Tra informazione e disinformazione. Agnatologia? Cos’è mai? Leggiamo com’è facile manipolare

08 Febbraio 2020

Fonte: pensierocritico.eu

 

pensierocritico.eu
… pagina con pubblicazione datata (2016), di intatta attualità …

 

Quando ogni cosa è ‘interesse politico’ o ‘affare’.

MANIPOLAZIONE DELL’INFORMAZIONE:

CULTURA E COSCIENZA PREDE DELLE APPARENZE.

SOCIETA’ E DEMOCRAZIA DELLE MARIONETTE ?

     A chi si rivolge questo website

 Questo sito web è destinato a coloro i quali sono scettici nei confronti dei mass media e rifiutano l’informazione che tenta di usare le emozioni.
In particolare si rivolge a studiosi, insegnanti, studenti, e lettori in genere che vogliono migliorare l’analisi e l’interpretazione di testi (giornalistici, scientifici, economici, ecc.), impiegando i metodi del pensiero critico (critical thinking): cioè persone disposte a mettere in discussione le proprie opinioni.
Se questi lettori decidono di verificare autonomamente la credibilità delle notizie, dei documenti, delle fonti e dei messaggi che ricevono, troveranno in questo sito metodi e strumenti utili a farlo.
critical thinking
Do you believe in the Afterlife? No, but even in the presentlife.
Compiti di un pensatore critico secondo il pedagogista Robert Ennis
  1. Giudicare la credibilità delle fonti
  2. Identificare conclusioni, motivazioni e presupposti
  3. Giudicare la qualità di un argomento, incluso l’accettabilità delle sue motivazioni, presupposti e prove
  4. Sviluppare e difendere una posizione su un tema
  5. Fare domande appropriate per chiarire temi controversi
  6. Pianificare esperimenti e giudicare l’assetto degli esperimenti stessi
  7. Definire la terminologia in modo appropriato al contesto
  8. Avere una mente aperta
  9. Cercare di essere ben informati
  10. Tirare delle conclusioni se giustificate, ma con cautela

Per approfondire andare alla pagina Cos’è il pensiero critico
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Società della conoscenza o dell’ignoranza?

Come tutti sanno la costruzione e distribuzione di conoscenza e ignoranza sono fortemente implicate in “relazioni di potere“.La Treccani definisce così la “Knowledge society“: “Società nella quale il ruolo della conoscenza assume, dal punto di vista economico, sociale e politico, una centralità fondamentale nei processi di vita, e che fonda quindi la propria crescita e competitività sul sapere, la ricerca e l’innovazione.Belle parole che i massmedia ci ripetono da anni asserendo che viviamo ormai nella “Società della Conoscenza“. Peccato che si tratti di un falso mito e che è invece più facile e lucroso diffondere l’ignoranza (questa pagina porterà argomenti a sostegno di questa tesi), anche se la Rete rimane una grande dispensatrice di conoscenza (ma solo per chi la sa sfruttare).Gli storici della scienza Robert N.Proctor e Londa Schiebinger, autori del libro “Agnotology – The making and unmaking of ignorance” (purtroppo non tradotto in italiano), hanno esplorato il modo in cui l’ignoranza viene prodotta e mantenuta in diversi ambiti e con quali meccanismi. Essi scrivono (p.2):

L’ignoranza ha molti interessanti surrogati e sovrapposizioni nella miriade di modi con cui è generata da segretezza, stupidità, apatia, censura, disinformazione, fede, e dimenticanza, tutti innescati dalla scienza. L’ignoranza si nasconde nelle ombre della filosofia ed è vista di buon occhio dalla sociologia, ma si trova anche in una grande quantità di retorica popolare: non è una scusa, è ciò che non può farti del male, è la beatitudine.
Proctor distingue l’ignoranza in tre categorie:
  1. Ignoranza comestato nativo(o risorsa per il cambiamento): è uno stato da superare, una richiesta di conoscenza.
    L’ignoranza nativa (o originaria) implica un deficit causato da ingenuità giovanile o da carenza di educazione. La storia della filosofia greca porta Socrate (citato da Platone) quale esempio di consapevolezza della propria ignoranza quale pre-condizione per l’illuminazione. Il potere rigenerativo dell’ignoranza rende sostenibile l’impresa scientifica
    .
  2. Ignoranza comeregno perduto(o costrutto passivo): è il prodotto della disattenzione umana, vale a dire di ciò che si incontra ma che si decide di trascurare.
    Questo tipo di ignoranza viene approfondito da Londa Schiebinger (pp.149-162) con un interessante esempio storico sui criteri con cui vennero scelte (o trascurate) le spezie da importare in Europa dalle Americhe. In particolare gli europei non si interessarono a una quantità di erbe abortive con cui gli amerindi controllavano le nascite, mentre preferirono l’importazione di erbe contro malaria (chinino), diarrea (jalapa, quassia) e depressione (cacao).
  3. Ignoranza comestratagemma strategico (o costrutto attivo): è il prodotto dell’incertezza o del dubbio creati, mantenuti e manipolati da altre persone
    Questo tipo di ignoranza implica la costruzione del dubbio e dell’incertezza come qualcosa che viene costruito, mantenuto e manipolato avvalendosi di specifiche discipline scientifiche. In altre parole l’ignoranza è l’obiettivo di piani che vengono deliberatamente ingegnerizzati e implementati. Scrive Proctor (p.9):
Scienza e industria sono sempre più interallacciati, con ricerca e sviluppo (R&D) svolti al riparo della privacy per mantenere certi vantaggi di business. La Scienza anche nelle migliori circostanze è “aperta” solo sotto vincoli altamente formalizzati.

