Memo. Stalin è morto. Gloria eterna (!) a lui e a Palmiro Togliatti. E al PCI

06 Marzo 2021 Nota di Domenico Cambareri

La storia interamente eversiva e pervasa di cieca e violenta irrazionalità del PCI pacifista e filosovietico e dei suoi odierni epigoni, camuffati da dem lib parassiti paraculi “borghesi”,

esaltatori fanatici dei massacri “necessari” e a fin di bene del partito e dello stato proletario, anche a danno di parte dei più diversi componenti dell’apparato del partito e della burocrazia pubblica sovietici?

La storia di questa esaltazione parossistica dei crimini sovietici e
in particolare di quelli staliniani contro decine di milioni di persone, che presentano la seguente caratteristica terroristica realizzata su larga scala e ampiezza cronologica: miscela esplosiva di imprevedibilità dell’arresto, dell’accusa, della segretezza sulle modalità della segregazione e dell’eventuale eliminazione fisica?

L’irriducibile peculiarità dell’unica e esclusiva caratteristica della tipologia di un regime totalitario, non paragonabile a regimi autoritari o a regimi dittatoriali, peculiarità che neppure pallidamente aveva caratterizzato lo spietato regime nazista, ossia la sindrome dell’ universo concentrazionariototalitario?

E le azioni di ultra settantennali orchestrazioni ideologiche che hanno sorretto e sorreggono tutto ciò, con le macchine da guerra degli istituti storici della resistenza, dell’anpi e delle centinaia di associazioni e fondazioni parallele che attingono a fondi pubblici? Questa stringata ma precisa e documentatissima cornice infernale dei fasti libidinosi sulle violenze più estreme e sulle morti più crudeli indica la gravità radicale del male morale, politico e culturale che affligge da decenni l’Italia. Paese in preda alle più sistematiche, profonde, durature e belluine prevaricazioni della (dis)informazione storica a livello scolastico e universitario, istituzionale, sociale e mediatica di perfetto stampo leninista-stalinista.

Quanti professori di filosofia contemporanea e di filosofia politica, di storia contemporanea, di storia dei partiti politici, di storia delle dottrine politiche e di quelle economiche, di diritto comparato, di liceo e delle superiori, e magistrati e dirigenti pubblici, editorialisti e giornalisti e opinionisti hanno contribuito e contribuiscono fattivamente ancora con la partecipazione di tutta l’anima a perpetuare questa colossale opera di falsificazione e di mistificazione? Quanti di costoro dovrebbero essere messi alla porta?

Questa cornice infernale dei fasti libidinosi sulle violenze più estreme e delle morti più crudeli, che ancora riesce a imporre un quasi generalizzato silenzio sul reale volto della guerra civile in Italia dopo il tradimento del re, quindi sulle migliaia di assassinii commessi dai partigiani comunisti anche con modalità raccapriccianti, rabbrividenti, indica la presenza altresì di profonde e generalizzate caratteristiche assolutamente tipiche delle fedi religiose, stranamente sottaciute dai comunisti ma che pure risultano espresse in maniera sistematica, generalizzata, lapalissiana?

Fideismo, messianismo, millenarismo, umanismo escatologico? E quanto di tutto questo mondo delle credenze comuniste, come il culto totemico del leader redentivo, è venuto a costituire una vera e propria irruzione di aspetti dell’irrazionale e più pericoloso e sanguinario dell’uomo primitivo, dell’uomo ancestrale? Possiamo cogliere tutte queste cosa nelle parole del delirante Palmiro Togliatti e dei suoi seguaci? E tutto questo pure oggi è espressione operante nel pensiero di tante menti illuminate, di eserciti di intellettuali, di persone molto perbene e molto pacifiche; nel palpitante o farneticante immaginario del leninismo che ha realizzato in terra l’indefettibile paradiso dell’uomo a una dimensione promesso dal profeta Carlo Marx e definitivamente affrancato il proletariato dalla sua sorte? – D. C.