Elezioni, ok la linea di Napolitano

6 Marzo 2010

Fonte: Eulà

 

Elezioni regionali, il Quirinale fuori dalla baraonda: Napolitano lineare in tutta la vicenda

La decisione del capo dello Stato di firmare il decreto legge “interpretativo” del governo è cosa affatto regolare e sana una non prevista frattura fra rispetto e tutela della legge da un lato e rispetto dell’esercizio del diritto al voto, cosa, quest’ultima, che, se ignorata, avrebbe determinato la consumazione di un prevedibile vulnus all’esercizio sostanziale dei diritti democratici. Ci permettiamo di sottolineare che ogni legge elettorale dovrebbe di necessità contemplare un congruo numero di giorni da poter essere utilizzato per prevedibili ricorsi (…e, a questo punto, più che prevedibili) presso tutte le sedi istituzionalmente previste, che terminano con il ricorso ultimo al Consiglio di Stato. Non entriamo nel merito delle dinamiche dei fatti, perché riteniamo di non potere avere elementi di diretta ed obiettiva conoscenza. Rileviamo però che è assurdo che si possa andare a votare senza garantire a tanti cittadini il completo diritto di scelta. Non sottaciamo neppure il fatto che chi sbaglia debba pagare in qualche modo, anche con sanzioni pecuniarie elevate, ma senza la condizione estrema della esclusione delle propria lista dalla corsa elettorale, cosa che contraddice in pieno l’esercizio effettivo del diritto-dovere del voto da parte dei cittadini, salvo casi marchiani di fraudolenza. La baraonda da parte di tutti i protagonisti, destinata sicuramente a crescere anziché a diminuire, è bene che non coinvolga ad alcun titolo il capo dello Stato, il quale esce dalla vicenda in maniera egregia. Essa deve portare a far riflettere tuttavia anche su questo: su come vada rafforzato a tutto tondo il potere di garanzia esercitato dal Presidente della Repubblica.