La Prof. Carrozza non è una mozzarella in carrozza. Il coraggio del ministro ha il nostro plauso

26  Maggio 2016

Comunicato Eulà

 

 

 

 

 

Finalmente c’è chi dimostra di avere lungimiranza, coerenza e coraggio

Nessuna colla sullo scranno e fatti concreti, altrimenti non si ha tempo da perdere. – La sfida è strategica e riguarda il futuro di generazioni che sono state finora derubate e che vengono ancora sacrificate sull’altare delle folli spese della partitocrazia e dei suoi sterminati apparati clientelari.

 

 

 

 

Il ministro della Cultura o MIUR, prof.ssa Maria Chiara Carrozza, ha dichiarato di non essere disposta a rimanere in carica se il governo non troverà delle risorse per la scuola.
Non può che avere il nostro plauso.
Il ministro, o ministra che dir si voglia, dimostra che il suo cognome non potrà prestarsi a delle battute di natura comica che altrimenti risulterebberobanali e  indigeste.
Vuole essere ministro non di un dicastero portato al fallimento e al disastro completo, perbacco, e di ragioni ne ha da vendere.
In piena crisi economica, bisogna invertire finalmente il trend del settore della cultura (cicli primario e secondario dell’istruzione, università, ricerca) , settore strategico della Nazione da cui dipendono il futuro dello sviluppo e del benessere economico e sociale.
E’ bene tuttavia ricordare che la distruzione della scuola, in particolare del ciclo secondario abbandonato sfruttato e depredato da logiche mafiose esercitate da sindacati che contano più dei partiti in parlamento e nel governo, come nel caso della Cisl, vero padrone dell’apparato pubblico ed egemone assoluto nella scuola elementare, è iniziata in maniera irreversibile negli anni ’70. Distruzione che ha avuto un’accentuazione incredibile con il governo D’Alema, con i ministri Bassanini e Berlinguer.
E’ bene ricordare che la compressione retributiva dei professori delle superiori e della scuola media ha raggiunto livelli spaventosi, che l’Italia è ultima nell’ambito del “primo mondo” in questo settore con una secondaria superiore quinquennale e con articolazioni di programmi e di contenuti che sono per nulla raffrontabili con le secondarie delle altre nazioni, ad iniziare da quelle in cui i docenti sono super pagati.
Con i soldi rubati ai docenti delle secondarie, Cisl e sindacati confederali e apparati di regime foraggiano da sempre, secondo un modello codificato e intoccabile, le categorie protette e le giungle selvagge dei “privilegiati” e le retribuzioni d’oro di una dirigenza che non teme confronti in tutto il mondo per numero, stipendi, costi, inefficienze e grado di concussione/corruzione. Dirigenza tutta inventata proprio a partire da Bassanini per finire con Brunetta, nell’espressione della più deleteria trasversalità ideologica e comunanza d’intenti partitocratici e clientelari. E’ bene anche sottolineare le crescite a dismisura avvenute in certi settori universitari e su come i livelli qualitativi di una parte dei docenti sembra che lasci a desiderare. Acnhe qui, quanto la colpa di cointeressenze e clientelismi?
Il ministro Carrozza lo tenga bene in mente. Così come la falsa politica meritocratica, che dal 1994 ha appiattito inesorabilmente verso il basso i docenti, mortificando e colpendo i migliori e recando vantaggi quasi esclusivamente solo a chi è disposto ad abbassare e minimizzare impegno e qualità del lavoro altamente professionale e defatigante durante l’orario frontale delle lezioni e a spostare i livelli della “produttività” nell’ambito delle attività aggiuntive e complementari. E a chi è disposto a chinare la testa per non inimicarsi o ingraziarsi per simpatie e favori dei “dirigenti” talora abbandonati allo stato brado, che ne combinano di cotte e di crude. Il ministro tenga conto dei deplorevoli trucchetti posti in essere da Brunetta che gridano allo scandalo. Tenga anche conto del non meno scandaloso e incostituzionale trattamento riservato dal governo Berlusconi ai docenti di religione nel riconoscimento integrale del pre-ruolo, cosa rimasta preclusa al corpo docente dello Stato e non a mezzadria con il Vaticano.
L’abbandono della Scuola è stata una costante di tutti i governi che hanno portato il Paese al disastro e tanta gente alla miseria. Governi che continuano a sfruttare le “promesse” del futuro lasciando prefigurare scenari sempre più negativi per i giovani e i ragazzi di oggi. L’abbandono della Scuola ha comportato la rimonta senza limiti di tarde demagogie che anche oggi a sinistra fanno sorridere, senza per questo e perciò dovere misconoscere la sussistenza dei gravi problemi di non scolarizzazione e di descolarizzazione, collocandoli entro una corretta cornice sociale e individuando i necessari e commisurati grandi interventi da porre in essere.
Tenga presente il ministro Carrozza che essere docente universitario a volte non aiuta affatto nella comprensione di quanto qui succintamente delineato e crea oggettivi se non fuorvianti ostacoli alla comprensione storica e del presente dei problemi della scuola, delle categorie dei professionisti che la compongono e della specificità del lavoro che li connota e li ha connotati. Tenga in maniera esplicita presente il tonfo dell’ottuso, asinaccio ministro Profumo (in altri campi, invece, apprezzato ricercatore) a proposito di quanto accaduto in merito all’orario frontale dei docenti delle secondarie e di quanto da lui asserito sull’onda del vociare di demagoghi forsennati. Per non parlare dei terribili precedenti di D’Onofrio e di Berlinguer. Tenga presente che il non è mai troppo tardi diventa un qualcosa di inconcludente non riconoscere ruolo e merito della centralità dell’insegnamento durante l’orario frontale e della non “dismessibilità” di un’adeguata formazione umanistica nelle scuole e della sua irrinunciabilità nei licei a diverso indirizzo, perché la “monodimensionalità” formativa di natura esclusivamente tecnica costituirebbe un vulnus e della costituzione e dei diritti degli alunni, e non rappresenterebbe l’acquisizione di un permanente, solido e oggettivo gradino di vantaggio ai fini degli studi universitari e dell’attività lavorativa. In questo, l’Italia ha da ingaggiare una solitaria, eccezionale grande lotta in ambito UE e in ambito OCSE per riuscire a farsi ascoltare e a convincere. Ne sarà mai in grado?
I migliori auguri ad un ministro che è un’ancora giovane professoressa e i più energici incoraggiamenti a superare barriere pseudo-ideologiche, luoghi comuni e ricatti e condizionamenti di attori e di potentati artefici del disastro della cultura e del Paese.
I migliori auguri di ottimo coraggio e una sincera esortazione a non avere ripensamenti su quanto ha affermato: se la sua richiesta, avanzata a beneficio della società tutta e del futuro delle giovani generazioni, non dovesse essere accolta dal governo, si dimetta senza indugi. Meglio tale linearità che dovere soggiacere a cose indicibili.