ONU e EUROPA: riforme, integrazioni e sovranità. Politica, strategia e offerte di Macron.

12 Ottobre 2020 Fonti: Wikipedia, Rivista Marittima e varie Autore: Domenico Cambareri

Paracadutisti della Folgore

RETROSPETTIVE E VISIONI D’ATTUALITA’ PRESENTE E FUTURA Sintesi di alcune priorità di una global vision geopolitica con le cui strategie diplomatiche, militari e economiche si potrebbero sostanziare le opzioni delle linee di politica internazionale italiane in sinergia con quelle europee, in particolare su: riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, integrazione della Difesa europea, rifornimenti energetici, ruolo comprimario dell’UE nel processo di contenimento delle minacce e degli squilibri asimmetrici e di urgente affermazione dei processi di pacificazione nei vitali contesti della sicurezza eufrasica (area caspico-transcaucasica, Vicino Oriente Mediterraneo – Golfo Persico, fascia afro-mediterranea e contigua area transahariana).

Il presente scritto contiene un incrocio di piccoli riferimenti autobiografici.

Ho appreso della morte di Giorgio Giorgerini, avvenuta lo scorso fine agosto, per caso da un articolo del quotidiano “Il Tirreno“, sfogliato su Google. Alcuni anni prima, nel 2013, avevo appreso, già diverso tempo dopo, della scomparsa di un altro eccellente navalista, Alberto Santoni: del pari colgo l’appropriata opportunità per ricordarlo in queste brevi righe come finissimo studioso di strategia e delle vicende belliche nazionali, comprese quelle relative alle più problematiche e importanti querelle sulla conduzione della seconda guerra mondiale, alla luce del materiale storico conosciuto e di quello via via de-secretato dai vincitori.

Ho conosciuto questi due autori sin dall’inizio, esclusivamente e innanzitutto attraverso i contributi da loro offerti alla Rivista Marittima e a delle loro opere. Così come i contributi dell’ammiraglio Iachino (ad es. il brillante saggio sul rapporto spazio/tempo nella battaglia navale franco-britannica di Abukir, in cui Nelson distrusse il grosso dei vascelli della flotta napoleonica, da lui scritto innanzitutto per l’Accademia dei Lincei) e di altri prestigiosi studiosi che in alcune occasioni meritatamente ho avuto la possibilità di citare in qualche articolo. Devo aggiungere ancora che ho appreso della morte dell’insuperabile fotografo e disegnatore Augusto Nani proprio in questa circostanza, con le ricerche che sto svolgendo via internet. Ricordo che ero giovanissimo quando ebbi fra le mani il numero doppio di luglio – agosto della Rivista Marittima del 1967, che mi era stato portato in dono da un mio compago di Liceo. Dall’anno successivo, il 1968, mi sarei abbonato alla Rivista: frequentavo il terzo Liceo Scientifico. Qualche anno ancora e … anziché iscrivermi alla Lega Navale, mentre frequentavo la Facoltà di Filosofia ed ero soggetto a frequentissimi agguati perpetrati da violenti e violentissimi giovinastri dei più diversi gruppi della sinistra e dell’ultrasinistra e all’emarginazione culturale e civile messa in atto da parte di diversi professori e assistenti, sarei andato a conseguire il brevetto di paracadutista sportivo all’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, sezione di Catania (per una serie di diversi motivi, questo sarebbe rimasto purtroppo un brevissimo splendido incipit senza un seguito, con l’immortale emblema della Folgore che mai mi ha abbandonato: l’ultimo lancio, che fu pure il primo e l’ultimo a mare, lo effettuai il 29 giugno del 1984 a Mondello, il giorno antecedente al mio compleanno, in uno scenario a dire poco splendido e indimenticabile; per gli analoghi motivi, interruppi la frequenza della palestra del maestro karateka Grasso). Già allora, mi ero dovuto trasferire all’Università di Palermo per sottrarmi ai reiterati tentativi di pestaggio e di linciaggio. Mi recavo a Palermo, andavo a dormire in qualche albergo del centro e via … Qualche mese dopo partivo poi per il servizio di leva, ma mi fermo qui, sperando di avere un’ulteriore possibilità per dare altre informazioni biografiche cronologicamente riferite fino al termine del servizio di leva svolto sotto il primo governo dell’ “arco costituzionale” e al conseguimento della laurea).

Questo abbonamento alla Rivista Marittima, sempre rinnovato, dura dunque da allora, cioè da 52 anni. L’anno successivo, mio padre mi avrebbe consentito di acquistare, assieme ad altre opere e riviste di carattere storico-militare e dell’attualità diplomatica e strategica internazionale, il prestigioso e apprezzato a livello internazionale Almanacco Navale 1968 -1969 (717 pagine), autori Giorgio Giorgerini e Augusto Nani, edito dalla Rivista Marittima, con la rassegna di tutte le unità delle marine da guerra del mondo, dei loro velivoli e delle loro armi e con l’introduzione che presentava l’analisi delle linee di sviluppo e dei programmi delle maggiori marine e di quant’altro degno di nota. Mi ritrovo poi ancora, oggi, cresciuti via via in quantità di pagine, quello del 1981 – 82, con 790 pagine) e del 1997 -98 (ben 1117 pagine, cresciuto anche di formato), e con i prezzi di vendita cresciuto più che smisuratamente, sempre curati da Giorgio Giorgerini e da Augusto Nani e editi dall’Istituto Geografico della Marina. Erano gli albori della missilistica anti-naviglio, segnati dal clamoroso affondamento del vecchio cacciatorpediniere israeliano da parte di motovedette egiziane classe sovietica Osa, ancorate al sicuro in porto..

