Avaaz, dai Masai e dagli elefanti alla difesa dei deboli o.k. Ma se diventa un fazioso “partito” politico, allora distrugge il suo ruolo

09 Aprile 2013

Fonte: Avaaz

Nota di Domnco Cambareri

 

AVAAZ alla prova d’appello

E’  un movimento internazionale a difesa dei poveri e delle vittime delel violenze o è una quinta colonna di interessi economici e politici? I meriti che si è conquistata questa organizazione sono un mero strumento per ulteriori fini quali la partecipazione alla vita politica e il condizionamento delle scelte politiche  di Paesi occidentali come l’Italia, oppure essa vuole continuare a svolgere un ruollo di attiva e altruistica  azione a difesa dei deboli e degli indifesi, degli animali, della natura, dell’ambiente? Avaaz non può giocare ancora in maniera scorretta su tavoli completamente diversi, deve dare risposte chiare. A tutti. Se non lo fa, crea uno scandalo senza limiti e denuncia lo squallore della degenerazine dei suoi obiettivi dimostrado i essere un’organizzazione faziosa che si regge solo sulle prebende di grandi ricchi  e che la bandiera della filantropia nasconde sotto quella dei pirati dei Sargassi. Avaaz e i suoi finaziatori facciano subito chiarezza.

 

Tra poche ore il Presidente della Tanzania Kikwete potrebbe iniziare a sgomberare decine di migliaia di noi Masai dalle nostre terre per permettere la caccia a leopardi e leoni. L’ultima volta Avaaz ha contribuito ad attirare l’attenzione globale e il Presidente ha dovuto abbandonare il piano. Una pressione da tutto il mondo può permetterci di fermarlo di nuovo. Clicca subito per aiutarci:

 

Kenia: speculazione politica, di caccia  e turistica sulla pelle degli indigeni e degli animali

 

Siamo gli anziani dei Masai della Tanzania, una delle più antiche tribù dell’Africa. Il governo ha appena annunciato di voler cacciare migliaia delle nostre famiglie dalle nostre terre per permettere a ricchi turisti di usarle per la caccia a leoni e leopardi. Gli sgomberi inizieranno immediatamente.L’anno scorso, quando per la prima volta è stato rivelato a tutto il mondo questo piano, quasi un milione di membri di Avaaz si è fatto sentire per aiutarci. La vostra attenzione e la bufera mediatica che si è scatenata hanno costretto il governo a fare marcia indietro, facendoci guadagnare mesi preziosi. Ma il Presidente ha aspettato che l’attenzione internazionale scemasse e ora ha fatto ripartire il piano per sottrarci la nostra terra. Abbiamo urgentemente bisogno del vostro aiuto.Al Presidente Kikwete forse non interessa di noi, ma ha mostrato che risponde alla pressione globale: quella di tutti voi! Ma forse abbiamo solo poche ore. Vi chiediamo di stare al nostro fianco per proteggere la nostra terra, la nostra gente e gli animali più incredibili di questo nostro pianeta e di far sapere a tutti cosa sta accadendo prima che sia troppo tardi. Si tratta della nostra ultima speranza:http://www.avaaz.org/it/stand_with_the_maasai_loc/?bygyzdb&v=23519

La nostra gente ha vissuto per secoli grazie ai frutti delle nostre terre in Tanzania e in Kenya. Le nostre comunità rispettano gli animali e proteggono e conservano questo delicato ecosistema. Ma da anni il governo cerca di trarne profitto dando la possibilità a ricchi principi e re del Medio Oriente di venire nella nostra terra a uccidere. Nel 2009, quando hanno cercato di sgomberare le nostre terre per fare spazio a queste battute di caccia, abbiamo resistito e centinaia di noi sono stati arrestati e picchiati. L’anno scorso, ricchi principi hanno addirittura sparato agli uccelli dagli elicotteri. Si tratta di uccisioni insensate e contro ogni principio della nostra cultura.

Ora il governo ha annunciato che sgombererà un’enorme parte della nostra terra per fare spazio a quello che sostiene sarà un corridoio di natura selvaggia anche se molti sospettano che sia solo un trucco per concederla a una azienda straniera di caccia e che cerca solo un modo per concedere ai ricchi turisti di sparare a questi incredibili animali. Il governo sostiene che questa nuova soluzione viene incontro alle nostre esigenze, ma in realtà avrà degli effetti disastrosi sullo stile di vita della nostra gente. In migliaia saremo sradicati dalle nostre vite, perdendo talvolta le nostre case, talvolta la terra in cui i nostri animali pascolano, e spesso entrambe le cose.

