Disastro per il coronavirus, lotte intestine europee e colpe altrui. Prima però parliamo di noi

04 Aprile 2020
Fonte: Linkedin
Domenico Cambareri

 

 

Noi italiani.

Dai più ferventi europeisti ai più pulsionali antieuropeisti

Non ci avvediamo che continuiamo a coprire colpe e misfatti dei nostri partiti e governanti? E’ giustificabile un così acritico comportamento? Perché continuiamo a piegare la testa contro un regime che chi ha portato a questo indebitamento e a queste miserie morali? Perché non dobbiamo cacciare via un sistema politico mafioso e radicalmente antidemocratico?

Perché accusare solo gli altri e non farci carico delle nostre colpe?

Chi mai potrebbe darci credito, fiducia, se continuiamo a tenere in piedi un regime mafioso che attraverso la polverizzazione del sistema pubblico nazionale attuata con il delittuoso impianto regionalistico e con i folli sperperi ci ha portato a dilapidare per il settore pubblico quanto Germania, Francia e Spagna messe assieme?

Chi mai dovrebbe darci credito?

Fin dove possiamo spingerci con la richiesta di solidarietà? Cosa possiamo davvero aspettarci?

Per intanto, dobbiamo uscire dall’assurda partecipazione al MEs e dobbiamo riappropriarci dei nostri 120 miliardi e più di €. Una cifra che ci consentirà di accentuare in modo spedito le prime fasi della ricostruzione. Soldi nostri su cui non dobbiamo pagare neppure un euro di aggio d’interesse a nessuna banca italiana o europea. Gli aiuti tramite la Commissione Europea, con un ben più robusto bilancio finanziato dagli Stati aderenti, e la BCE attraverso l’immissione di liquidità (Quantitative Easing) già attuata da Draghi, dovranno costituire l’asse portante della concreta solidarietà. Niente MEs, anche con clausole “attenuate”.                 Nessun cappio al collo. – D.C.

 