Oggi, invece, sappiamo che in Italia non si edita più alcun Almanacco Navale che passi in rassegna le flotte da guerra di tutte le Nazioni, per cui studiosi, storici, politici, giornalisti (i pochi più o meno seri, perché in queste categorie regna una condizione di generalizzato, persistente, ben coltivato e rozzamente offensivo analfabetismo) e, in primis, la Marina Militare per i suoi ufficiali al comando delle unità navali e gli Stati Maggiori e gli uffici competenti di Presidenza del Consiglio, Difesa e Esteri e i centri di alti studi della difesa e della diplomazia e dell’economia e le scuole di guerra, consiglieri militari e ambasciatori e addetti militari si devono rivolgere alle pubblicazioni straniere, ad iniziare dal Janes londinese, il “The trusted source for defence intelligence – Unrivalled defence and security analysis – Military platforms – Threat intelligence – Industry awareness…” per finire con l’Istituto Internazionale di Ricerca per il Disarmo di Stoccolma

Fatto davvero incredibile sul come in una Nazione in cui vengono dilapidate montagne di risorse monetarie nei modi più folli da un regime partitocratico totalmente incostituzionale e anticostituzionale non si trovino delle così più che esigue, microscopiche risorse per fare continuare ad altri studiosi ed esperti questa meritoria opera che agli inizi degli anni sessanta era stata ripresa da Giorgio Giorgerini e Augusto Nani.

Fatto davvero increscioso, incredibile, ingiustificabile, di nichilistica distruzione delle professionalità e del prestigio che, nonostante tutto, ci spettano ovunque. Ritengo che Presidenti e Amministratori Delegati di CDP, Eni, Saipem, Enel, Leonardo ex Finmeccanica, Fincantieri, Elettronica, Intermarine debbano costituire senza battere ciglio un fondo di finanziamento per lo sviluppo, la stampa e la commercializzazione dell’Almanacco Navale e di titoli strettamente collegati alla presenza nazionale nei contesti e nei mercati internazionali tecnologicamente e culturalmente più avanzati.

Tale fondo andrebbe affidato a un ristretto comitato, in cui dovrebbe esserci la presenza di tre ufficiali designati dagli Uffici Storici delle tre Forze Armate e di tre designati dai competenti responsabili del Segretariato degli armamenti. La scelta degli autori e curatori delle opere spetterebbe a un ufficiale superiore designato direttamente da ciascun Capo di S.M. Nulla di macchinoso e tutto il più possibile trasparente, articolato, bilanciato e non cumulato. Stampa e commercializzazione, ai fini della massima articolazione della diffusione di mercato e del contenimento delle spese, dovrebbero essere collettanea fra i CATALOGHI di: Uffici Storici, Istituto Idrografico della Marina, Liberia dello Stato, RAI, con la diretta diffusione dei portali di PdC, MAECI, MISE, MIUR (Ministero della Cultura nazionale), MEF, MIT.

Infine, desidero ricordare alcuni dei più classici contributi di Giorgio Giorgerini e Riccardo Nassigh sulle peculiarità, esigenze e urgenze della Marina Militare atte a soddisfare la sicurezza e sopravvivenza dei rifornimenti via mare, essenziali per il Paese nel caso di gravi crisi internazionali, e quindi sui cardini centrali della geopolitica della marittimità italiana. In particolare, se non erro, l’ultimo specifico, pregevole loro contributo, edito dalla R.M. del maggio 2004 (in fascicolo allegato, pp. 80), CARATTERI MARITTIMI DI UNA STRATEGIA GLOBALE

ITALIANA 2000 – 2030. Le analisi e le prospettive presentate dai due autori, assieme alla terza firma di questo studio, Pier Paolo Ramoino, costituirono per me ulteriore materiale di serrato e sereno confronto con le idee che stavo elaborando sin già da prima di quel periodo su queste stesse tematiche (anche quando non in condivisione con i tre autori) e su altre direttamente attinenti alla stesura di un programma di conduzione geopolitica globale, e quindi diplomatica, economica e militare nazionale, dopo il termine delle cinquantennali clausole del “Trattato di Pace”, in modo specifico a partire dal 1998. Cose che avrei dovuto solo scrivere per intero nero su bianco.

