Spazio. Le nuove conoscenze fornite dal satellite Planck

12 Febbraio 2012

Fonte: Media INAF

 

LUNEDÌ 13 FEBBRAIO A BOLOGNA

Planck si illustra

Il convegno internazionale dedicato ai più recenti risultati astrofisici della sonda ESA Planck si inaugura il 13 febbraio, presso l’Area della Ricerca di Bologna, con un incontro dedicato ai giornalisti. Parteciperanno fra gli altri il Premio Nobel John Mather e il Presidente dell’INAF Giovanni Bignami.

 

Puntuale come ogni anno, la comunità scientifica del satellite Planck dell’Agenzia Spaziale Europea si appresta a riunirsi per presentare e discutere i nuovi risultati astrofisici ottenuti dalle osservazioni della Via Lattea e di altre galassie. Il convegno internazionale si svolge quest’anno in Italia, presso l’Area della Ricerca CNR-INAF di Bologna, dal 13 al 17 febbraio, e ha come titolo “Astrophysics from the Radio to Sub-Millimetre. Planck and other Experiments in Temperature and Polarization”. Fra i nuovi risultati, che verranno presentati in anteprima durante la conferenza stampa che si terrà nella giornata inaugurale del convegno, lunedì 13 febbraio, ci saranno la mappa a tutto cielo dell’emissione di monossido di carbonio nella Via Lattea e la mappa d’una componente tutt’ora misteriosa, anch’essa proveniente dalla nostra Galassia, che gli scienziati chiamano haze, o foschia.

Scopo principale dell’esperimento Planck è misurare la cosiddetta “radiazione fossile”, o radiazione cosmica di fondo a microonde: la prima luce dell’Universo, generata appena 380mila anni dopo il Big Bang. Grazie alla mappa della radiazione di fondo prodotta da Planck, la più accurata a oggi disponibile, i cosmologi si attendono di risolvere molti degli enigmi che riguardano la nascita dell’Universo, i primi istanti della sua evoluzione e il suo destino ultimo. Planck, lanciato nel maggio del 2009, ha osservato il cielo ininterrottamente per oltre 30 mesi, più del doppio di quanto inizialmente richiesto dai ricercatori. E la missione non è ancora terminata: uno dei suoi due strumenti continuerà a raccogliere dati per buona parte del 2012.

 I primi risultati cosmologici saranno resi pubblici all’inizio del 2013. Per costruire la mappa dell’Universo primordiale, però, è prima necessario identificare e rimuovere le emissioni generate dagli oggetti in primo piano, molto più vicini a noi. Rimuovere, ma non gettare via. Queste emissioni, infatti, provenienti principalmente dalla nostra Galassia ma anche da galassie più distanti, sono per gli astronomi di tutto il mondo un autentico tesoro, una chiave per comprendere più a fondo la nostra Galassia e l’intero Universo. Ed è proprio su queste emissioni di foreground che verterà il convegno bolognese.

 Alla conferenza stampa è prevista la partecipazione di Giovanni Bignami (Presidente INAF), Enrico Saggese (Presidente ASI), Mark McCaughrean (Direttore del Research and Science Support Department dell’ESA), John Mather (Premio Nobel per la Fisica 2006), Nazzareno Mandolesi (Responsabile dello strumento Planck LFI), Jean-Loup Puget (Responsabile dello strumento Planck HFI) e Jan Tauber (Planck project scientist dell’ESA).