Associazioni d’Arma. Memoria patria e coscienza nazionale

05 Dicembre 2021 Nota di D.C.

Santa Barbara, Protettrice della Marina Militare Italiana

Il 23 Novembre, con una piccola cerimonia ufficiale, la delegazione dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, guidata dall’Amm. Tedone e con la partecipazione del Comandante della Capitaneria C.P. – Guardia Costiera di Siracusa, Cap. di Vascello Sergio Lo Presti, è stata ricevuta dal Sindaco di Pachino, Prof.ssa Carmela Petralito, per la consegna ufficiale della sede della sezione cittadina.

La sede è stata poi ufficialmente inaugurata il giorno
il 4 Dicembre, festa di Santa Barbara, Protettrice della Marina Militare Italiana. Santa Barbara è altresì Protettrice dell’Arma di Artiglieria dell’Esercito e del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco.

In una Nazione quale è la nostra, uscita da lunghi decenni di buia storia interna caratterizzata da forti spinte eversive antinazionali mimetizzate nelle più diverse forme di manifestazioni perfino ‘umanitarie’ e di frequenti irrisioni e attacchi sia ai diritti dei cittadini italiani sia alla nostra storia patria, quali strascichi diretti e indiretti della fine della guerra fredda e della fine dell’Unione sovietica e del Patto di Varsavia, piccoli fatti come questo cominciano a significare molto di più di una semplice apertura di una sede di associazioni d’arma. Specie poi se ciò avviene in un centro minore dimostratosi fino ad oggi non sensibile a queste particolari tematiche di presa di coscienza del ‘dovere conservare e fare conoscere storie’ che ai più, soprattutto ai ragazzi e ai giovani, sembrano essere cose di altri mondi.

Possiamo solo augurare che queste iniziative si possano moltiplicare in tutta Italia, dimostrando il risveglio di sentimenti profondi e intangibili, assolutamente fondanti la coesione sociale e civile di un popolo anche in tempi di cosiddetta pace. Ricordiamo che oramai da oltre trent’anni l’Italia ha inviato e invia in missioni di interposizione e di pace, in realtà pure in operazioni di combattimento, a iniziare dalla Somalia e dalla vicina Serbia all’Afghanistan e oggi anche nel Sahel, con operazioni talora anche ingiuste ma richieste dal contesto delle alleanze di cui fa parte, molte migliaia di soldati delle tre forze armate e dei carabinieri e di tutte le loro specialità. Abbiamo avuto decine di morti e di feriti, diversi dei quali caduti eroicamente in combattimento. Pertanto, volenti o meno, dopo la quasi generale sparizione delle associazioni di reduci delle due grandi guerre dovuta alle naturali cause anagrafiche, oggi dobbiamo essere a conoscenza che vi sono nella nostra Italia migliaia di militari o ex militari reduci ‘di guerra. Questo patrimonio di conoscenze e di presa di coscienza civile del cittadino va accresciuto ancora di molto.

Speriamo inoltre che la Sede dell’ANMI di Pachino e Portopalo voglia e sappia nel prossimo futuro, in sinergia con altre Sezioni dell’ANMI e di altre Forze Armate e Armi, celebrare le tristi ma gloriosissime imprese degli eroi italiani condotte per preparare la liberazione delle Isole Maltesi durante l’ultima guerra. Fra cui, le fulgide azioni dei violatori della Decima Mas di Elios Toschi e Teseo Tesei, riconosciute dai combattenti di tutte le Marine e di tutti gli Eserciti quali espressioni del più alto eroismo. Ricordiamo pure che a Pachino vi era una base da cui partivano gli attacchi aerei contro gli apprestamenti terrestri e aeronavali britannici sulle Isole Maltesi e nel Mediterraneo centrale.

Esse potrebbero avere un’unica data, per esempio quella dell’impresa abortita sul nascere, avviata dal patriota maltese Carmelo Borgh Pisani, M.O.V.M., eccelso esempio di amore per la Patria. Riconosciuto e catturato, fu processato e poi impiccato dagli occupanti inglesi, dopo la sconfitta da noi subita a El Alamein.

Carmelo Borgh Pisani venne fatto transitare nei ranghi della Marina e fu addestrato in segreto a Portopalo (Pachynus Promontorium). La motosilurante salpò dalla base di Augusta. Assieme a lui, fu rilasciato su un costone roccioso di Malta con un altro sabotatore, il quale poté essere recuperato. Le avverse condizioni del mare e la sua cattura compromisero irremediabilmente l’operazione. Sull’isola di Capo Passero, fino a qualche decennio addietro, in una casetta diroccata e senza tetto, posta fra la fortezza ispanica e la spiaggetta del ricovero delle imbarcazioni della tonnara, era stata posta una piccola targa di marmo bianco con incisa la data della sfortunata operazione segreta. E’ stato riferito che di essa non vi sia più traccia.

Ulteriore motivo storico, a più ampio respiro, per scegliere la data dell’operazione in cui fu impiegato il patriota maltese, è rappresentato dal fatto che l’odierna Pachino, fondata nella seconda metà del settecento, ebbre fra i primissimi suoi abitanti diverse decine di nuclei familiari di siciliani maltesi, venuti a vivere in questa terra spacciati per giunti dal Levante greco e dalle terre slave, giacché le disposizioni reali vietavano che abitanti delle Isole Maltesi potessero trasferirsi in Sicilia, in quanto il feudo perpetuo concesso ai Cavalieri gerosomilitani veniva considerato dalla corona sempre possedimento rientrante nella sua potestà sovrana. Ancora oggi, a Pachino, diversi cognomi di quelle famiglie risultano molto diffusi.

Su questo piano, le autorità comunali e le associazioni culturali e sociali di Pachino e Portopalo e di altri comuni in cui si stanziarono dei siciliani di Malta da metà ‘700 in poi e quelle dei centri di provenienza delle Isole Maltesi, potrebbero avviare eventi e calendari di appuntamenti per le ritrovate e rinnovate amicizia e fratellanza.

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