Fra diverse note scritte e sviluppi delle riflessioni, avevo già in memoria come un libro aperto l’articolazione dei paragrafi e dei contenuti dettagliati del piccolo saggio. Fra di esse, qui desidero citare l’idea di dotare la futura Unione Europea di una squadra di portaerei medio-pesanti (Regno Unito, Francia e Italia due ciascuna, Germania e Spagna una ciascuna) con l’imbarco su quelle d’Italia, Germania e Spagna di linee operative ridotte basate su varianti del nuovo caccia EFA, con la possibilità d’imbarcare velivoli delle Marine di altri Paesi sprovviste di portaerei, come quella olandese, in grado di costituire la punta di diamante della futura proiezione oceanica autonoma e integrata dell’Europa Unita, nella doppia cornice di Difesa UE e NATO. L’Italia avrebbe dovuto accedere alla produzione di quattro sottomarini nucleari hunter killer (d’attacco), mentre Francia e Regno Unito avrebbero conservato l’esclusività dei sottomarini nucleari lanciamissili balistici, sganciando progressivamente Londra dalla precedente storia della sua voluta, totale dipendenza tecnologica dagli USA.

Ho richiamato questa mia elaborazione di proposta in un articolo in cui esplicitavo questa antecedenza ideativa rispetto a quella molto recente e obliqua lanciata per bocca della delfina di Angela Merkel oltre quindici anni dopo la mia. Tuttavia, finora non ho avuto la possibilità di onorare questa promessa. Diversi punti e spunti di carattere geopolitico e strategico delle linee elaborate si possono ritrovare, considerata da parte mia la conferma dell’ulteriore validità di quanto concepito, nei miei diversi articoli di politica estera e di difesa, in particolare in quelli fra il 2004 e il 2016. Purtroppo, la MCS di cui soffro da ben oltre venti anni, ha inciso profondamente nel ridurre drasticamente se non polverizzato le mie energie, per cui non mi è stato mai possibile attuare e svolgere un programma sistematico di scritti di un certo respiro in nessun campo, ad eccezione del poema filosofico del 1999 dedicato a Ernst Junger (Armando Editore).

Mi fa piacere e mi onoro qui di ricordare le mie esplicite e ben sottolineate perplessità e contrarietà in merito alle gravi inadeguatezze delle caratteristiche progettuali e operative della nave per operazioni anfibie Trieste (acronimi internazionali: LPD/LHD), pubblicate nel 2014, che poi richiamavo successivamente, anche al varo della nuova unità. Chi fra i lettori lo desidera, potrà leggere in particolare: Energia e sicurezza. Le impellenze sottaciute. D’Italia e d’Europa, del 4 maggio 2014 e Difesa, protezione civile, industria e lavoro: quali nuove navi deve costruire la Marina, e perché?, del 2 marzo 2014. L’alternativa di massima da me indicata veniva telepaticamente raccolta dai responsabili del progetto, il quale quasi subito subiva l’adeguata ricalibratura al fine di raggiungere la massima ottimizzazione rispetto al conformato profilo d’impiego (nel dire che veniva raccolta telepaticamente, sto celiando: indubbiamente l’ufficio progetti aveva nel cassetto già quanto da me scritto, lo ritengo una cosa scontata; faccio rilevare in pari tempo solo che non mi risulta che altri abbiano pubblicamente mosso e motivato questi fondamentali rilievi).

LHD /LPD Nave per operzioni anfibie Trieste

L’altro punto riguardava la spinosissima questione della riforma al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, rimasta lettera morta fino ad oggi. La mia posizione mirava a bloccare l’inconcludente linea perseguita dai governi italiani e a dare spazio a incisive riforme adeguate ad improntarsi sulla profonda trasformazione planetaria, con il modificare l’assise in un consesso di 25 Nazioni, con l’ingresso di Germania, Giappone, Italia, India, Persia, Egitto, Brasile in qualità di nuovi Stati componenti di diritto e con i rimanenti elettivi.

Una tale linea, avrebbe compattato probabilmente la maggioranza delle Nazioni, ma avrebbe altresì visto muoverle guerra dagli attuali di ieri e di oggi cinque Paesi in qualità di componenti permanenti con diritto di veto, in particolare da USA, Cina, Regno Unito e Francia. Ritenevo e ritengo che solo la Russia avrebbe avuto e avrebbe interesse a condurre una politica meno reattiva. Ritengo che la mia proposta aveva altresì dei punti deboli su cui si sarebbero diretti gli strali di Turchia, Pakistan, Sud Africa, Messico, Argentina, Arabia Saudita, Nigeria.

Ponte TuneIt ORESUND (ANSAMed)
Progetto dell’Ing. Arch. Enzo Siviero

Ponte TuneIt ORESUND
(ANSAMed)

Un ponte tra Sicilia e Tunisia, il sogno di Enzo Siviero - Trasporti -  ANSAMed.it

Ponte TuneIt ORESUND (ANSAMed)