Il Presidente Kikwete sa bene che molti turisti in Tanzania riterrebbero una tale decisione molto discutibile, ed essendo il turismo una fonte fondamentale di entrate per il paese non vuole che questo diventi un enorme disastro per l’immagine del paese. Se riusciremo a far sollevare fin da subito ancora più indignazione rispetto a quella che già si è manifestata in passato, facendo in modo che i media ne parlino, potremmo costringerlo a pensarci due volte. Stai al nostro fianco per chiedere a Kikwete di fermare la svendita:

http://www.avaaz.org/it/stand_with_the_maasai_loc/?bygyzdb&v=23519

Questo esproprio di terra vorrebbe dire la fine per i Masai di questa parte della Tanzania, e in molti nella nostra comunità hanno già detto che preferirebbero morire che essere costretti a lasciare le loro case. A nome del nostro popolo e degli animali che vivono in queste terre, vi chiediamo di farvi sentire e stare al nostro fianco per far cambiare idea al nostro Presidente.

Con speranza e determinazione,

Gli anziani dei Masai del distretto di Ngorongoro

ULTERIORI INFORMAZIONI

I masai rischiano lo sfratto per un safari (Corriere della Sera)
http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Ambiente/masai-rischiano-sfratto-safari/04-04-2013/1-A_005724283.shtml

Land grabbing, la minaccia che ritorna (Slow Food)
http://www.slowfood.it/sloweb/217fed39128444e5e55db3bef85b6fd7/sloweb

Kenya: storica sentenza del Tribunale africano a favore degli Ogiek (Survival)
http://www.survival.it/notizie/9073

Land grabbing e turismo di caccia. Il caso di Loliondo, Tanzania (AgriRegioniEuropa)
http://www.agriregionieuropa.univpm.it/dettart.php?id_articolo=1045

Tanzania – Rapporto Annuale (Amnesty International)
http://rapportoannuale.amnesty.it/sites/default/files/Tanzania_0.pdf

 
 

L’orrore in paradiso

Nelle Maldive un tribunale ha condannato a 100 frustate una quindicenne vittima di stupro. L’indignazione globale ha obbligato il Presidente Waheed a fare ricorso ma non ci fermiamo. Firma per chiedere la fine della pratica brutale della flagellazione e della punizione delle vittime di stupro.
E’ ora di agire ” src=”http://www.avaaz.org/stat/new/images/blue/more_pink-gr.png/1364242529″ width=8 height=7>

Fermiamo il massacro degli elefanti

È in atto un massacro di elefanti senza precedenti per produrre statuette e ciondoli in Asia. La Thailandia, che è al centro di questo sanguinoso traffico, ma tra pochi giorni ospiterà un vertice globale sul commercio delle specie in via d’estinzione! Unisciti a Leonardo DiCaprio ed entra in azione!
E’ ora di agire ” src=”http://www.avaaz.org/stat/new/images/blue/more_pink-gr.png/1364242529″ width=8 height=7>
 
 
 
 
 

Rendere realtà il sogno di Malala

Ottobre 2012
Quando i talebani hanno sparato alla quindicenne Malala Yousafzai, il mondo si è indignato. Come risposta, quasi un milione di noi ha chiesto al governo del Pakistan di realizzare il suo sogno di dare l’educazione a tutti investendo in un programma di borse di studio nazionali per portare nelle scuole tutti i bambini poveri in Pakistan. Il responsabile ONU per l’educazione Gordon Brown ha consegnato la nostra petizione direttamente al Presidente del Pakistan Zardari che ha deciso di firmare lui stesso! Lo stesso giorno, un mese dopo l’attentato a Malala, il governo del Pakistan ha inaugurato ufficialmente un programma di borse di studio per 3 milioni di bambini.
“Credo che se lavoriamo tutti assieme per farci sentire, come hanno fatto i membri di Avaaz, possiamo iniziare a far diventare realtà la nostra promessa a Malala di una educazione per tutti.”
Gordon Brown

 

Fermare il massacro dell’Amazzonia

Maggio 2012
Quest’anno il congresso brasiliano, sotto la pressione dei poteri forti, ha fatto passare una legge catastrofica per le foreste che ha dato a tagliatori di legna e agricoltori carta bianca per abbattere enormi pezzi di Amazzonia. Come parte di una importante collaborazione con Greenpeace, WWF, alcune organizzazioni chiave in Brasile, e figure pubbliche di primo livello, oltre 2 milioni di membri di Avaaz hanno fatto pressione sul presidente del Brasile Dilma per non sottoscrivere la legge e salvare l’Amazzonia. Il nostro messaggio è stato consegnato durante una giornata incredibile di incontri ad alto livello con ministri chiave, e una colorata manifestazione nella capitale, Brasilia. Dilma ha risposto mettendo il veto su alcune delle parti più controverse della legge.