Unità d’Italia. Sanare definitivamente le ingiustizie lasciate tra le pieghe della storia di un grande ideale realizzato non certo nel migliore dei modi. Rispettare la memoria storica dei vinti e dei ceti deboli del Sud. Ad iniziare da Gaeta

25 Agosto 2009

Fonte: Parvapolis

Rita Bittarelli

L’Unità d’Italia? Festeggiamola a Gaeta

Il Risorgimento fu una pagina importante. Ma nacque la questione meridionale
Condividiamo pienamente la dichiarazione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di predisporre una serie di iniziative, finalizzate alla celebrazione del 150° anniversario dell’unità d’Italia, che sviluppino temi di prevalente interesse culturale, pedagogico e comunicativo concentrando l’attenzione su pochi ma significativi progetti. Così l”assessore Di Ciaccio. «Tutto ciò è tanto più vero considerando l’incredibile distribuzione di risorse economiche per sostenere progetti che poco hanno a che vedere con una ricorrenza i cui scopi dovrebbero essere di tutt’altro tenore. Ma la logica della politica, come afferma Ernesto Galli della Loggia in un editoriale, è essenzialmente “distribuire dei soldi. A pioggia, senza alcun criterio ideale o pratico”. Non sembra che esistano altre motivazioni, non si sta sviluppando un dibattito sulle condizioni che determinarono l’Unità d’Italia, soprattutto si parla solo ed esclusivamente di Torino e non si parla del Sud d’Italia, di una popolazione invasa, assediata, che pagò e sta pagando tuttora un prezzo elevatissimo di un’annessione forzata, resa schiava da una politica di sopraffazione le cui ragioni non sono state ancora ben chiarite. Senza voler prendere posizioni nette appare chiaro che da quel fatidico e tristemente noto 13 febbraio 1861 la storia del meridione subì un’involuzione terrificante fatta di povertà, emigrazione, collusioni politico-affaristiche, il cui apice stiamo vivendo in questi ultimi anni con tentativi di delegittimazione storica e culturale da parte di alcuni componenti della Lega Nord che non perdono occasione per gettare fango sul Sud con il silenzio assenso del Popolo delle Libertà e nella completa indifferenza di una buona parte delle altre forze politiche e della società civile. Al tempo stesso e paradossalmente va riconosciuto alla Lega il merito di aver posto indirettamente delle questioni ineludibili, da cui dipende il futuro dell’Italia, che una politica miope ed i mass media allineati non vogliono considerare. Tra queste c’è la questione meridionale, le politiche serie da adottare, ed anche un approccio storico a quel periodo libero da mistificazioni e bugie. Allora ci appelliamo al Presidente della Repubblica affinché le celebrazioni del 150° abbiano anche Gaeta come sede privilegiata allo scopo di restituire dignità ad un popolo ed alla sua storia, che vengano promosse iniziative culturali volte alla ricerca della verità storica intorno a quel periodo, che il Comitato dei Garanti, presieduto da Carlo Azeglio Ciampi, si faccia promotore di un percorso di condivisione e di valorizzazione dei fermenti culturali che si svilupparono in quel periodo storico e la cui comprensione forse servirebbe a unificare gli italiani più di tanti interventi economici di cui ci sfugge il significato. Dal canto nostro nei prossimi giorni organizzeremo un incontro tra tutti quei soggetti, associazioni ed istituzioni, con i quali elaborare idee e progetti per dare la giusta ed obiettiva importanza a questa ricorrenza. Abbiamo già immaginato diverse ipotesi intorno alle quali costruire iniziative, anche in considerazione della coincidenza del 150° della nascita della Marina Militare che avvenne a Gaeta, e per la presenza in città di diverse istituzioni legate alla storia ed alla cultura del mare. Ma al tempo stesso chiederemo a gran voce che si faccia luce sulla tragedia che culminò con la resa di Gaeta e che significò per la nostra città lutti, povertà, emigrazione, sottrazione di beni e di porzioni di territorio vitali per il nostro sviluppo».
 
 

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