Salvini giannizzero, Salvini turcomannno, Salvini dislega. Così non si va da nessuna parte

18 Dicembre 2014

Domenico Cambareri

Per chi non vive da smemorato: le fandonie federaliste di Bossi ci sono costate lacrime e sangue, e per esse continuiamo a pagare cifre enormi e ingiustizie sociali e retributive da quarto mondo. Le fandonie di Bossi sono state la cuccagna di  Dababe (D’Alema, Bassanini, Berlinguer) e di  Trebrusac (Tremonti,Brunetta, Sacconi) … sino alle miserie di oggi.  

 

All’orizzonte solo operazioni elettorali di piccolo cabotaggio. Per quelli di destra, può andar bene

 Assenza completa di un programma politico con un minimo di credibilità. Intercettare solo altri voti di protesta? Può andare bene così, in tale grama condizione. L’importante è che grandi masse di voti non verranno annullate dall’anonimo non voto e verranno intercettate dai movimenti di protesta, ad iniziare dal M5S e dai nuovi agglomerati territoriali populisti di destra e leghisti, al fine di controbilanciare nuove distruttive impennate partitocratiche, giacché Matteo non ha rottamato i feudatari del PD ma in buna misura li ha riciclati alla grande,  e Silvio mantiene saldo il potere di una servile nomenklatura.

Non c’è da illudersi gran che sull’operazione politica a pro della Russia, più che altro finalizzata a un buon ritorno mediatico, di Salvini e dei leghisti pantrasformisti, reduci delle selvagge accolite dei terun de l’osti.
Le patenti contraddizioni in cui vivono sembrano superbamente espresse dall’attenta cura che Salvini applica alla propria immagine, diventata una duplicazione simpatica e perfetta di un giannizzero ottomano o di un turcomanno d’oltre Caucaso.
Che da partito di passionalità adulterate e viscerali, ladrone autosventrato e incontenuto filo americano-sionista si sia dato d’improvviso tanto ardore nel perorare la causa pro-Russia solo in funzione dei voti degli italiani colpiti dalle inique sanzioni applicate dal governo, in sintonia con la remissiva acquiescenza europea alle manovre di avvolgimento e isolamento strategiche messe in atto dall’amministrazione USA, ciò risulta chiaro. In questo, non vi è comprensione del significato degli avvenimenti. Salvini e i sopravvissuti bossoli fusi dimostrano una completa incapacità di sapersi orientare in argomenti e problemi immensamente più grandi del loro ristretto orizzonte mentale.
Chi potrà spiegare loro le implicazioni e le trame sottese, chi potrà far capire loro che la vernice dell’operazione a “difesa” dell’Ucraina e della “via” liberaldemocratica è una mera finzione che si basa sulla “libera” esportazione dell’applicazione concreta dell’esercizio della libera sovranità (!) connessa … all’adesione alla Nato da parte delle ex repubbliche sovietiche di tutta l’Asia centrale? Chi potrà mai far capire loro che qui siamo in presenza di un vero e proprio isolamento politico-economico della Russia?
Chi potrà far capire loro che la Russia sta per essere strozzata a livello finanziario ed economico dal potere dell’oligopolio speculativo americano? Chi potrà mai far capire loro che il potere economico statunitense ha posto un veto al proficuo avvicinamento tra Russia e Unione Europea? Hanno mai compreso queste teste sopraffini che tutte le aree di destabilizzazione che gli USA hanno realizzato attorno ai confini orientali e meridionali dell’Unione Europea svolgono egregiamente questa funzione? Che tutto ciò è altresì strettamente connesso alla “irrinunciabile” criminale alleanza fra USA e entità sionista?
E ancora. Il giovane giannizzero ottomano si perita di precisare che lui prima non conosceva il sud Italia; pretende che del recentissimo passato di governo della lega beona e delle sue criminose operazioni di disuguaglianza sociale, di parassitismo istituzionale e di ruberie, di progetti ultrafallimentari non si debba più parlare; rimarca che della Turchia in seno all’Unione Europea non si debba neppure parlare. A che pro e a che titolo pretende queste cose?
I guru dei 5 Stelle saranno in grado di poterlo spiegare alla nuova direzione della ditta leghista?
Serve a molto poco, se non quasi a nulla, il tentare di aprire “canali privilegiati” con la Russia, in un contesto politico-internazionale di siffatta gravità da parte dei signor nessuno. La loro incidenza è men che polvere e non è in grado di inceppare minimamente la macchina che hanno messo in moto i guerrafondai che si nascondono a Washington dietro la facciata della democrazia liberale.
Salvini potrà fare incetta, con le liste di gente di destra a cui si associa, alle prossime elezioni politiche. Ma saranno voti di protesta, come quelli che incamera il M5S, il quale nonostante i problemi interni che lo affliggono risulta molto più propositivo e di effettivo controllo e non espressione di brama di esercizio del potere.
Salvini naviga con una barchetta sottocosta, entro un orizzonte politico di piccolo cabotaggio, di navigazione a vista, perché, come Marine Le Pen, non può continuare a mettere al centro dei problemi politici aspetti incompresi generati dai fattori internazionali a cui abbiamo fatto riferimento e di cui sono niente altro che epifenomeni. Gravi epifenomeni che sul piano delle emergenze umanitarie vanno governati il più possibile, nonostante le mille difficoltà, innanzitutto combattendo la demagogia non meno triviale delle sinistre di completa e immediata equiparazione degli stranieri extracomunitari agli italiani.
Logica dissennata che disconosce l’ulteriore e distinto problema dei clandestini che tali vogliono restare e sottace la gravità estrema delle grandi sacche di indigenza e di miseria di tanti italiani, che relega agli angoli bui della politica sociale. Sinistra che disconosce, non di meno dei saccheggiatori leghisti, il ceto medio pubblico e delle libere professioni: essi, insieme, al di là del momentaneo ruolo di forza di governo o di opposizioni, hanno proletarizzato il ceto medio pubblico e privato ed hanno portato ai fasti l’eversiva politica dell’orgia dirigistica, in toto associata alle prebende e agli appannaggi degli apparati politico-clientelari, anch’essi esplosi a dismisura. Sclerosi partitocratica estrema compita da questi soci & sicari della “democrazia rappresentativa” fondata sul lavoro.
Eh no, bello mio d’un turcomanno. Sin da subito, semmai, se desiderate chiedere e ottenere il minimi di credibilità dovete, tu e i tuoi accoliti, non solo pronunciare i mea culpa ma avviare in parlamento e nelle sordide aule regionali una stagione di decostruzione delle bestiali norme che avete posto in essere, tale da annullare la più che ventuplicazione dei vertici burocratici realizzata a suon di lingotti d’oro. In venti anni, costituiscono cifre da capogiro sottratte a chi le guadagnava prima e alle casse dello Stato.
Lasciate quindi cadere proposte all’oggi impossibili che gettano, più che fumo, sale negli occhi, quale quella della tassazione unica al 15%. Nella condizione di comatosi in cui vivono il sistema economico italiano, le casse pubbliche e i ceti sociali è cosa che sa di fantasticheria mediatica. E dovreste sapere bene i perché.