Canale di Sicilia, migranti, clandestini. L’ignavia dell’Unione Europea

25 Agosto 2009

L’UE tra clandestini e profughi: predicare male e razzolare ancora peggio. Le incontenibili ipocrite intromissioni dell’oltreTevere. Le responsabilità da appurare de La Valletta

L’Europa della Libertà esprime piena condivisione con quanto è stato espresso dal ministro degli Esteri, Frattini, in merito alle indagini sulla presunta nuova  tragedia consumata  nel Canale di Sicilia e condivide la direzione in cui stanno operando sia il ministro degli Interni, Maroni, che il ministro della Giustizia, Alfano. E’ da sottolineare con forza che l’ignavia e l’inazione dell’Unione Europea per l’Italia son diventate cose intollerabili, così come le bacchettate che”elargiscono” nei confronti dell’Italia di tanto in tanto suoi rappresentanti di rango in materia di umanità, accoglienza  e… sprone ad agire in modo anarchico e senza leggi.  L’Unione Europea ha l’obbligo politico di arrivare quanto prima alla concreta e definitiva condivisione dei ruoli e delle responsabilità sulle operazioni  sul contenimento dei flussi via mare (assolutamente minoritari ma colpiti da continui disastri) e via terra (la frontiera è addirittura più evanescente di quella marittima), della loro efficienza, del loro coordinamento e dei loro costi, e di guidare la distribuzione tra i diversi Paesi dell’Unione dei migranti che vengono accolti in qualità di esuli in Itala e in altre Nazioni colpite direttamente da questo doloroso fenomeno dietro cui si intrecciano speculazioni di ogni tipo che vanno dalle organizzazioni criminali pure e semplici a quelle intrise di pio umanitarismo ma politicamente e moralmente deresponsabilizzate rispetto a quanto è fatto obbligo alle autorità di governo e delle amministrazioni pubbliche a difesa degli interessi nazionali in tema di sicurezza interna, sociale, sanitaria. Alle responsabilità dell’Unione Europea bisogna aggiungere pari pari quelle delle organizzazioni dell’ONU preposte, dei Paesi rivieraschi coinvolti e dei governi dei Paesi dell’Unione e dell’Europa centro-orientale che chiudono gli occhi davanti all’inefficienza plateale dei controlli frontalieri. In Italia, poi, è davvero ben traboccato il vaso del linguaggio sciatto e barricadero di Di Pietro e dell’Italia dei Valori che pari pari fa da contrappunto a quello di Bossi, e pure lo supera in smargiassate e deliqui. In tema di rapporti sempre pruriginosi e precari, su cui si abbarbica comunque onnipotente – sicura della sua intoccabilità per quello che dicono i suoi uomini in abito talare –  vi è la chiesa, che intende impartire diuturnamente lezioni di arrogante semplicità d’animo e fratellanza. Pura vernice. E’ bene che il governo italiano non risponda sempre in maniera eccessivamente paciosa e smielata e che puntualizzi al Vaticano il basta nel dover stare quasi ogni giorno a rintuzzare con eufemismi le continue ingerenze, frutto di persistente e inammissibile ipocrisia. Altra cosa da puntualizzare definitivamente è il cronico ruolo poco trasparente e apertamente evasivo svolto dalle autorià di governo e dagli uomini in divisa di Malta preposti al controllo dei migranti. Con buona pace dei localismi idioti e di quanto Londra non volle darci all’inizio degli anni ’60, la cosa oggi in questo e in ogni altro ambito sarebbe più semplice per tutti – per gli italianissimi abitanti dell’arcipelago, per gli italiani, per un quadro assolutamente lineare e limpido nel contesto dei confini nel Mediterraneo centrale con Libia, Tunisia, Algeria, Egitto, per l’Unione Europea tutta – se Malta fosse tornata alla Madrepatria e fosse parte integrante dell’Italia. Ma la storia ci insegna che le cose non vanno sempre per il verso più consono, auspicabile e giusto. Per cui oggi e domani e domani ancora dovremo continuare a sbrogliare queste stupide matasse di omissioni e di inadempienze altrui. Ad onta di un Risorgimento rimasto troppo piccolo e incompleto a giro d’orizzonte.

Lascia un commento