Questa mia proposta (che aveva ulteriori minori articolazioni) si scontrava però con l’altra che perseguivo, e cioè di spendere le migliori energie dei Paesi dell’UE ai fini del perseguimento di un obiettivo ben superiore, per di più in buona e ulteriormente perfezionabile sintonia con quanto ho qui poco sopra ricordato, a proposito della creazione di una difesa integrata europea, quindi innanzitutto comune (sempre osteggiata da Francia e Regno Unito, fino ad oggi). Questa ulteriore e superiore proposta, sempre nell’ambito della giusta tutela degli interessi sia italiani sia di ogni singolo Paese dell’UE e sempre nell’ambito di una più incisiva riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, avrebbe dovuto e dovrebbe far sedere esclusivamente l’Unione Europea nel consesso, e non più Regno Unito e Francia e poi ancora Germania e Italia.

fine anni ’50 – primi anni ’60: progetto mai realizzato del sottomarino nucleare Guglielmo Marconi

Il considerare e riconsiderare sotto diverse angolazioni questi sviluppi tematici e i loro nodi, alla luce delle ininterrotte coeve schermaglie diplomatiche, compreso quello di costituire il Consiglio di Sicurezza riformato sulla base partecipativa delle potenze nucleari non militari (e, ovviamente, militari ufficiali e non ufficiali), con la sola eccezione di Israele, che sarebbe stato destinato a una obbligatoria denuclearizzazione industriale e bellica (assieme alla denuclearizzazione del Mediterraneo, cioè con il ritiro dei missili e proiettili a testata nucleare dispiegati, ad eccezione di quelli neutronici) e posto sotto diretta tutela per la sua difesa nucleare congiunta da parte di Russia e Europa, con la supervisione di un apposito board del Consiglio di Sicurezza a guida USA, mi portò a far soprassedere dall’ulteriore organizzazione di un convegno da parte di Gino Ragno con la promozione dell’Associazione per l’Amicizia Italo-germanica e con la partecipazione di diversi ambasciatori, ad iniziare da alcuni che avevano prestato servizio all’ONU e alla NATO. Diretti echi di queste problematiche sono presenti in alcuni miei articoli, pubblicati pure sul Notiziario Italo-germanico e in particolare ne mio intervento di chiusura del convegno di Assitaliagermania con i rappresentati diplomatici dei Paesi dell’Europa centro-orientale diventati nuovi componenti dell’UE, svolto nell’aula della Camera dei Deputati di Palazzo Marini nel 2004. Di poi, il frequente peggioramento delle mie condizioni di salute e di quelle di Gino Ragno, e poi la sua morte (novembre 2009), posero uno stop prolungato a mie pubblicazioni su questa materia.

Brú na Bóinne - Wikipedia
Newgrange, Irlanda

Lo sviluppo dato dai sodali e da me allo storico Premio Capo Circeo (fondato da Gino Ragno), nella nuova veste di Premio Europeo Capo Circeo, ha fornito solide e chiare indicazioni sui principi e sugli obiettivi che ponevamo e poniamo come benauguranti promotori dell’integrazione europea e anzi, nel connettersi direttamente con quanto avevo avviato già fra fine secolo scorso e inizio del nuovo in proposito, formulando la visione di EUFRASIA, rende più comprensibile il passaggio intermedio vissuto dal Premio, diventato, su mia diretta sollecitazione, da Premio prevalentemente italo-germanico, un Premio italo-germanico della e nella nuova Europa.

Infine, la definitiva empasse e il blocco imposto dagli USA alla riforma del Consiglio di Sicurezza, congelavano sine die i vantaggi esclusivi e davvero banditeschi di cui continuano a godere i cinque componenti permanenti. Basti pensare al ‘bieco egemonismo’ del monopolio tecnologico e industriale esercitato dalle potenze nucleari occidentali in merito alla ri-fertilizzazione dell’uranio destinato alle centrali elettriche.

Messina: il ponte che sarà costruito quanto prima o cadranno finalmente tante, tante teste d’infami?

L’ancora recente proposta dell’asse franco-tedesco del Presidente Macron, su questo terreno, con l’allettare Berlino con il seggio permanente nel “riformato” Consiglio di Sicurezza, costituisce invece un errore politico di enorme portata e un concreto attacco all’esistenza stessa dell’UE .

La profferta di Macron agli europei di aprire la difesa nucleare francese a tutta l’Unione rappresenta un del tutto inadeguato, contraddittorio e assurdo bilanciamento rispetto allo sbilanciamento diplomatico, geopolitico e strategico di un’Europa totalmente declassata all’ONU, dove rimarrebbe una subalterna, impalpabile entità asservita agli interessi egoistici dei governi di Regno Unito (pure oggi, con il suo exit), Francia e … Germania. Cosa letteralmente assurda. Inoltre non dimentichiamo tre cose: 1. i governi e l’economia francesi non potranno continuare a sostenere per molti anni ancora l’enorme spesa richiesta dall’operatività, dagli ammodernamenti e dalla r&s degli armamenti nucleari di cui dispongono: sono in panne già adesso; 2. i governi francesi, con uno sciagurato sciovinismo e con deprecabili comportamenti, hanno sempre osteggiato, sabotato nel corso dei decenni ogni progetto italiano di dotarsi di unità navali a propulsione nucleare, perfino venendo meno ai patti per fornirci l’uranio occorrente al reattore; 3. così come per il presunto esercito europeo a guida francese, è da chiedere a Macron ai suoi ambasciatori generali ammiragli e capitani d’impresa e ai capi dei partiti: previo congruo “indennizzo” finanziario e industriale pluridecennale e salvaguardia esclusiva dei brevetti di una parte della tecnologia, la difesa nucleare europea rimarrebbe appannaggio di Parigi o diventerebbe uno strumento difensivo nelle mani del futuro potere politico dell’Unione? Finora, Macron non ha fornito il benché minimo dettaglio su questi aspetti cruciali della sua proposta.

