Revisione della spesa e scelte irrazionali. Dalla sedi diplomatiche a quelle della giustizia

 14 Agosto 2014

Fonte: MAIE

Nota di Eulà

 

 

 

Siamo stati da sempre fautori di una incisiva e radicale revisione generale e di una estrema razionalizzazione della spesa pubblica. Bene ha fatto il governo Renzi nel proseguire su questa strada, intrapresa in modo contradittorio, superficiale e .. amicale dai precedenti governi. Tuttavia, constatiamo che intere sacche delle più coriacee clientele del regime vengono appena scalfite e non si è minimamente arrivati ad abbozzare una revisione degli inquadramenti funzionali della pubblica amministrazione e degli enti (ad iniziare dalla RAI e dalla selva di “partecipate” pubbliche a carattere commerciale e industriale), intoccata ci risulta la legge infame e criminosa (con il beneplacito dell’erede di Bossi e Maroni, il giovincello sparaballe Salvini) sulla dirigenza, intoccateci risultano  le penalizzazioni e i declassamenti  di  categorie professionali cruciali – quale quella dei prof. delle secondarie – per il Paese, sacrificate da  cinquant’anni sull’altare della più bieca demagogia partitocratica e dagli sciacalli degli oligopoli sindacali.

Incidere sulla revisione della spesa con una mannaia utilizzata in modo poco lungimirante e previdente se non irrazionale può essere cosa foriera di ulteriori danni e di nuove ingiustizie. Questo è il caso del fortissimo ridimensionamento della distribuzione dei tribunali e della giustizia amministrativa, che è assolutamente irricevibile. Ciò colpisce in modo inaccettabile il diritto di accesso alla giustizia  (per quanto sia comprensibile anche l’esigenza del governo di  comprimere la dilagante litigiosità degli italiani) e colpisce con grandi ineguaglianze formali e fattuali sia i cittadini che la categoria forense.

Questo è altresì il caso emblematico del ridimensionamento delle spese del ministero degli esteri, che colpisce in modo vistoso la distribuzione delle rappresentanze diplomatiche italiane nel mondo, cosa che invece andava preservata. E’ necessario salvaguardare la vicinanza delle ambasciate e dei consolati alle comunità degli italiani residenti all’estero e delle comunità degli emigrati di prima e seconda generazione con un’organizzazione più incisiva ed efficiente ma anche capillare. Bisogna semmai incidere sulle modalità di accesso all’utilizzazione di personale ausiliario reclutato in loco, al fine di contenere le elevate spese del personale ministeriale. Bisogna inoltre dare fiato al ruolo propulsivo delle ambasciate sul piano della promozione economica italiana, cosa che era stata promossa da Berlusconi e che forse non è  mai davvero decollata. – Eulà.

 

 

 

 

Santo Domingo, Filosa (MAIE): governo chiude l’Ambasciata d’Italia, grazie Renzi!

 

 

 

 

 

“Il governo guidato da Matteo Renzi ha deciso di chiudere entro il 31 dicembre 2014 l’Ambasciata d’Italia a Santo Domingo. Abbiamo scritto tanto sul tema e sia come MAIE – Movimento Associativo Italiani all’Estero – che come ItaliaChiamaItalia abbiamo organizzato diverse iniziative di protesta che hanno coinvolto la comunità italiana residente nella Repubblica Dominicana: petizioni online, raccolte di firme, manifestazioni, incontri con i connazionali e con i rappresentanti delle istituzioni, italiane e dominicane. Come MAIE abbiamo presentato in Parlamento diverse interrogazioni; abbiamo chiesto di sostenerci anche alle diverse forze politiche italiane, che ci hanno teso una mano, presentando a loro volta interrogazioni parlamentari. A loro il nostro grazie”. Così Ricky Filosa, Coordinatore del MAIE in Centro America.
“I coordinatori del MAIE hanno lavorato molto per diffondere la notizia della chiusura dell’Ambasciata e per sensibilizzare sul tema i tanti connazionali che ancora erano all’oscuro di tutto. Dalla capitale, fino a Las Terrenas, passando per Boca Chica, Juan Dolio, San Pedro, San Francisco, La Romana, Higuey, Bavaro, Punta Cana, Puerto Plata… in tutta l’isola abbiamo creato rete e attraverso il nostro network abbiamo coinvolto moltissime persone nella battaglia comune. Purtroppo, a quanto pare, non è servito a fare cambiare idea al governo guidato dal segretario del Pd”.
“La Farnesina – sottolinea Filosa – non torna indietro. Il sottosegretario agli Esteri Giro ha detto che la decisione del governo è definitiva: come dire, gli italiani a Santo Domingo si mettano l’anima in pace. Ma noi, caro sottosegretario, fino all’ultimo non molleremo!
Il Movimento Associativo Italiani all’Estero continuerà a farsi sentire con forza. Il nostro presidente, l’On. Ricardo Merlo, ha parlato del caso dell’ambasciata a “Porta a Porta”, nel salotto di Bruno Vespa, e la stessa cosa ha fatto a Tg Parlamento, su Rai 3. Mario Borg hese, altro deputato MAIE, nei giorni scorsi, intervenuto nell’Aula di Montecitorio, ha puntato il dito contro un governo che chiude le nostre ambasciate e di fatto abbandona a se stesse le comunità italiane oltre confine.
Personalmente, ho coinvolto colleghi della stampa italiana e di quella dominicana, che sulle loro testate giornalistiche hanno toccato l’argomento e parlato della vicenda della nostra sede diplomatica”.
“Abbiamo scritto a Napolitano, abbiamo scritto al presidente del Consiglio, al ministro degli Esteri. Non ci fermeremo, fino alla fine continueremo a mantenere alta l’attenzione sul caso. Molleremo solo quando vedremo chiudere i battenti dell’ambasciata, ma dal giorno dopo lotteremo affinché i servizi ai connazionali siano garantiti. È un loro, nostro diritto”.
“Grazie a tutti voi – scrive ancora l’esponente del MAIE – per l’appoggio che ci avete dato e che sicuramente continuerete a darci. Grazie a chi ha raccolto le firme, grazie a chi ha firmato, grazie a chi ha partecipato alla manifestazione promossa dal MAIE, grazie a chi ha lottato e continuerà a lottare i nsieme a noi. Grazie a tutti coloro che, per puro spirito di volontariato e voglia di partecipare, ci stanno aiutando a rendere più forte e più compatta la comunità italiana residente nella RD. Una comunità più unita, anche nei momenti difficili, come quello che stiamo vivendo.
Amici, consentiteci: noi del MAIE siamo stati i primi a lanciare l’allarme, ma in pochi hanno voluto ascoltarci. Eppure avevamo chiesto a tutti di fare squadra. Alcuni si svegliano solo ora, a distanza di mesi, a decreti di chiusura firmati dal ministro e approvati dal governo. Peccato: forse se avessimo agito insieme, tutti, fin dall’inizio, chissà… Non resteremo comunque con le mani in mano – assicura in conclusione Filosa -: sarà battaglia fino alla fine. Insieme a voi”.