Ma non tutta l’ignoranza è cattiva, ad esempio Proctor sostiene che è meglio non far sapere alla gente in che modo è possibile costruire armi biologiche o virus dell’AIDS, ed è meglio anche promuovere il rispetto del diritto individuale alla privacy (non è necessario che tutti sappiano tutto e in qualunque momento su un determinato individuo).

Ignoranza costruita nelle Università USA

Philip Mirowski, che insegna Economia e Storia della Scienza all’Università americana di Notre Dame, ha scritto nel 2011 un libro provocatorio (“SCIENCE-MART: Privatizing American Science“) nel quale sostiene che gli economisti neoliberisti hanno “commercializzato” la Scienza mercificando e asservendo le Università statunitensi alle esigenze delle imprese.
Ciò è avvenuto attraverso l’approvazione, nel 1980, di una legge: il Bayh-Dole Act. Questa legge ha avuto il merito di dare impulso alla brevettabilità dei risultati delle ricerche dando il controllo della proprietà intellettuale delle scoperte fatte con fondi pubblici ad Università, Imprese e Organizzazioni non profit.  Questa legge ha però creato un conflitto di interesse nei ricercatori universitari dato che le partnership università-imprese possono offrire ricompense finanziarie sotto varie forme: consulenze, royalties, stock-options. Questa possibilità orienta fortemente la scelta dei settori di ricerca pur non rendendo ricche le Università (nel 2000 solo il 3% del totale dei finanziamenti proveniva dai brevetti).
Nell’approvare questa legge il Congresso USA ha accettato l’idea che il progresso industriale americano è stato ostacolato dalla mancata introduzione delle scoperte fatte con fondi pubblici nel mercato. Ciò significa che adesso le imprese orientano le ricerche delle Università verso scopi commerciali basati non sul bene comune ma sul profitto da loro previsto e pianificato.

Il ruolo dei giornalisti nell’indurre ignoranza

Il compito di indurre ignoranza nell’opinione pubblica è mediato dai giornalisti che, secondo uno studio di S.H. Stocking e W. Holstein (ved. bibliografia), si uniscono a scienziati, industriali e politici nel costruire l’ignoranza scientifica utile ai loro interessi.
Stocking e Holstein sottolineano però una differenza di comportamento tra gli industriali, che “costruiscono” sempre il dubbio, e i giornalisti che hanno comportamenti più variegati che dipendono dalla percezione del loro ruolo; essi classificano i giornalisti in quattro categorie (p.37):
  • Giornalisti Disseminatori” che prendono le distanze dalla valutazione della verità e riportano scrupolosamente le opinioni degli industriali e degli scienziati, lasciando ai lettori la responsabilità di accettare o rifiutare quelle opinioni
  • Giornalisti Investigativi” che valutano le asserzioni degli industriali confrontandole con ricerche indipendenti e scrivono editoriali che ignorano le asserzioni degli industriali e lodano le ricerche indipendenti
  • Giornalisti Populisti” che enfatizzano il punto di vista dei cittadini non-esperti. Essi riportano le asserzioni (farcite di ignoranza indotta) degli industriali ma omettono quelle più incendiarie. Essi, in ogni caso, usano asserzioni neutre per attribuire credibilità agli studi scientifici, anche se manipolati
  • Giornalisti Contrastanti ” che sono scettici nei confronti di qualunque asserzione, anche di quelle scientifiche. In tal modo esprimono una visione ostile verso la scienza in generale e di supporto all’industria
Nota: ognuno può esercitarsi a inserire i giornalisti che conosce nella categoria appropriata.