L’irrilevanza politica italiana nel consesso europeo l’ho da tempo spiegata non con escamotage fantasiosi ma con il reale motivo: la subalternità psicologica e politica e il ridicolo europeismo ostentato dai nostri rappresentanti sono stati sempre giustificati al fine di ottenere il consenso e il placet al loro governo. L’unico capo di governo fatto fuori con manovre di palazzo italiane e europee e con sporchi accordi occulti fra magistrati e giornalisti, Berlusconi, era il più convinto europeista e il minore adulatore e lacchè dei governi di Parigi e Berlino. Tutto ciò non potrà mai sottrarre in alcun modo le responsabilità dei governi di Parigi e di Berlino e, ancora prima e sorattutto, i loro partiti di riferimento: il partito popolare europeo e il partito socialista europeo, per l’avere coperto a oltranza i misfatti dei comunisti italiani tali e quali rimasti dietro il dietrologico “postcomunisti” e i loro molteplici concubini della corruzione e dello sfascio di un’economia, di un sistema educativo, di una giustizia, di una difesa, di un apparato pubblico.

Il problema dell’egemonismo franco-tedesco ha fatto e fa quasi da contraltare alla cronica e intrinseca debolezza del regime partitocratico italiano, che mai è riuscito a elaborare una coerente, valida e duratura linea di politica estera e mai è riuscito a fornire ai partner comunitari la fondamentale garanzia di stabilità e continuità di governo e di attività legislativa delle camere, ambedue consone con i principi costituzionali e non improntate a paludate o declamate e persistenti logiche eversive. Logiche eversive geneticamente ereditate dai governi del centrosinistra, esplose con i governi nati sotto l’egida del cosiddetto arco costituzionale che portò il Paese sotto il tallone del Partito Comunista, nel sangue e nei fatti rimasto purtroppo filosovietico, e, infine, nella dalemiana rielaborazione aggiornata del partito pesante e della compromissione ideologica con il modello capitalista (governo DABABE), ideate e attuate entro lo schema ultra dirigistico del consociativismo di regime, in cui perfino le sponde parlamentari opposte entravano ad usufruire dei benefici eversivi e si facevano fagocitare nella creazione di un impianto dell’apparato pubblico e delle sue retribuzioni completamente rovinoso, mafioso, scellerato.

Timgad - Wikipedia
Timgad, Algeria

La reale assenza di interlocutori italiani credibili ha accentuato la destabilizzazione e la deriva franco-tedesca in seno comunitario anche perché il governo inglese, incapace tanto di potersi convertire a una sincera e convinta adesione ai principi comunitari quanto di potere mettere a segno ulteriori privilegi su cui puntava con il si per la sua ulteriore permanenza nell’UE, decideva di uscire. E’ cosa indubbia che il desiderato e auspicato superamento della maggioranza assoluta nel meccanismo decisionale dell’UE (che così per tanto tempo ci ha paralizzato), che avverrà fra non molto, aprirà, per l’altro verso, nuovi capitoli di attriti e nuove possibili falle, giacché il duopolio franco-tedesco avrà più facilità d’imporsi a causa della reale irrilevanza e perciò assenza politica italiana.

Soltanto se se se … i governi di Spagna e di Polonia dovessero fare sistematica azione d’opposizione, in accordo con quello italiano di turno, ci potrebbe essere spazio per un’azione di mediazione e di riequilibrio. In un consorzio di Nazioni di così diversi fattori pimari (a iniziare da popolazioni e superfici), è ulteriormente impossibile parlare di uguaglianza (e di diritto di veto), giacché essa esplicitamente afferma la più iniqua disuguaglianza delle realtà e delle responsabilità politiche. Dovremmo iniziare a esprimerci in termini equitativi, ossia riuscire a creare sul piano normativo un’equilibrata e efficiente rete di rapporti e di conversioni in cui il “peso” formale di Lussemburgo, Slovacchia o Lituania, per esempio, nelle decisioni comunitarie da assumere da parte dei capi di Stato e di governo o dei ministri non possa essere più reso del tutto pari a quello di Polonia o Spagna o Ungheria, sempre per esempio (colpa dell’ipocrisia di questa democrazia pseudogiacobina è il fatto che nei corridoi … le cose funzionano da sempre in ben altro modo). E’ naturale che questo problema non sussiste in seno al Parlamento europeo, ma la cosa è irrilevante quanto è (quasi) irrilevante l’esistenza di un Parlamento europeo privo di potere decisionale. Il Rubicone sarà da varcare, è da varcare. Quando accadrà dunque che si approderà a una Costituzione europea in cui il Consiglio dei Capi di Stato e di governo non sarà più il centro della paralisi del sistema comunitario e in cui lo sciovinismo di Parigi sarà definitivamente piegato per volontà stessa del popolo francese?

