16 Dicembre 2020
16 Dicembre 2020 Autore: Enea Franza
Apriamo una nuova porta sul mondo digitale!
Vi è mai capitato di disporre di uno scanner o di una stampante perfettamente funzionante, con interfaccia hardware compatibile con il vostro computer, ma a cui dobbiamo rinunciare magari per il mancato sviluppo del driver che ne abilita l’utilizzo da parte del sistema operativo installato nel computer; ovvero, di possedere uno smart phone, in apparenza ancora nuovo, ma che diventa praticamente inutilizzabile via via che si istallano gli “aggiornamenti”? Ancora, vi è mai accaduto di volervi collegare ad alcuni siti internet e scoprire che essi sono fruibili (parzialmente o totalmente) esclusivamente con determinate (più recenti) versioni di browser (e/o di relativi plugin e/o estensioni), le quali guarda caso risultano non installabili su determinate piattaforme con sistemi operativi datati, e così trovarvi con un bellissimo computer da buttare, causa interdizione all’accesso delle risorse del web?
Bene, tutto ciò non è casuale, ma accade spesso. A volte, accidentalmente, per l’avvenuta chiusura dell’azienda produttrice dello scanner o della stampante, da cui la naturale cessazione di sviluppo driver per sistemi operativi successivi, ma troppo spesso anche – ed è questa la cosa da sottolineare – per arbitrale scelta in tal senso espressa da parte dell’azienda produttrice, che, pur attiva, sviluppa però driver per nuovi sistemi operativi. Solo per i nuovi prodotti!
Anche nel caso degli smart phone, la maggior parte dell’invecchiamento di dispositivi comunque funzionanti, avviene tramite programmi realizzati per essere inutilizzabili su determinati sistemi o funzionare in modo pessimo, a causa di sempre maggiori requisiti hardware, necessario per la maggior dimensione di bytecon cui sono stati realizzati, e delle conseguenti maggiori risorse di elaborazione e di memoria che necessitano. O per altre cause non ufficialmente note quanto facilmente intuibili dagli esperti, dettate non raramente da strategie di mercato e operative opache messe in atto da parte delle proprietà.
Bene. Senza approfondire anche l’ultimo esempio, quello relativo ai browsers, osserviamo che
ci troviamo di fronte al fenomeno che è all’origine della moltiplicazione degli utili delle moderne industrie del digitale, fenomeno che va sotto il nome di obsolescenza digitale.
Purtroppo, gli effetti non sono solo legati alla perdita economica per il consumatore relativo al dispositivo (scanner, stampante, pc o smart phone da riacquistare) ed al relativo danno ambientale connesso allo smaltimento del c.d. ferro inutilizzabile, ma soprattutto per la perdita di informazioni digitali già elaborate e con il tempo non più accessibili.
Con un esempio, è un po’ come se una intera biblioteca andasse a fuoco!
Gli esiti di tale fenomeno li abbiamo, in parte, già sperimentati con riferimento ai dati contenuti sui vecchi floppy, zip, nastri , ecc. le cui informazioni presenti non possono più essere lette, a meno di disporre sia del lettore con cui utilizzarlo, sia di un’interfaccia fisica compatibile con il lettore sul computer cui vogliamo collegarlo, nonché dei driver per il sistema operativo (e/o sua specifica versione) installato nel computer. In definitiva, oggi, riprendendo l’esempio proposto poco fa, i dati memorizzati su un floppy disk da 5 pollici e ¼ sono ormai inaccessibili se non si è provveduto a suo tempo a riversare il contenuto da quel supporto ad un altro supporto più recente.
Insomma, l’obsolescenza digitale ha importati risvolti connessi al sapere umano, che paghiamo in termini di sempre minori informazioni disponibili, e tutto questo ci viene presentato come progresso umano.
In realtà siamo di fronte alla più grande catastrofe culturale del nostro sviluppo.