Premio Capo Circeo e caduta del muro di Berlino. Perché ricordare, cosa ricordare

24 Ottobre 2015

Fonte: Parvapolis

 

Il 9 novembre del 1989 cadeva il muro di Berlino: siamo ancora nel 25° della sua caduta, anche se i rintocchi del 26° anniversario sono prossimi. Sappiamo che il Premio Europeo Capo Circeo ha sospeso l’edizione dello scorso anno per protesta contro la crisi ucraina, che ha mandato in tilt i rapporti euro-russi a beneficio dei ben soliti ignoti. Cioè degli avventurieri del capitalismo sporco che spreme e che ci ha circondato di crisi e di conflitti, di destabilizzazioni permanenti e di crisi umanitarie epocali, proprio quando tutti ci aspettavamo un’epoca di lunga e quasi indolore transizione verso il cuore del XXI secolo, popolo americano compreso.
Il Premio Europeo Capo Circeo sta finalmente per celebrare la nuova edizione, il prossimo 30 ottobre in Campidoglio.
Ci sembra doveroso ricordare, in relazione alla tragedia vissuta dal popolo tedesco in quel dopoguerra senza fine, che dei giovani italiani si dettero subito da fare con altruismo patriottico, volontà incrollabile e perseveranza organizzativa sia a Roma che a Berlino. Fra costoro vi era in testa Gino Ragno. Erano la prima espressione della gioventù europea, della gioventù della nuova Europa, che non piegava la testa davanti alla minaccia del sovietismo straripante.
A Berlino, i giovani Domenico Sesta e Luigi Spina, studenti in ingegneria, assieme alla findanzatina di Domenico, Ellen, e a altri giovani tedeschi scavarono uno dei tantissimi tunnel che furono realizzati in quegli anni sotto il “vallo”, da cui fecero fuggire 29 “prigionieri” di Pankow. Il lavoro dei giovani fu ripreso in segreto da una rete televisiva statunitense, che li aveva aiutati nel reperimenti degli attrezzi. Qualche anno addietro, in Italia è stato prodotto un film, con il titolo di quello originario e del libro poi scritto da Ellen Sesta: “Il tunnel della libertà”. Domenico Sesta, nato a Vieste, e Luigi Spina, nato a Gorizia, rimasero fino alla fine die loro giorni in Germania. Già molto ammalato, Domenico venne con Ellen, ospite di Gino Ragno, per tenere delle conferenze per Italia-Germania, a Roma, a Latina e in qualche altra città. Ciò fu documentato dalla stampa e anche da Parvapolis.
Ci piace ricordare la caduta del muro di Berlino e il 25°anniversario che essi non ebbero la fortuna di potere vivere. A maggior ragione, in occasione della nuova edizione del “Capo Circeo”, sia perché a Domenico e a Ellen e a Luigi era stato attribuito il prestigioso riconoscimento, come all’altra italiana “berlinese” Elena Sciascia,  abbandonata dall’imbelle governo italiano a marcire nelle carceri di Pankow, sia perché il Premio è stato attivo promotore delle nuove mete raggiunte e da raggiungere nel prossimo futuro.  Un grande Premio e una lunga e gloriosa storia. Pubblichiamo qui, per questo ricordo dei giovani italiani di Berlino e delle profonde crisi che allora attraversavano l’Europa occidentale e in particolare l’Italia, un articolo in merito a quanto ebbero a dibattere Domenico Cambareri e Osvaldo Pesce, che avevano vissuto quegli anni su posizioni culturali, ideologiche e politiche opposte, in occasione della presentazione del libro di Ellen Sesta a Roma, Castel Sant’Angelo, il 26 agosto 2002. L’articolo è ripreso da Parvapolis:

 

Eventi & Cultura

Roma. Berlino, il libro di Ellen Sestra presentato da Cambareri

26/08/2002 – Rita Bittarelli

Un incontro originale e d’eccezione.
Questo, in occasione della presentazione del libro della tedesca Ellen Sesta, sulle imprese del gruppo di giovani patrioti europei, di cui lei fece attivamente parte, guidato dal marito, l’italiano Domenico Sesta (nella foto ai microfoni di ParvapoliS), che nei mesi scorsi è stato ospite delle città di Roma, Viterbo e Latina ed è stato premiato con il riconoscimento internazionale del “Premio Capo Circeo”, e che purtroppo, al rientro in Germania, è deceduto,
Gino Ragno, Domenico Cambareri e Osvaldo Pesce intratterranno il pubblico sui contesti della guerra fredda, delle guerre occulte e dello spionaggio dell’epoca. Gli scenari internazionali, i forti sommovimenti dei precari equilibri strategici planetari e l’ascesa della Cina di Mao a potenza nucleare che crea la sua “chiesa” in concorrenza con quella di Mosca. I comunisti maoisti italiani rappresentarono in quegli anni una forte spina nel fianco del PCI e di tutto il mondo delle sue organizzazioni satelliti. Quali i loro rapporti e le loro lotte?
Quali gli interessi del regime italiano che determinarono la sconfitta dei maoisti e l’assunzione di fatto di gran parte del potere in Italia da parte del PCI, proprio mentre si consumavano l’invasione sovietica della Cecoslovacchia, le battaglie fra l’armata rossa e l’armata del popolo di Mao lungo il corso dell’Amur, la risovietizzazione della Polonia, la sconfitta americana in Vietmam? Tutto questo e altro ancora passa attraverso il muro di Berlino, “statica” frontiera dello scontro planetario fra Occidente e Unione Sovietica, ma anche fra Cina e Unione Sovietica. La “tripolarizzazione” di Nixon e di Kissinger nasce da esigenze che in tanti modi portano e riportano a Berlino e alla frontiera orientale.
Da qui e dai centri di questi imperi si irradiarnono mille e mille vie, occulte e meno occulte. Anche esse passarono per l’Italia. Ancora oggi è difficile dire quanto esattamente si sa.

Dell’impresa di Domenico Sesta, della moglie Ellen, di Luigi Spina e degli altri italiani, una rete televisiva USA filmò la realizzazione e la trasmise al pubblico americano molti anni addietro. Del libro, che ha avuto la traduzione in più lingue ed ha avuto un successo internazionale duraturo, è uscita adesso l’edizione italiana curata dalla Garzanti. Nel mese di luglio, alla sua prima nella capitale, presso l’esclusivo e storico “Circolo Canottieri Tevere Remo”, con Learco Saporito, Giulio Maceratini, Gino Ragno e Aldo Di Lello, il volume si è confermato un vero best seller. Delle azioni dei patrioti italiani ed europei, di cui Gino Ragno fu esponente di punta, anche il Museo “Check Point Charlie” di Berlino offre testimonianza fotografica.
Con il prossimo incontro, domani alle 21.45, nei giardini di Castel Sant’Angelo, l’opera avrà una degna e particolare collocazione nell’ambito degli avvenimenti internazionali su cui spesso si è preferito tacere. Lungamente tacere.