Soltanto intraprendendo questa strada quanto prima, con determinazione lucida e coraggiosa, potremo avviarci alla creazione di EUFRASIA. Dall’Atlantico ai confini con la Cina, dal Sahara centrale alla Terra Verde dei ghiacci dell’estremo Nord artico che fronteggia il Canada, mentre oggi tutti questi limes sono diventati roventi e pericolosamente incerti.. EUFRASIA.

Newgrange, Irlanda, particolare

Addenda

Primavera 2003: un mese intenso di attività a 360° di Gino Ragno e Assitaliagermania

PUBBLICATO IL 15 OTTOBRE 2013 L’Europa dellaLibertà

15 Ottobre 2013
Fonte Parvapolis
(15 Giugno 2003)
Archivio

Le moteplici attività di Assitaliagermania  e del suo infaticabile fondatore e aggregatore

gino ragno intervistato da parvapoli, untitled
Sintesi: 
– 17 giugno, alle ore 17,45, nella magnifica sala della Camera dei Deputati di Palazzo Marini (Via del Pozzetto 158 – angolo di Piazza San Silvestro)  sarà celebrata l’eroica RIVOLTA OPERAIA di BERLINO EST  e 287 città e villaggi della Germania Orientale contro l’occupazione sovietica.  relatori ufficiali l’ex ministro degli esteri Gianni De Michelis, l’ultimo ambasciatore d’Italia a Berlino est, Alberto Indelicato, il dr. Gino Ragno, il dr. Genza Mihaily, Presidente degli studenti combattenti di Budapest, il dr. Heinz Joachim Fischer, accreditato giornalista tedesco a Roma e  per  la FAZ e testimone della rivolta berlinese;
– cena di gala in onore dell’insigne storico del revisionismo, delle ideologie e del ‘900 Ernst Nolte. L’insigne studioso ha anche festeggiato in Italia il suo 80° compleanno ospite a Milano di altri amici e di altri convegni. Egli è stato accolto a Roma,  (ospite del Presidente del Senato della Repubblica, sen. prof. Pera, perla Lectio Magistralis al Senato della Repubblica), nei saloni del  “Tevere Remo,”, il circolo canottieri più antico e prestigioso della capitale, dal segretario generale Gino Ragno, dal  filosofo e nostro editorialista prof. Domenico Cambareri,  e da una ristrettissima cerchia di  estimatori e amici, come gli onorevoli Giulio Maceratini e Gennaro Malgieri, l’antropologa prof. Cecilia Gatto Trocchi (anche costoro premiati in passate edizioni con il Capo Circeo) , il direttore generale Dr. Carlo Sgandurra.
– diretta partecipazione dell’Associazione alla Borsa Internazionale del Turismo di Berlino con un’edizione speciale bilingue del suo notiziario  dedicato simpaticamente a “Latium uber alles”.
 – nel mese di maggio, nella Sala delle Bandiere di Palazzo Valentini a Roma, è stata presentata e dibattuta l’opera dello scrittore Giuseppe A. Sapadaro  “L’equivoco della liberaldemocrazia”; Pellicani editore, (del quale Parvapolis ebbe a presentare un’anteprima nella conferenza dello scorso anno), con Giano Accame e Domenico Cambareri, moderatore Gino Ragno.
 – consegna all’ambasciaore russo Spaskji del Premio Capo Circeo per il Presidente russo Vladmir Putin.
Fra gli impegni di questi ultimi mesi dell’attivissima Associazione per l’Amicizia Italo-germanica di Roma e del suo segretario, dr. Gino Ragno, vi sono stati l’assegnazione dell’ambitissimo Premio internazionale “Capo Circeo” al presidente russo Putin, consegnato durante una cerimonia  alla Cancelleria dell’ambasciata russa all’ambasciatore, Spaskji Alla cerimonia, con il dr. Gino Ragno, era presente il prof.  Domenico Cambareri, quale componente della Commissione del Premio. Vi sono quindi state una molteplicità di incontri,  di confererenze,  dibattiti di natura culturale, politico-istituzionale, sociale e storica, accolti anche nelle sale della Camera dei Deputati, oltre alla diretta partecipazione dell’Associazione alla Borsa Internazionale del Turismo di Berlino con un’edizione speciale bilingue del suo notiziario  dedicato simpaticamente a “Latium uber alles”. Fra i recenti appuntamenti svolti, segnaliamo per brevità la cena di gala in onore dell’insigne storico del revisionismo, delle ideologie e del ‘900 Ernst Nolte. L’insigne studioso ha anche festeggiato in Italia il suo 80° compleanno ospite a Milano di altri amici e di altri convegni. Egli è stato accolto a Roma,  (ospite del Presidente del Senato della Repubblica, sen. prof. Pera), nei saloni del  “Tevere Remo,”, il circolo canottieri più antico e prestigioso della capitale, dal segretario generale Gino Ragno, dal  filosofo e nostro editorialista prof. Domenico Cambareri,  e da una ristrettissima cerchia di  estimatori e amici, come gli onorevoli Giulio Maceratini e Gennaro Malgieri, l’antropologa prof. Cecilia Gatto Trocchi (anche costoro premiati in passate edizioni con il Capo Circeo come Ernst Nolte e Domenico Cambareri), il direttore generale Dr. Carlo Sgandurra. Nel mese di maggio, nella Sala delle Bandiere di Palazzo Valentini a Roma, è stata presentata e dibattuta l’opera dello scrittore Giuseppe A. Sapadaro  “L’equivoco della liberaldemocrazia”; Pellicani editore, (del quale Parvapolis ebbe a presentare un’anteprima nella conferenza dello scorso anno), con Giano Accame e Domenico Cambareri, moderatore Gino Ragno.
Infine, domani, 17 giugno, alle ore 17,45, nella magnifica sala della Camera dei Deputati di Palazzo Marini (Via del Pozzetto 158 – angolo di Piazza San Silvestro)  sarà celebrata l’eroica RIVOLTA OPERAIA di BERLINO EST  e 287 città e villaggi della Germania Orientale contro l’occupazione sovietica. Alla manifestazione, alla quale hanno dato la loro adesione i ministri Gasparri e Alemanno, il viceministro Urso, il presidente della Regione Lazio Storace e molti altri esponenti delle istituzioni e della politica, avrà come relatori ufficiali l’ex ministro degli esteri Gianni De Michelis, l’ultimo ambasciatore d’Italia a Berlino est, Alberto Indelicato, il dr. Gino Ragno, il dr. Genza Mihaily, Presidente degli studenti combattenti di Budapest, il dr. Heinz Joachim Fischer, accreditato giornalista tedesco a Roma e  per  la FAZ e testimone della rivolta berlinese. Saranno proietta anche scene tratte dal documentario “La caduta del muro di Berlino”. Per gli uomini, l’ingresso è riservato esclusivamente a quanti indossano giacca e cravatta.
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ROMA. CONVEGNO CON I DIPLOMATICI DEI NUOVI PAESI … www.europadellaliberta.it › 2008/10/12 › roma-conveg… 27 maggio 2004

