Scuola. Monti, Fornero e Profumo scoprono un Maestro per i Proff. Faranno anche loro i compiti?

24 Ottobre 2012

Nicola D’Adamo

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un aggiornamento – verità del romanzo storico dell’autore sulla scuola italiana.

Rossi-Doria, sottosegretario e maestro, ovvero le analisi del mondo visto alla rovescia.

Proff., vi iscrivo tutti alla classe prima, e tutti in piedi!

Intervista a “Repubblica” del sottosegretario all’Istruzione che è anche insegnante alle elementari.

“Penso che il modello delle 24 ore delle scuole elementari possa essere esteso alle superiori: una parte dell’orario deve andare alla programmazione didattica, un’altra ai collegi e ai rapporti con le famiglie, al lavoro di recupero delle carenze di formazione, alla promozione delle eccellenze.”

 

Da buon maestro come lo era il dirigente-direttore didattico dello scientifico, Rossi Doria è portato a pensare che le Superiori siano una sorta di succursale delle Elementari. Ebbene ho il dovere di ricordargli che le Elementari terminano il 10 di giugno, le superiori il 20 luglio. A settembre esami per il recupero dei debiti, esami integrativi ed idoneità. Si arriva al 14. Il pomeriggio ci sono i compiti da correggere e le lezioni da preparare. Ebbene, se il sottosegretario desidera estendere il modello scuola Elementare alle Superiori, si faccia promotore di una proposta di legge affinchè ope-legis i maestri possano ottenere tutte le abilitazioni per insegnare Scienze delle Finanze, Sistemi, Chimica organica, Informatica, Matematica. Latino, Greco, Letteratura, ecc. ecc. con il dovere di correggere il relativi compiti, che gli ricordo, non sono né addizioni, né pensierini…. D’altra parte se pensiamo alla legge 124/99 ed alla 306/2000, governi D’Alema/Berlinguer, l’area culturale, da cui egli proviene, non è nuova simili provvedimenti.
In seno ai cobas della scuola nacque un piccolo movimento, l’Alpi quadri (Associazione Liberi Professori Italiani), il cui fondatore, un docente di filosofia, prevedendo quella che sarebbe stata la deriva della scuola pubblica, rivendicava per le medie e superiori un ruolo diverso da quello dei maestri. Restò solo a difendere una posizione che sarà poco dopo contraddetta appunto dalle leggi 124/99 e 306/2000. Nell’articolo 2 comma quarto, la prima, aprendo le porte alle famigerate abilitazioni, attraverso cui furono messi in cattedra 427.140 docenti così recitava: “Gli esami sono preceduti dalla frequenza di un corso di durata non superiore a 120 ore, finalizzato all’approfondimento della metodologia e della didattica relative alle discipline comprese nelle classi di concorso. I corsi sono svolti da docenti universitari e da personale scolastico, direttivo e docente, di provata capacità ed esperienza professionale. Gli esami consistono in una prova scritta e in una prova orale volte all’accertamento del possesso delle capacità didattiche relativamente agli insegnamenti da svolgere.”
Ma gli insegnanti, si sa, sono per la maggior parte di sinistra. E la fede tanto cozza con la ragione che non si accorsero che dietro l’angolo, il ruolo unico della docenza, avrebbe avuto due conseguenze:
a) Il primato della didattica sul sapere. Anche chi non sa, attraverso la didattica sopperisce a quelle conoscenze che non ha il dono, o meglio lo studio, di possedere. A mo’ di esempio cito l’impossibilità di un docente laureato in matematica, abilitato e vincitore di concorso per le superiori di insegnare la sua disciplina nelle scuole medie inferiori. Orrendo!
b) Declassamento della Scuola Pubblica grazie a provvedimenti promossi da chi la assumeva l’onere della sua difesa: a chiacchiere!
A titolo di onestà intellettuale va ribadito che l’attuale Destra si pavoneggia con la Scuola Privata, ovvero quei diplomifici, che sono un insulto ad ogni ragione: mentre tutte le nazioni in via di sviluppo riservano appunto alla scuola gran parte delle loro risorse. Destino, il nostro, di un popolo che aspira ad essere colonizzato!
Da “La Scuola a Caporetto” di Nicola D’Adamo, di prossima pubblicazione