Victrix: sulle vive orme della Religio fra Oriente e Occidente

12 Novembre 2020 Fonte: Victrix

EDITORIA

Latinità, Italicità e Tradizioni e Filosofie della Perennitas

  • Dal catalogo di Victrix


La Religione degli Italiani vol. I

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Origini e fondamenti della via religiosa romano-italiana 

di L.M.A. ViolaDisponibile dal 18 SettembreL’opera La Religione degli Italiani non è il solito manuale redatto servendosi del metodo storico-critico o degli altri metodi propri alla pseudoscienza profana, non è neanche il comune libro sulla “religione romana” che elenca nell’ordine Dei, sacerdoti, culti pubblici e privati, istituzioni civili, ecc., e tratta delle diverse fasi storiche che la religione di Roma ha attraversato con le sue “trasformazioni”, … non è il frutto di uno studio asettico, “neutro” e astratto, dell’oggetto “religione”, … è invece un’opera che deriva dallo stvdivmreligiosvm tradizionale. Questo stvdivm è un processo operativo e realizzativo che integra il soggetto conoscente nell’oggetto da conoscere, perciò permette ad esso l’esperienza diretta della materia studiata. Lo stvdiosvs religiosvs si assimila all’essere stesso dell’oggetto di studio, fino al punto in cui si costituisce propriamente la realizzazione vivente del conosciuto, in questo caso della religione romana intesa come res divina.


AGENDA ROMANA MMDCCLXXIV a.V.c. – 2021 e.v. settimanale
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Luce del Non dualismo

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Georges Vallin con le sue opere essenziali “getta le basi per un nuovo modo di filosofare in Occidente… Questo nuovo modo di filosofare consiste nel lasciare bruscamente la struttura e le abitudini speculative della tradizione europea – che risale alla rivolta anti-platonica di Aristotele – e nel «ripensare» questa tradizione alla luce della metafisica orientale…Luce del Non dualismo quantitàACQUISTA ORACOD: OB-10-1-1Categorie: NOVITARELIGIO AETERNATag: filosofiafilosofia comparataluogo sacrometafisicaPlotinoShankaravictrix edizioni

Descrizione

di Georges Vallin

Georges Vallin con le sue opere essenziali “getta le basi per un nuovo modo di filosofare in Occidente… Questo nuovo modo di filosofare consiste nel lasciare bruscamente la struttura e le abitudini speculative della tradizione europea – che risale alla rivolta anti-platonica di Aristotele – e nel «ripensare» questa tradizione alla luce della metafisica orientale, principalmente quella del Vedānta shankariano”.

Il riferimento al non dualismo shankariano non consiste in alcun modo, per Georges Vallin, nel confrontare due scuole metafisiche, quella orientale e quella occidentale, alla maniera di uno storico della filosofia che confronta, per esempio, Cartesio e Leibniz o Malebranche e Spinoza. Qui non si tratta di erudizione, ma di verità. Ripudiando ogni spirito specialistico – Georges Vallin non vuole essere orientalista, anche se la sua competenza come sanscritista è universalmente riconosciuta – egli vede nella dottrina shankariana, definita storicamente e culturalmente, la formulazione eccezionalmente rigorosa e integrale di una conoscenza metafisica che, di per sé, è senza tempo e universale poiché la si ritrova nel buddista Nagarjuna, nel taoista Tchouang-Tseu, nel neo-platonico Plotino, nel cristiano Maestro Eckhart, nel Sufi Ibn ‘Arabi, tra gli altri. Questa dottrina gode quindi, rispetto ad altre dottrine, del … privilegio di interpretazione universale. È il non dualismo che può raccontare la natura e il significato delle filosofie europee, e non è vero il contrario. In questo non dualismo, ciò che colpisce il filosofo Vallin, nutrito dalla storia del pensiero occidentale, è che offre un modello speculativo che trascende completamente tutti i limiti e le contraddizioni in cui si è dibattutto su questo pensiero da Aristotele in poi. E stiamo dicendo un modello speculativo, il che significa che soddisfa i più alti requisiti di rigore e di chiarezza intellettuale. Nessuna relazione con la «notte in cui tutte le vacche sono nere» di cui parla la filosofia a proposito dell’Induismo. Georges Vallin quindi non cerca di esporre la dottrina dell’Advaita-Vedanta in se stessa e per se stessa, ma «dimostra la fondatezza del movimento camminando», dimostra la verità della prospettiva metafisica attraverso la luce che essa proietta sui significati più nascosti di un pensiero occidentale visto principalmente nelle sue radici aristoteliche (l’ontologia della sostanza individuale: la realtà è un albero, un gatto, un uomo), e nella logica del suo sviluppo. Il Vedanta non dualista rende così possibile cogliere la correlazione che unisce l’ontologia della sostanza individuale con la sostanzialità dell’ego individuale che si afferma come realtà primaria (il cogito cartesiano) e si esaurisce in modo contraddittorio in questa affermazione (l’esistenzialismo sartriano e la tragicommedia delle recenti condanne dell’argomento).

Nella prima parte del libro è pubblicato un articolo in cui Georges Vallin definiva metodologicamente la disciplina di cui era in Francia il fondatore e l’unico rappresentante.

Dopo queste considerazioni generali sul metodo, nella seconda parte della raccolta vediamo come il non dualismo ci consente di comprendere e apprezzare il modo occidentale di considerare la natura, la teologia e la gnosi.

Gli articoli raggruppati nella terza parte sono un po’ diversi, poiché non riguardano la filosofia comparata nel senso speculativo del termine, ma piuttosto la «morale comparata». In effetti, il pensiero di Vallin non separava il dominio pratico dal dominio teorico. L’analisi dei tipi morali e spirituali gli sembrava non meno importante di quella delle costruzioni astratte. Nel suo insegnamento orale rivestiva un posto uguale.

Infine non è stato possibile per noi concludere altrimenti che con lo studio sui due Vuoti. Riunisce tutti i temi di questo pensiero articolandoli attorno a una distinzione, quella del Non-Essere e del nulla, che Vallin a volte considerava come “un suo contributo” essenziale alla riflessione occidentale.

Per quanto riguarda il titolo, ci è parso imporsi da se stesso.

Georges Vallin era un uomo buono e giocoso, godeva di un’estrema distinzione di spirito e di una profonda umanità. Era un “grande” metafisico? L’aggettivo l’avrebbe divertito, perché la dottrina della non dualità è meno una questione di genio – che non gli mancava – che di trasparenza. È la verità di una luce che irradiava attraverso di lui.

Sicuramente l’intera opera di Vallin attesta l’eccezionale potenza intellettuale del suo autore.

 (dall’introduzione all’edizione francese di Jean Borella)

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