  1. — Domenico Cambareri ha chiuso i lavori. … svoltosi nella sala di Palazzo Marini della Camera dei Deputati, ha conseguito …

L’Italia e l’Europa nella nuova strategia di sicurezza – Parvapolis

www.parvapolis.it › politica › litalia-e-leuropa-nella-nuov…6 mag 2009 — L’Associazione Amici delle Forze Armate presenterà nella giornata di giovedì 7 … presso la Sala delle Colonne di Palazzo MariniCamera dei Deputati, in via Poli … , politologo Europa della Libertà; l’ing.

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Giorgio Giorgerini (Castelnuovo di Garfagnana31 maggio 1931 – Milano27 agosto 2020[1]) è stato un giornalistascrittore e storico italiano, autore di numerosi libri di storia e politica navale, curatore di Storia della Marina 1805-2000 edita in 11 volumi da Fabbri editore nel 1978, e insieme ad Augusto Nani, delle serie biennale, edita dall’Istituto idrografico della Marina, dei volumi Almanacco navale ,[2] una rassegna tecnico–operativa di tutte le Marine del mondo, pubblicata dal 1962 al 2010 in 24 volumi.

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Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Castelnuovo di Garfagnana (provincia di Lucca) il 31 maggio 1931.[3] Ancora studente liceale, iniziò a scrivere articoli per il periodico Mare della Lega navale italiana e, dall’aprile 1949, iniziò la collaborazione con Il Tirreno che pubblicò, quale suo primo intervento, un articolo intitolato “L’impiego delle portaerei e la Marina Italiana”, le cui conclusioni evidenziavano la necessità per la nuova Marina di disporre di un’Aviazione Navale e di navi portaerei. L’attività giornalistica proseguì con interventi sul quotidiano Nazione Sera di Firenze e, dal 1957, sulla nuova rivista Le Vie del MareLaureatosi in scienze politiche ed economiche presso l’Università degli Studi di Genova[2] dove per un biennio è stato assistente alla cattedra di Storia delle Dottrine Politiche, lavorò come dirigente industriale, prima a Genova in Shell, poi a Milano[2] in Faema e Nestlé. Fu docente e conferenziere di strategia e dottrine navali presso l’Università degli Studi di Milano[2] e quella di Genova, all’Istituto alti studi per la difesa (I/CASD), all’Istituto di studi militari marittimi (ex IGM) che nel 1991 gli conferì il Distintivo d’Onore per i suoi trent’anni d’insegnamento di scienza dell’organizzazione e di strategia marittima, all’Istituto superiore di stato maggiore interforze (ISSMI), all’Istituto Diplomatico, collaboratore del CEMISS (Centro militare di studi strategici) quale analista e direttore di ricerca.[4] Ha ricoperto incarichi in seno a organizzazioni internazionali per la difesa e la sicurezza (ONU, NATO, UE, 5 + 5 Mediterranean Conference). In qualità di esperto in strategia e politica della difesa e della sicurezza gli sono stati assegnati incarichi nella NATO e nell’ONU.[3] In sede di Comitato NATO per la Pianificazione delle forze, nel 1991 è stato relatore per la ristrutturazione delle forze navali NATO.[3]