I settori industriali o finanziari ai quali indirizza questa pagina web

In questa pagina vengono sostenute le tesi di alcuni studiosi e ricercatori statunitensi le cui opinioni sono state radunate dagli storici Robert N.Proctor e Londa Schiebinger nel libro “Agnotology” [The making and unmaking of ignorance]. Essi hanno riunito studiosi di varie discipline (storici, filosofi, medici) per acquisire una prospettiva interdisciplinare dell’ignoranza. In particolare si sostiene che i principali settori industriali e finanziari non agiscono “eticamente” ma perseguono con ogni mezzo il raggiungimento dei loro obiettivi economici, anche costruendo e diffondendo dati scientifici falsi oltre che corrompendo scienziati e giornalisti scientifici.
Il sociologo Evgeny Morozov nel libro “Silicon Valley: i signori del silicio“, nella sua critica ai grandi attori economici del mondo odierno (Google, Apple, Amazon, Facebook, ecc.), ha evidenziato come essi sembrano fatti di plastica e, per quanto sporco gli si tiri addosso, niente fa presa e vi si incrosta. Egli scrive (p.42):
Pensate a come l’avidità che regna incontrastata nel settore farmaceutico, alimentare e petrolifero sia stigmatizzata nell’uso dispregiativo di espressioni come Big Pharma, Big Food e Big Oil. E ora pensate a Big Data: un termine innocente che non viene mai usato per riferirsi alle mire condivise dalle aziende tecnologiche.
Per il momento non approfondiamo l’avidità dei signori del silicio, ma quella dei settori industriali tradizionali la cui manipolazione dei fatti e l’induzione di ignoranza sono consultabili alle pagine linkate.
Nota: chi volesse approfondire viene indirizzato alla bibliografia (di questa pagina e di quelle specifiche) e a una selezione di testi la cui lettura viene consigliata.

Manipolazione dei finanziamenti alla Ricerca

L’ignoranza può essere indotta semplicemente non finanziando particolari ricerche o stornando fondi da un settore che si vuole “oscurare” ad un altro politicamente più lucroso. In quest’opera di “asfissiamento mirato” della ricerca le lobby degli industriali svolgono un ruolo preminente, ad esempio riporta Proctor (p.20):
Quando Reagan venne eletto nel 1980, i fondi federali per l’energia solare vennero azzerati. Gli studi sui semiconduttori  che interessavano le applicazioni solari vennero trasferiti all’area che studiava l’irrobustimento dei semiconduttori alle esplosioni nucleari. La ricerca sulle tecnologie solari soffrì della perdita di quei finanziamenti; l’ignoranza in questo caso risultò dalla decisione di enfatizzare i combustibili fossili rispetto alle fonti di energia rinnovabile.
 

Una proprietà emergente: l’ignoranza indotta

Il sociologo Michael Smithson (ved. bibliografia Cap.9 del libro citato) nel delineare una teoria sociale dell’ignoranza la descrive come una proprietà emergente, costruita, imposta e manipolata da agenti esterni, piuttosto che come sottoprodotto di qualche processo sociale.

In altre parole, se siamo ignoranti le cause non vanno attribuite a generici processi socio-educativi ma, prevalentemente, a specifici “soggetti culturali-economici” che hanno manovrato (e continuano a manovrare) per creare false credenze su determinate questioni.

ignoranza

Classificazione dell’ignoranza
I tre stati in cui si presenta l’ignoranza secondo Robert Proctor.
L’ignoranza indotta è lo stratagemma strategico evidenziato dal riquadro rosso. (Cliccare per ingrandire)
Ignoranza come “stato nativo”
ignoranza

I am ignorant, but I know I am

L’industria Biotecnologica Agroalimentare ha manipolato e diffuso dati scientifici falsi per negare la pericolosità per l’organismo umano di diserbanti ed erbicidi.
 L’industria petrolifera ha manipolato e diffuso per anni dati scientifici falsi per negare l’influenza dei combustibili fossili sul Riscaldamento ambientale e sul Cambiamento climatico.
 L’industria del Tabacco ha manipolato e diffuso studi scientifici falsi per negare l’incidenza del fumo (anche passivo) su diverse patologie umane tra le quali il cancro al polmone.
 L’industria farmaceutica manipola e diffonde dati scientifici falsi o fuorvianti per produrre medicinali dannosi alla salute, o per indurre la gente sana a credersi malata.

La finanza internazionale delle Banche d’affari (Goldman Sachs, JP Morgan, Morgan Stanley, etc.) è riuscita a sottrarre il potere politico ai Governi USA e UE manipolando ed esaltando le conseguenze del loro eventuale fallimento.

La razionalità richiede impegno personale!
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Socrate e l’ignoranza dei saggi
Cliccare sull’immagine per approfondire
Bibliografia (chi fa delle buone letture è meno manipolabile)

 
 
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