Bene, R. B. e C. e A. e molti altri intervenuti. Quanto qui presento in rassegna sintetica, lo pubblicherò su L’Europa della Libertà www.europadellaliberta.it . I vostri cognomi saranno indicati solo con le iniziali e evito di citare per opportunità ogni altro valido intervento e suo autore.
Non avrei immaginato che ci sarebbe stata una così lunga sequela d’interventi. Ho aspettato, prima di rispondere un po’ a tutti, che la corrente si prosciugasse. Essa purtroppo si è pure spersa in troppi rivoli e battibecchi. E’ come avere scoperchiato il vaso di Pandora e averci trovato oltre alle sciagure un vero caleidoscopio del popolo italiano. Vengo al dunque. Vedo che gli italiani sono totalmente intrappolati (auto-intrappolati?) in un qualcosa di cui non vedono le reti di contenimento e corrono come bolgia dantesca or dietro questo or dietro quel vessillo e manipolo di stolidi arruffapopoli. Sono soprattutto smemorati, visceralmente impulsivi e privi di memoria e di capacità critica.
Innanzitutto, si continua a non accorgersi che si è imprigionati in un regime anticostituzionale sin dalle origini, giacché la non applicazione di due articoli fondamentali della Costituzione, quello sui partiti (su cui mai il parlamento ha emanato una legge atta a imporre trasparenza e legalità delle attività partitiche: non licet, non libet, il parlamento non ha potestà decisoria sul NON adempiere all’attuazione della norma costituzionale) e sulla personalità giuridica dei sindacati. La fisiologia del sistema politico, sindacale, economico, sociale e istituzionale del Paese è stata profondamente deviata in termini assolutamente eversivi. Ciò che si continua a indicare come democrazia è il sistema che ha realizzato il spodestamento delle istituzioni rappresentative e del popolo. Esso ha un terribile nome, che non è uno slogan “anti” da urlare allo stadio: partitocrazia.
L’accentuata, radicale e irreversibile fenomeno della fisiologia istituzionale e della sua sclerosi già a cavallo fra a gli ’60 e ‘70 venne definita in termini tecnici correttissimi da Giorgio Almirante “crisi del sistema” e non già crisi nel sistema. La sistematica azione di finanziamento illecito dei partiti e la nascita del potere non pacifico sulla piazza e di quello economico dei sindacati confederali produsse la circuitazione del metodo e della prassi concussione – corruzione e la loro ramificazione periferica a livello generale, con il coinvolgimento dei maggiori personaggi del mondo produttivo pubblico e privato.
L’eversivo e anarcoide armamentario legislativo che portò alla frantumazione dell’apparato pubblico e alla sua smisurata moltiplicazione parastatale parassitaria e criminale con la nascita delle regioni mangiatutto gettò la Nazione in mano ai predoni che accrebbero a dismisura uguaglianze appiattimenti e disuguaglianze retributive con la prosperità delle giungle selvagge, cose che ancora ampiamente perdurano. E con l’inarrestabile crescita esponenziale del debito pubblico.
Il prestito tedesco con garanzia dell’oro della Banca d’Italia, l’incontenibile e prolungato boom degli scioperi selvaggi e delle violenze sindacali e di quelle dei gruppi rivoluzionari, gli interventi esterni palesi e occulti di servizi stranieri, le stragi, la pretesa da parte dei confederali e dei magistrati apertamente militanti di volere supplire perfino i poteri legislativo e esecutivo e il rovesciamento rivoluzionario delle retribuzioni con il cono del recupero inflattivo, che arrivò a superare il 24%, costellano il lastricato di questi decenni di profonde “riforme”. A livello politico, tutto ciò fu sintetizzato nei suggelli del consociativismo e dell’arco costituzionale. I recuperi produttivi e delle esportazioni non possono però sottrarsi alla anche drastica diminuzione degli standard qualitativi. Essi peraltro vengono conseguiti sfruttando più volte la leva della svalutazione reale o camuffata della lira. Di questo strumento monetario e finanziario si farà grande e demagogico abuso. Oggi questo è stato completamente dimenticato, e, come orbi di un occhio, si preferisce continuare con la solfa della convenienza della svalutazione monetaria.
A fine anni ’90 La Malfa jr, esponente di minoranza di questa partitocrazia, ebbe il coraggio di dichiarare la falsità de bilanci statali.
Craxi, con il porre fine alla rivalutazione inflattiva dello stipendio per mezzo della scala mobile che era già diventata mensile da trimestrale e con il preparare la nascita della lira pesante, dà il segnale che la via per una svolta epocale sia possibile. Ma si ferma tutto qui. D’altronde, il suo partito, per uscire dal collo della bottiglia elettorale e poter superare il 20%, dà il via a una sfrenata e pubblica campagna di acquisti e di attività corruttive/concussive, alla stregua delle dimensioni di DC e PCI, per cui sarà, in qualità di incomodo terzo concorrente, fatto fuori. Il treno continua e continuerà a correre tuttavia all’impazzata nel deragliamento: il costo sempre più esorbitante degli apparati regionali e di quello che comincerà a crescere con non minore dismisura, la sanità (nei primi anni 2000, esso raggiungerà i 200.000 miliardi per la sanità appunto e sarà più del doppio di quello francese). La mafia della partitocrazia non vaneggia ma gongola alla grande. Come tuttora.
Si deve iniziare a prepararci alla nascita dell’UE dalla CEE. I preparativi si attuano alla grande in Italia, giacché i parametri finanziari nazionali non sono in regola con le nuove scelte. Quest’esigenza è doppiamente necessaria in quanto oggettivamente la voragine del debito pubblico si allarga senza sosta. Purtroppo, si ricorre al predominate strumento della leva bancaria. Amato, notte tempo, nel settembre del 1992, attua il colpo di mano del prelievo forzoso del 6 per mille dai ccb e dai depositi degli italiani. La lira è costretta a uscire dal sistema monetario europeo e dalle quotazioni internazionali. Verrà scambiata in nero con una perdita fra il 25% e il 30%. Lo Stato blocca ogni acquisto. Decine di migliaia di italiani, soprattutto fra gli imprenditori più dinamici e innovativi e nell’h.t. finiscono in miseria. I suicidi da addebitare a questa draconiana misura subiscono un’impennata.
Il Trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992, in preparazione dell’Ecu e poi dell’Euro, ha richiesto questi drastici provvedimenti. Ma gli italiani, sordi ciechi e ottusi, continuano a perdonare tutto agli imbrogli e alle ruberie colossali del regime, che ormai pagheremo non fino a fine XXI secolo ma ancora oltre. Almeno sette generazioni obbligate a pagare quanto è stato rubato da una parte di italiani: gli italiani del regime della partitocrazia mafiosa.
Nel contesto di quegli anni cupi, ancora oggi chiedo perché mai presidente del consiglio, ministri degli esteri e della difesa non si fossero mossi per la salvaguardia della Repubblica e del Popolo Italiano ordinando provvedimenti eccezionali contro lo speculatore George Soros, un grande criminale internazionale.                                                                                                                                                                                           Ritengo a chiare lettere che, nell’autonomo esercizio della difesa della Nazione, della sua finanza, della sua economia, l’Autorità per la Sicurezza Nazionale, ossia il capo dei servizio segreto militare, aveva il dovere di porre in essere azioni atte a neutralizzare le operazioni di questo ‘criminale’, senza neppure dovere richiedere l’avvallo dei servizi di USA e UK .
Una pagina ancora senza risposte, un’altra pagina ancora buia nella storia del nostro Paese, che dovette subire dai potentati finanziario-industriali degli “alleati”, altresì coalizzati, mostruose pressioni per avviare dismissioni e privatizzazioni selvagge di azienda con capitale pubblico e la privatizzazione della Banca d’Italia.
Senza porre davanti alla propria mente obbligatoriamente questi antecedenti e i successivi relativi alle ulteriori attività predonesche della finanza tossica di USA, UK, De, Fr etc. dal crollo degli hedge fund ad oggi (e al nuovo via libera di fatto dato da Trump con l’avere depenalizzato il quid del loro modus operandi); senza porre davanti ai nostri occhi le immense e infinite inadempienze, omissioni, incapacità, colpe dei nostri governanti e con il volercela prendere sempre con tedeschi francesi inglesi e olandesi non concluderemo e non costruiremo mai niente di positivo. Staremo ancora a correre come matti dietro degli scavezzacollo.
In ultimo, un nuovo prelievo forzoso dei ccb è un elemento non esclusivo ma concorrente però iniquo perché i grandi ricchi detengono all’estero e quelli del palazzo prelevano anzitempo (precedente di Amato).
In conclusione e in primis. Liberarci della partitocrazia.                                                                                                    Bisogna spazzare via la partitocrazia.
Come?                                                                                                                                                                            
Cordialità a tutti.