione, annullamento generale e repentino di norme e di garanzie e affermare principi di totale disuguaglianza tra i cittadini e la gratuità belluina di interventi normativi che sradicano la pur minima certezza della norma sia presenti che future.

Significa agire al buio rispetto alla minima capacità di discernimento, nella condizione di reale e totale deprivazione dell’esercizio concreto del potere legislativo da parte delle camere di fronte a misure ricattatorie di un esecutivo che vuole esercitare la coazione morale dello stato di necessità – ma non di guerra né, in realtà, di impossibile per quanto demagogicamente conclamata bancarotta . Per raggiungere obiettivi complessivi in cui la disparità concorsuale delle classi anagrafiche, dei ceti sociali, delle categorie lavoratrici da un lato e quelle di una ristretta cerchia di individui, società e gruppi di pressione dall’altro assume proporzioni ingiustificabili, incostituzionali e di fomite di scontro. Ciò dischiuderebbe infatti le porte a gravi conseguenze sociali, sindacali e politiche. Ad iniziare dal fatto che ovunque un cittadino potrebbe legittimamente proclamare, con il dettato della costituzione, a voce alta l’arbitrio di tali decisioni che fanno impallidire finanche chi suole imporre misure draconiane ma non deprivate di equità impositiva. Anche in materia di concorso economico alle gravi esigenze pubbliche.

Ciò va rigettato in toto e riscritto con senno, previdenza, doverosa diluizione, rispetto della proporzionalità e della gradualità a garanzia dello stato di diritto e della coesione sociale in uno con il soddisfacimento delle urgenti esigenze di cassa borsa e riforme che però non possono essere utilizzate come clave che spezza rompe e massacra apparentemente alla cieca. Come clave che invece viene utilizzata con sopraffine scelta di metodologie speculative atte a soddisfare pseudo criteri aziendalistici e salvaguardia delle liquidità internazionali che operano a fini di mero profitto e di puro ricatto.

Se Monti sta dimostrando inaspettata duttilità in materia di frequenze radiotelevisive e di altri punti cruciali del suo troppo improvvisato e troppo iniquo e molto poco lungimirante programma, non si vede perché non dovrebbe dimostrare la dovuta ragionevolezza, la necessaria attenzione, la pacata capacità di riflessione e di ripensamento e non continuare a digrignare i denti di squalo su un aspetto così tanto qualificante le scelte in tema di salvaguardia di diritti di lavoratori che proprio perché in momento di attuazione sono da considerare improrogabilmente vigenti, cogenti e ultimativi rispetto a qualsiasi strumentale e mimetica manovra che vuole azzerarli ex abrupto.

Sta di fatto, checché dicano Berlusca bandana sempre più sbandante e i suoi Cicchitto e Alfano che cercano di recuperare – purtroppo e con dolorosa constatazione – con malferma volontà un momento si e due momenti no lo spirito interclassista e non interfinanziario e interspeculativo del PdL, che il precedente governo non operò concretamente una tal pseudo riforma “strutturale”. Perché sapevano che di strutturale in fondo essa non aveva nulla, ma soltanto di attingere il denaro dei pensionandi per distrarlo per altri scopi molto poco edificanti.

Non sappiamo cosa potranno dire già oggi il trio Berlusca Cicchitto Alfano ai lavoratori loro “fans”, ai loro supporter, ai loro elettori, in particolare a quelli della “classe 1952”: siete figli di un altro mondo? Peggio per voi, visto che non essere speculatori, evasori e soggetti inclini a delinquere con ogni mezzo pur di arricchirvi? Siete figli della jattura e della mala sorte e Monti ci serve perle contro fatture spremendo il vostro sangue e il vostro midollo? Dobbiamo pensare solo all’IMU e nient’altro che all’IMU e alla salvaguardia della gratuità nell’assegnazione delle bande televisive?

Tuttavia, se già Bersani e adesso pure Camusso e la CGIL gettano la spugna, come si sul dire, gatta ci cova. E come! Se vogliono portare la linea del Piave dalla classe 1952 alla difesa dei 41 anni e allo sciorinamento di norme e sottonorme per recuperare piccoli sacchi di lavoratori,la cosa è proprio turpe. Saremo nel più inverecondo mercato tra sfruttatori da un lato e sfruttatori dall’altro, variamente camuffati nel gioco delle parti.

Vedremo se CGIL, CISL, UIL. UGIL, CONFSAL, CISAL e, in maniera privilegiata, i parlamentari del Senato e della Camera, sapranno difendere i lumicini di questi morituri, sapranno dissequestrare le loro liquidazioni e salvaguardare il TFS prima del de profundis definitivo del 2013. Salvarli dalla deprivazione morale e civile e dall’impalamento finanziario a cui il Monti, se privo di ripensamenti assennati giudiziosi e coscienti dell’ultima ora, agirà proprio come un capitan corsaro dei Sargassi degno della più splendida tradizione della Goldman e dei club consortili a stelle e strisce o con la turpe virtuosa necessità che caratterizzò individui come Dracula. Sapranno dire qualcosa i nostri parlamentari o dimostreranno di essere infingardi fottutamente terrorizzati di essere infilzati dagli spiedi di questi orchi montani? Sapranno scrivere una pagina di storia da cui si apprenderà che la democrazia non funziona con sacrifici rituali obbligatori e che ad essa non è affatto necessaria l’applicazione politica del capro espiatorio?