Ufficiale delle riserva della Marina Militare Italiana con il grado di primo tenente di vascello, già nel 1955 fu chiamato dall’ammiraglio Giuseppe Fioravanzo a collaborare alla Rivista marittima,[2] dal 1960 fu poi collaboratore dell’Ufficio Storico della Marina Militare,[2] e poi della rivista Storia Militare fin dalla sua fondazione, nel 1993. Autore di numerose pubblicazioni di storia e politica navale, tra cui Storia della Marina 1805-2000 edita in 10 volumi da Fabbri editore nel 1978,[2] e la serie biennale, edita dall’Istituto idrografico della Marina, dei volumi Almanacco navale con Augusto Nani,[2] una rassegna tecnico–operativa di tutte le Marine del mondo, pubblicata dal 1962 al 2010, 50 anni e 24 volumi.[4] Presidente dell’Unione nazionale dei giornalisti e scrittori del mare (UGIM),[2] fu insignito di due premi letterari, Una vita dedicata al mare nel 2000 da parte dell’Ordine Militare dei Cavalieri di Santo Stefano e dell’Università di Pisa; e il secondo nel 2007 con il premio San Remo, datogli in riconoscimento del suo contributo, durato circa 60 anni, alla diffusione della cultura navale.[4] Nel 2015 è stato insignito della Medaglia d’argento al merito di marina per il contributo dato agli studi navali e al sostegno dato alla Forza Armata.[4] Nel 2019 l’Associazione nazionale marinai d’Italia gli ha conferito il titolo di Comandante. Si è spento a Milano il 27 agosto 2020.[4]wikitesto]

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Gli incrociatori italiani 1861-1964, con Augusto Nani, Ufficio storico della marina militare, Roma, 1964.
  • Le navi di linea italiane, con Augusto Nani, Ufficio storico della marina militare, Roma, 1966.
  • Almanacco navale: 1966-67, Rivista marittima, Roma, 1967.
  • Gli incrociatori della seconda guerra mondiale, Ermanno Albertelli Editore, Parma, 1974.
  • Le navi da battaglia della seconda guerra mondiale, Ermanno Albertelli Editore, Parma, 1974.
  • Navi da guerra, con Erminio Bagnasco, Bramante, Milano, 1974.
  • Navi d’oggi: i mezzi per l’esercizio del potere marittimo nell’era nucleare!, Delta Editrice, Parma, 1975.
  • La battaglia dei convogli in Mediterraneo, Ugo Mursia Editore, Milano, 1977.
  • Almanacco storico delle navi militari d’Italia 1861-1975, con Augusto Nani, Ufficio storico della marina militare, Roma, 1978.
  • Le grandi battaglie navali: da Trafalgar a Okinawa, 1805-1945, Fabbri Editore, Milano, 1981.
  • Aerei sul Mare, Delta Editrice, Parma, 1985.
  • Cenni di storia e politica navale russa, Rivista marittima, Roma, 1986.
  • Da Matapan al Golfo Persico. La marina militare italiana dal fascismo alla Repubblica, A. Mondadori, Milano, 1989.
  • Le grandi corazzate, Touring Periodici, Milano, 1991.
  • Il pensiero navale italiano dal dopoguerra ad oggi, Volume 1 (Il potere marittimo e la strategia), con Riccardo Nassigh, Ufficio storico della marina militare, Roma, 1997.
  • Il pensiero navale italiano dal dopoguerra ad oggi, Volume 2 (L’esercizio e i mezzi del potere marittimo), con Riccardo Nassigh, Ufficio storico della marina militare, Roma, 1997.
  • Il XXI secolo, con Carlo Maria Santoro, Artistic & Publishing Company, Gaeta, 2001.
  • Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini ad oggi, A. Mondadori, Milano, 2002.
  • La guerra italiana sul mare: la marina tra vittoria e sconfitta, 1940-1943, A. Mondadori, Milano, 2002.
  • Sicurezza internazionale e potere marittimo negli scenari multipolari, con Michele Cosentino e Giuseppe Gagliano, Edizioni New Press, Cermenate, 2004.
  • Potere marittimo e Unione Europea, Rivista marittima, Roma, 2005.
  • Attacco dal mare: storia dei mezzi d’assalto della marina italiana, A. Mondadori, Milano, 2007.
  • Principessa Mafalda Titanic italiano: il più grave disastro passeggeri italiano: le verità nascoste dal 1927 a oggi sul naufragio del Principessa Mafalda, con Luciano Garibaldi e Enrica Magnani Bosio, De Agostini, Novara, 2010.
  • Il mio spazio è il mondo. Storia della guerra corsara dalle origini al conflitto mondiale, A. Mondadori, Milano, 2012.
  • Conversando di strategia navale e di potere marittimo, Aracne, Roma, 2017.