Pessina: il ruolo di Silvio è ancora determinante

05 Maggio 2016

Dichiarazione del Sen. Vittorio Pessina

 

 

 

 

Pareri & pareri Contrasti & contrasti

Ci limitiamo a riportare integralmente la dichiarazione del sen. Pessina senza aggiungere commenti di  sorta. Ricordiamo soltanto che non abbiamo mai avuto pregiudizi verso il tanto odiato e invidiato Silvio Bandana Silvio playboy dai mille ménage anche nei momenti in cui era sotto feroce e inesausto attacco da parte dell’orchestratore Bersani (esponente politico in cui ci eravamo illusi di vedere qualcosa di nuovo nel PD e tra gli ex e post comunisti); ricordiamo soltanto che su Silvio abbiamo avuto via via motivo di ricalibrare i giudizi, ad iniziare dalle scellerate leggi “trasversali” e mafiose quali quella sulla dirigenza e dall’aver non ancora consegnato allo Stato la villa in cui fece realizzare un centro operativo del governo. Tutto ciò è contenuto negli articoli qui pubblicati a  partire dal 2008, e, ancora prima, su Parvapolis. Lo stesso dicasi sui giudizi della Lega terun de l’osti di ieri e di oggi: chi straccia e sputa sulla bandiera della sua Nazione meriterebbe soltanto di essere recluso a vita nella Cajenna. Il mattacchion Salvini se lo scriva in fronte e lo incida su quella del bossolo fuso. Che Marine Le Pen e Ignazio La Russa oggi se lo abbracciano assieme all’ancora acerba Giorgia Meloni indica soltanto quanto il grado di irrazionalità estrema di questi esponenti e dei loro amici sia la risultante della decerebralizzazione operata dalla sciacallesca egemonia dei neo-con e del capitalismo eversivo che impera negli USA e nell’assoggettata Europa. – Eulà

 

 

 

Berlusconi finito? Una risposta a Vittorio Feltri

 

 

“Mi ha molto rattristato leggere l’articolo pubblicato ieri, martedì 3 maggio, su Libero, a firma di Vittorio Feltri, che descrive un Silvio Berlusconi ormai al tramonto. Forse il giornalista, che da sempre stimo e apprezzo tanto da averlo personalmente premiato come personaggio di rilievo della Bergamasca, ha voluto leggere la Storia solo da una certa prospettiva, dimenticandosi per esempio che se il Cavaliere non è riuscito a portare a termine la sua rivoluzione liberale è anche perché ha sempre avuto alleati che gli hanno messo il bastone tra le ruote ogni volta che hanno potuto. Raggiungere obiettivi ambiziosi richiede una squadra compatta, e prima con Casini, poi con Fini e Alfano, era obiettivamente difficile per il presidente di Forza Italia raggiungere la meta”. Così il senatore Vittorio Pessina, responsabile nazionale del dipartimento Italiani all’estero di Forza Italia.
“Che dire poi del caso Roma? Berlusconi è ancora protagonista, nonostante un Salvini galoppante. Decidere di cambiare cavallo passando da Bertolaso a Marchini, è stato un atto di coraggio e di lungimiranza”. “La politica – osserva ancora Pessina – è complessa, si fa su decisioni che vanno prese di giorno in giorno, a seconda del quadro che si ha davanti. Dopo la retromarcia di Lega e Fratelli d’Italia, il leader azzurro ha dovuto prendere atto che da solo non avrebbe potuto portare alla vittoria Bertolaso. E lo ha convinto a farsi da parte, forte di un rapporto personale fatto di stima e di amicizia. Portando Forza Italia a convergere su Alfio Marchini, dunque su una lista civica nata a Roma e per Roma, Berlusconi è tornato alle origini, alle sue radici moderate ed europeiste. Avrebbe dovuto forse, secondo Feltri, dare la propria benedizione al leader del Carroccio, che va avanti a slogan contro tutto e tutti? Avrebbe dovuto arrendersi alle politiche lepeniste e alla ruspa di Salvini?”.
“No, caro Feltri, Silvio Berlusconi non è finito. L’hanno dato per morto, politicamente s’intende, più volte, ma lui si è sempre rialzato, più forte di prima. Berlusconi e Forza Italia – conclude il senatore Pessina – restano per i moderati una guida. E un centrodestra senza Berlusconi vorrebbe dire lasciare spazio a una destra becera e rabbiosa. E questa possibilità non può essere nei piani del nostro Presidente”.